21.08.2002 | Eventi

Agricoltura, l’incognita dei prezzi

UDINE – Se si escludono le aree colpite dal maltempo e se non si verificheranno ulteriori eventi calamitosi, i raccolti in Friuli-Venezia Giulia si prevedono di buona qualità e quantità. Quello che invece preoccupa, e non poco, i prezzi, generalmente depressi, addirittura in picchiata per alcuni prodotti come i conigli, in altri tutti da determinare.

In assenza dei dati relativi ai raccolti (quelli di mais, soia e uva debbono ancora cominciare mentre è in corso quella delle barbabietole) e dai prezzi che si formeranno, è questo il bilancio che fa la Coldiretti regionale superata la pausa di ferragosto. Segnali positivi arrivano nel frattempo dalla raccolta - già avvenuta in giugno - di orzo e frumento, di eccellente qualità –; e segnali ancora positivi giungono dei prodotti tipici e di qualità (ortofrutta), dalla vendita diretta e, anche se hanno subito una flessione nelle presenza come tutto il turismo regionale, dagli agriturismo. Ma, come ogni anno, prima di fare un bilancio corretto occorrerà raccogliere i prodotti ancora sui campi - che sono la maggior parte - e fra questi l'uva, produzione di punta del Friuli-Venezia Giulia.
«Le viti - spiega il presidente regionale di Coldiretti, Claudio Filipuzzi, egli stesso viticoltore –, hanno avuto una stagione non facile. Le gelate primaverili, il caldo torrido di giugno e infine il maltempo di agosto che, al di là delle trombe d'aria e delle grandinate, ha evidenziato una piovosità eccezionale di molto al di sopra della media stagionale. Le piante ne hanno un po' sofferto e se la qualità del vino sarà, come sempre ottima, lo si dovrà all'intenso lavoro svolto sui campi dagli imprenditori agricoli e - ci si augura - alla giornate di sole che il buon Dio ci regalerà in questo ultimo scorcio di estate».
«Certo - interviene il direttore regionale di Coldiretti Oliviero Della Picca - il calo generale dei consumi deprime anche l'agricoltura, che sta attraversando una congiuntura non certo brillante. Il latte, anche per effetto di quello in "nero" e del mancato rispetto delle quote, è in flessione; problemi evidenziano il settore suinicolo e soprattutto quello cunicolo. Non sono buoni nemmeno i prezzi dei prodotti ortofrutticoli nonostante la buona qualità».
La forbice dei prezzi fra la produzione e il consumo è, infatti, uno dei tanti problemi di cui soffre l'agricoltura e anche se è stato parzialmente superato dalla legge di orientamento che consente ai produttori di effettuare la vendita direttamente, rimane un grave problema.
Se i pomodori, le patate e le cipolle sono i prodotti alimentari per i quali l'Istat ha rilevato il maggior rincaro nei prezzi di vendita al consumo a partire dal primo gennaio scorso (quando è entrato in circolazione l'euro) i prezzi pagati alle imprese agricole nelle campagne per gli stessi prodotti e nello stesso arco di tempo sono diminuiti o rimasti invariati. Lo rileva la stessa Coldiretti, sulla base delle statistiche elaborate dall'Ismea sui prezzi all'origine dei principali prodotti agricoli. Nel periodo gennaio-maggio 2002, il prezzo medio all'origine delle cipolle - aggiunge Coldiretti - è passato da 0,29 Euro/Kg a 0,26 Euro/Kg (- 10%), quello delle patate comuni da 0,38 Euro/Kg a 0,40 Euro/Kg (+ 5 %), mentre quello dei pomodori freschi in serra è diminuito da 1,19 a 0,25 Euro/kg (-78%). Una situazione - conclude la Coldiretti - che mostra in modo inequivocabile l'attuale andamento di mercato frutto di una frammentazione organizzativa e di una mancanza di trasparenza nella catena del valore che separa le imprese agricole dal mercato, che ostacola lo sviluppo del settore agricolo a danno di imprenditori e consumatori.
Non è stato facile effettuare la stima dei danni provocati dal maltempo di agosto. Coldiretti a livello regionale l'ha fatta e superano abbondantemente 4,5 milioni di euro. Le zone più colpite sono quelle dello spilimberghese con circa 200 ettari di frutteti e di vigneti; tre ettari di barbatelle per una danno di 2 milioni di euro; nel Sacilese con circa 2000 ettari colpiti di cui 70 a vigneto e gli altri a seminativi, a frutteto, pioppi e ortaggi con 1 milione e 250 mila euro; i comuni di Chions e Pravisdomini con danni per 250 mila euro. La zona di Latisana e Fossalon con oltre 1.000.000 Euro. A queste cifre andrebbe sommata quella dei vigneti di Ramandolo, che quest'anno sono stati molto danneggiati.
«Il clima sta oggettivamente cambiando e anche le risposte devono adeguarsi - afferma il direttore regionale di Coldiretti Oliviero Della Picca -. La Regione dovrebbe intervenire con propri strumenti e risorse a integrazione del fondo di solidarietà nazionale in tempi che devono essere sicuramente piú brevi di quelli attuali, istituendo un Fondo di solidarietà regionale in grado di intervenire (infrastrutture) dove quello nazionale non ce la fa. I tempi del Fondo nazionale sono, inoltre, incompatibili con quelli delle imprese, che non possono attendere anche due anni per vedersi riconosciuti gli indennizzi che non sono fine a se stessi ma servono al rilancio dell'impresa».

FONTE: IL MESSAGGERO VENETO

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