21.08.2008 | Vino e dintorni

La Calabria alla ribalta, i vini di Tenuta Terre Nobili

Durante la mia permanenza in Calabria nel mese di Giugno, avevo avuto l’occasione di visitare, tra le altre, l’azienda Terre Nobili della dott.ssa in agraria Lidia Matera, ed ho avuto una riconferma dell’ alta qualità raggiunta in soli pochi anni, dai suoi vini. Gli stessi li avevo degustati durante serate di avvicinamento al vino da me tenute, e poi direttamente in azienda ed il salto qualitativo è notevole.

Forse che l’avvento del bravo Mario Ercolino, ha dato i suoi frutti in vigna ed in cantina ? Direi proprio di si !

Poi navigando in internet, nel sito www.vinealia.org, dove scrive l’amico Lorenzo Colombo, ho letto le sue degustazioni che vi riporto integralmente, sottolineando che tutti i 4 vini aziendali, sono transitati SOLAMENTE in vasche di cemento vetrificato. Che il Signore mantenga alla dott.ssa Lidia Matera, la saggezza di continuare SEMPRE su questa strada, che a me piace moltissimo.

Vini tra i piu’ piacevoli e godibili, nel vero senso della parola, vini veri da bere con grande nostro piacere.

Buona lettura


“Ne avevamo già parlato lo scorso anno dei vini della TENUTA TERRE NOBILI, ma è certamente il caso di riparlarne, non solo perché abbiamo assaggiato i vini della nuova annata, ma principalmente per il motivo che questi vini sono cambiati, in meglio dal punto di vista qualitativo, anche se già la degustazione dell’annata 2006 ci aveva molto soddisfatto, ma soprattutto perché sono cambiati dal punto di vista dei vitigni utilizzati.

Al bando le uve internazionali Merlot e Chardonnay, messi da parte pure vitigni meridionali che però poco hanno a che fare dal punto di vista storico con la regione (leggi Aglianico), e via libera all’utilizzo di quanto di meglio la Calabria ci può offrire dal punto di vista dei vitigni locali.

Eccovi quindi una sintesi dei nostri assaggi; non esprimiamo questa volta dei punteggi – la degustazione è avvenuta in modo palese e ormai conosciamo l’azienda – possiamo solo dirvi che le nostre valutazioni, già alte lo scorso anno, sono decisamente cresciute, in alcuni casi di ben cinque punti.



"Santa Chiara" Igt Valle dei Crati Bianco 2007

(Greco Bianco 100%)

Alla vista si presenta con un colore giallo paglierino dorato, di buona intensità, luminoso.

Intenso al naso, pulito, equilibrato e molto interessante; con note fruttate e vegetali (erbe officinali, soprattutto camomilla e fieno), ricordi di macchia mediterranea e sentori balsamici (caramelle al pino mugo) e mentolati.

Alcolico e intenso in bocca, strutturato, grasso, quasi masticabile, ma allo stesso tempo fresco, con la sua nota acida, sapido; di buona complessità, al palato ritroviamo le erbe officinali unite a frutti gialli maturi e note agrumate di pompelmo; buona la persistenza. Buona la corrispondenza naso bocca.


"Donn’Eleonò" Igt Valle dei Crati Rosato 2007

(Nerello Cappuccio e Magliocco in pari percentuale)

Cerasuolo il colore, buccia di cipolla carico, abbastanza intenso e luminoso.

Pulito al naso e di media intensità olfattiva, fruttato, con sentori di caramelle al lampone ed alla fragola, caramelle frizzanti, accenni floreali, leggero profumo di timo e note di smalto; piacevole ed accattivante.

Alcolico in bocca, dotato di buona struttura, sapido (quasi salino) e fresco, armonico, fruttato (piccoli frutti di bosco e ciliegia), buone sia la nota acida che la persistenza.


"Alarico" Igt Valle dei Crati Rosso 2007


(Nerello Cappuccio 100%)

Bellissimo il colore, profondo ed impenetrabile, con unghia violaceo purpurea.

Intenso al naso, di notevole pulizia, presenta frutta rossa matura (prugne), ciliegia sotto spirito, confettura, ricordi di tabacco, macchia mediterranea e note di smalto.

Alcolico in bocca, strutturato, potente, intenso, con tannino ben presente ma non fastidioso. Note fruttate in evidenza e leggeri sentori vegetali e vanigliati; fresco, sapido, piacevolmente amarognolo buona la persistenza. Vino dalla notevole pulizia e di notevole personalità; direi infine vino di territorio.


"Cariglio" Igt Valle dei Crati Rosso 2007

(Magliocco Canino 80% e Magliocco Dolce 20%)

Profondo ed intenso il colore, con unghia violacea.

Buona l’intensità olfattiva e piacevole il frutto rosso maturo, sentori agrumati, mentolati e balsamici e note di smalto in evidenza; accenni di caffè. Alcolico e pulito.

Notevole la potenza, l’ingresso di bocca è netto, buona la struttura e piacevole la presenza del tannino; fruttato, sentori di marmellata e nocciola tostata; piacevolmente amarognolo; buona la persistenza. Si tratta di un vino elegante, profondamente legato al territorio, dove emerge l’humus, la terra bagnata, l’umidità del sottobosco.


Note finali

Abbiamo trovato diversi parametri che accomunato e identificano i quattro vini degustati; innanzitutto l’estrema pulizia, segno di una lavorazione in cantina tecnicamente perfetta; la sapidità, in alcuni casi oseremmo dire salinità, caratteristica di tutti i prodotti assaggiati, in questo caso molto probabilmente data dal sottosuolo.

Tutti e quattro i vini sono interessanti, tecnicamente ineccepibili, ma non per questo poco personali, anzi. Ci sono sembrati migliorati rispetto all’anno scorso, anche se erano già molto buoni.

Nello specifico ci è piaciuto molto il "Donn’Eleonò" (lo scorso anno non avevamo espresso un giudizio poiché la bottiglia era evidentemente "tappata"), rosato interessante e dalla spiccata personalità.

Abbiamo trovato il "Santa Chiara" decisamente migliorato, più fresco, non appesantito dallo Chardonnay, senza per questo perdere in potenza e struttura.

Notevole il miglioramento dell’"Alarico", vino di più facile approccio ed internazionalità rispetto al Cariglio, ma non per questo impersonale.

Minore l’incremento qualitativo del "Cariglio", ma già eravamo su grandi livelli. Quest’ultimo rimane per noi il prodotto più apprezzato, esprimendo al massimo il territorio senza nulla perdere in eleganza.


P.s.) Non ci è molto chiara la differenza tra il Magliocco Canino ed il Magliocco Dolce, effettivamente non esiste molta letteratura in merito; ne sul bel libro “Vitigni d’Italia” di Scienza, Costacurta e Calò (edizione 2001), ne su “Guida ai Vitigni d’Italia” edito da Slow Food (edizione 2005), abbiamo trovato un valido aiuto, il tutto si limita semplicemente a parlare di varietà diverse appartenenti all’antica famiglia dei Magliocchi, da non confondersi tra di loro.

In effetti esiste una recente ricerca “Recupero e valorizzazione dei vitigni autoctoni nelle regioni meridionali d’Italia: incidenza degli agenti causali delle virosi nel processo di certificazione dei materiali di moltiplicazione della vite”, sviluppata negli anni 2005-2007, dove il Magliocco Dolce – varietà non ancora iscritta al Registro nazionale delle varietà di vite, e quindi impossibilitato a essere utilizzato nei vini Vqprd – è decisamente separato da altre varietà di Magliocco.


(Fonte Lorenzo Colombo - Vinealia.org)

Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email: gatti-roberto@libero.it
Winetaste.it - contact@winetaste.it
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