15.10.2001 | Vino e dintorni

Sassicaia, vita dura per i falsari

ROSIGNANO. Sarà più difficile contraffare il Sassicaia, il vino più famoso d'Italia.

Sia la bottiglia di formato bordolese che la magnum, realizzate dalla Vetreria Etrusca di Empoli, avranno impresso in rilievo il nome "bolgheri", scritto in caratteri simili a quelli delle vecchie macchine da scrivere.
Un timbro antisofisticazione in piena regola, ripetuto quattro volte, di cui potranno giovarsi tutte le aziende della doc bolgherese. Il bicchiere, sul quale è ancora inciso il nome "bolgheri" preceduto dal disegno di un cipresso, è invece stato eseguito dalla Soffieria Fiorentina di Cerreto Guidi, incaricata dalla Solvay di realizzare i calici di degustazione per i vini più alla moda del momento.
Ieri mattina a Rosignano si è così stipulato un patto inusuale, tra una multinazionale chimica e un consorzio vinicolo giovane ma affermato. Il sale del patto è la reciproca utilità. Il Consorzio di Bolgheri, dopo i danni materiali e d'immagine provocati dallo smercio di bottiglie falsificate di Sassicaia, era in cerca di un escamotage per rendere la vita dura ai contraffattori, mantenendo inalterato l'alto livello qualitativo del vino prodotto e venduto. La società Solvay, da parte sua, aveva bisogno d'individuare nuovi mercati, ai quali affacciarsi diversificando le produzioni. Ma anche di spogliarsi dei panni dell'industria chimica inquinante e divoratrice di territorio: un legame con il vino di Bolgheri, apprezzato ovunque per la sua qualità, rappresenta un irripetibile investimento in immagine.
La contrapposizione tra vetro e plastica, dunque, è tale solo per i consumatori o per quegli industriali che hanno nei polimeri l'unica opportunità produttiva. Solvay, oltre a essere leader nei segmenti di numerose materie plastiche, in Europa occupa le maggiori quote di mercato per il carbonato di sodio, indispensabile per la produzione del vetro cavo e per quello da imballaggi. Ne produce sei milioni di tonnellate, con quote che sfiorano il 70% del giro di affari complessivo. Il problema, se in caso, resta confinato in Federchimica, alla quale fanno capo aziende che producono il tetrapack, materiale composto da cartone e alluminio assemblati, adatto a conservare il vino. Ma il contrasto è solo teorico, poiché nel mercato c'è posto per tutti: il vino da tavola di largo consumo può essere venduto in cartoni confezionati; quello di alta qualità non può fare a meno della bottiglia.
Anche per questo l'alleanza tra Solvay e produttori di vino è destinata a durare. La multinazionale ha regalato ai bolgheresi il copyright dei disegni delle bottiglie e dei bicchieri, nati per sua iniziativa e con la supervisione degli aderenti al Consorzio di tutela dei vini di Bolgheri, i quali potranno anche sfruttarne le royalty. «È un omaggio della società chimica belga, che a Rosignano è presente con il maggiore stabilimento italiano, ai prestigiosi vini del territorio - spiega la Solvay in una nota -. Un omaggio che si lega anche al fatto che a Rosignano si trova l'unica produzione di carbonato di sodio in funzione in Italia e la soda è la materia base per produrre il vetro: da qui il connubio tra soda, vetro e vino». Un omaggio che ai produttori permetterà di compiere un decisivo passo in avanti per completare il mosaico della propria immagine, determinante per imporsi sui mercati mondiali: ora quello di Bolgheri è davvero uno stile.

FONTE: IL TIRRENO

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