11.03.2002 | Cultura e Tradizioni

Coldiretti: sì al distretto del vino

Il presidente Coldiretti Pordenone, Claudio Filipuzzi lancia una strategia innovativa con l’obiettivo di favorire le colture nostrane.

Accordi con le principali aziende, anche della provincia di Pordenone, per “tracciare” i prodotti dell’agroalimentare e costituzione del distretto del vino, come esempio d’eccellenza del Friuli occidentale, un territorio che contribuisce in maniera determinante alla formazione del prodotto interno lordo regionale in campo agricolo. Si tratta di due proposte innovative alle quali la Coldiretti sta pensando, per poter garantire una migliore qualità dei prodotti a favore dei consumatori, salvaguardando, al tempo stesso, le produzioni nostrane.
QUALITA’. La strategia nazionale dell’organizzazione di categoria, formalizzata con una proposta di legge portata all’attenzione del ministro, prevede la stipula di accordi con l’industria agro-alimentare per la “tracciabilità” del processo di produzione e trasformazione, in grado di pubblicizzare la provenienza dei prodotti al consumatore. Se Coldiretti nazionale ha già stipulato un accordo con Curtiriso, in Friuli il presidente, Claudio Filipuzzi, sta pensando ad un accordo con le principali aziende del latte per attuare il percorso di qualità, dalla scelta dei mangini alla lavorazione del prodotto. Ma iniziative in tal senso coinvolgeranno anche aziende del pordenonese. «I consumatori – afferma Filipuzzi – è giusto che sappiano da dove vengono e come sono stati coltivati i beni che mangiano e a maggior ragione ora che il settore distributivo è dominato da catene commerciali anche multinazionali. Ogni singolo passaggio della filiera va pubblicizzato, un percorso che porta necessariamente alla certificazione di qualità».
DISTRETTO DEL VINO. L’idea di Filipuzzi parte da una constatazione: tra Casarsa e Zoppola viene prodotto il 40 per cento del vino dell’intero Friuli-Venezia Giulia. «Come è accaduto per l’industria, con la fondazione dei distretti del mobile e del coltello – sottolinea Filipuzzi – stiamo pensando di creare una struttura di servizio che permetta di fornire sinergie e strumenti di rete non solo ai grandi produttori, penso ai Viticoltori “La Delizia” e alla Friulvini, ma anche ai tanti piccoli imprenditori i quali stanno creando aziende per la trasformazione dell’uva in vino e la sua commercializzazione, occupando piccole nicchie di mercato. Ormai bisogna ragionare sempre più puntando sulla qualità delle produzioni e sulle economie di scala. Da parte nostra lo stiamo già facendo con la campagna sui prodotti agro-alimentari che ha raccolto un significativo consenso».
Stefano Polzot

FONTE: IL MESSAGGERO VENETO

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