24.11.2012 | Vino e dintorni Inserisci una news

Esistono i vitigni di serie A ed i vitigni di serie B ?

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Da un post articolato e sviluppato su Facebook colgo l'occasione per postare alcuni interventi, ritenuti piu' interessanti, mettendo a confronto le varie tesi ! Buona lettura Roberto Gatti

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" "Più assaggio vini più mi rendo conto di quanto siano sottovalutati dalla media degli appassionati e dei degustatori di professione due vini come il verdicchio (tolti Villa Bucci e i suoi compari economicamente impegnativi) e il trebbiano d'Abruzzo (eccezion fatta per valentini e masciarelli). Per tacer del vermentino di Gallura... ma in quel caso, detto da un mezzosangue sardo, credo ci sia la volontà di deliberare prodotti volontariamente lontani anni luce dallo spirito e dall'anima della Sardegna stessa. "

Alessandro Dettori :

Ma perché ancora qualcuno pensa che ci siano vitigni italiani di seri A e di serie B? Tutti, proprio tutti i vitigni italiani possono dare grandi emozioni. Ma per percepire queste grandi emozioni dobbiamo fare due cose: 1) cercare, scovare ed incentivare i veri vignaioli. Quelli si che esistono di serie A, B, C, D....... 2) Evitare di cercare in un verdicchio, una monica, un nerello, ecc. ecc. gli equilibri di un pinot nero e/o barolo e/o brunello.

Vignadelmar Luciano Lombardi Alessandro Dettori, si ci sono vitigni di serie A e di serie B. Senza dubbio.

Loris Groppo Confermo: esistono vitigni di serie A e vitigni di serie B. Tra i vitigni di serie A purtroppo ce n'è pochi di italiani.

 

Vignadelmar Luciano Lombardi : Detto con un detto popolare, non si cava il sangue dalle rape. Un bianchello del Metauro difficilmente avrà le complessità e le longevità di un verdicchio. Eccoti un esempio. Spero di essermi spiegato.

Vignadelmar Luciano Lombardi Loris, poi di vitigni di seria A italiani ci sono: Sangiovese, Nebbiolo, Montepulciano, Verdicchio, Fiano, poi Primitivo, Negroamaro, etc........... Insomma mica tanto pochi.

Roberto Gatti

Credo che sviluppare un discorso cosi' complesso ed articolato diventi difficile in questa sede. Ci sono vitigni che fino a ieri erano considerati di serie C ed oggi invece si sono dimostrati campioni di razza, degni della serie A. Ad esempio il Nero di Troia veniva usato per fare dei " tagli " o " blend ", oggi viene vinificato in purezza con nuove tecniche enologiche e può dare origine a vini eccellenti ! Questo vale per tantissimi vitigni, direi quasi tutti ! Vitigni che venivano spremuti all'osso con produzioni di 2/300 q.li x ha ( leggasi trebbiano, verdeca, bombino, aglianico, lo stesso verdicchio fino a 15 anni fa ecc. ) che vini potevano mai dare ? Oggi difficilmente si superano i 100 q.li/ha, ci sono tecnologie avanzate in cantina, poi non dimentichiamoci della selezione clonale, dei carotaggi nei terreni per capire COSA IMPIANTARE E DOVE IMPIANTARE. Una volta si impiantava tutto ovunque, era questo il grosso limite dei vitigni ! Sono piu' d'accordo con Alessandro Dettori, ci sono viticoltori di serie A, B, C ! Ad esempio ancora oggi da noi si è convinti ( almeno in molti lo sono ) che l'erbaceo del cabernet-franc sia una qualità del vitigno, non è cosi'. L'erbaceo nel franc lo sentiamo quando le uve non giungono alla giusta maturazione, ho bevuto il migliore cabernet-franc della mia vita in Cile, ottenuto da piante nuove di appena 3 anni e per poco svengo dal piacere e non aveva l'erbaceo ! Bisogna anche dire che prima di impiantare i cloni sono stati fatti decine e decine di carotaggi, ed impiantato decine e decine di cloni diversi di cabernet franc, fino a quando si è capito qual'era il clone giusto per la particella giusta di terreno !


Tag: Vini, winetaste, verdicchio, viticoltura, roberto gatti, vitigni, ampelografia, selezione clonale, vitigni autoctoni


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