26.11.2015 | Cultura e Tradizioni Inserisci una news

Come pastorizzare le conserve sfruttando la bollitura dell’acqua

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La pastorizzazione delle conserve è un metodo efficace, usato da tempo immemore, per migliorare la conservazione delle specialità alimentari fatte in casa. Ecco come funziona

Quando nell'Ottocento Louis Pasteur andò contro ai principi della scienza dell'epoca secondo i quali gli alimenti si deterioravano a causa della cosiddetta "generazione spontanea", sostenendo invece che erano piccoli organismi invisibili a occhio nudo a causarne la compromissione, furono davvero tanti gli scettici a riguardo.


Ma i fatti diedero ragione allo scienziato francese, e quale miglior riconoscimento del fatto che la tecnica ancor oggi utilizzata per preservare a lungo i cibi – la pastorizzazione, naturalmente – porta proprio il suo nome?


Il calore intenso svolge una duplice azione: elimina innanzitutto la maggior parte dei microbi presenti nell'alimento, responsabili della sua deteriorazione con il passare del tempo, ma debella anche la maggior parte delle loro spore e delle forme dormienti. Così facendo l'alimento si conserverà più a lungo e in migliori condizioni igieniche, senza tuttavia vedere compromesse le caratteristiche organolettiche.


Anche se la "vera" pastorizzazione è un procedimento industriale, è comunque possibile sfruttarne i principi anche per i cibi preparati a livello domestico e, in particolare, per pastorizzare marmellate, confetture, sughi e altre conserve.


Per farlo è possibile ricorrere a un metodo molto semplice: i vasetti con le conserve vanno immersi nell'acqua fredda, evitando il contatto diretto mediante dei canovacci. Poi si porta lentamente a ebollizione, lasciando i contenitori per almeno 20-30 minuti a sobbollire a seconda delle dimensioni; dopodiché si lasciano raffreddare lentamente i barattoli, e il gioco è fatto.

 


Tag: pastorizzare le conserve


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