Azienda Agricola Pakravan-papi

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  • Livorno (Livorno)
  • Toscana
  • Via Aurelia, 23
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  • Dati di produzione e vendita
  • Anno di fondazione: N/A
  • Superficie vitata: N/A
  • Bottiglie prodotte: N/A
  • Vendita diretta: Si
  • Reperibilità dei prodotti: N/A
  • Export: N/A
  • Contatti e Ospitalità
  • Referente: N/A
  • Visite in azienda: Si
  • Lingue parlate: Inglese, Italiano
Raccontare un territorio attraverso il vino non è cosa facile. Occorre trovare il modo di intrappolare nei grappoli d'uva e nei tini di fermentazione gli aromi dei ginepri, dell'alloro e delle ginestre, delle brezze salmastre spiranti tra le loro fronde, dei venti freschi del nord che si incanalano nella Val di Cecina. Per far questo occorreva riscoprire le nostre antiche radici e farle esprimere, al meglio, con l'aiuto di nuove tecnologie.Così ha preso vita il Gabbriccio un Sangiovese in purezza dagli aromi ampi, in cui lo speziato non prevale sui frutti rossi, ricco di struttura e di una giusta acidità che consente di affrontare lunghi affinamenti in bottiglia.Ma la conca del Cecina è diventata ben nota soprattutto per la sua capacità di esprimere le tipologie "bordolesi": in questa zona sono nati vini prestigiosi quali il Sassicaia, l'Ornellaia e il Lupicaia. L'ipotesi di impiantare Cabernet e Merlot doveva dunque necessariamente essere presa in considerazione. Come non pensare ai terreni di acciottolato formatosi dal graduale disgregarsi di rocce effusive che, con la loro ricchezza di minerali, ci ricordano che siamo ai bordi delle colline metallifere, origine della ricchezza degli Etruschi di Volterra? Così i vigorosi Cabernet e Merlot sono stati impiantati in questi terreni, fortemente scolanti - che consentono solo produzioni dai quantitativi limitati - esposti a mezzogiorno; si è optato per vigneti con densità non eccessive (5500 ceppi per ettaro), per non infierire sulla vitalità della pianta, già provata dalla povertà idrica del suolo. Il Merlot che si è ottenuto presenta una intensa ricchezza di aromi e di struttura, tanto che si è voluto presentarlo nella sua purezza, ed è nato cosi il Beccacciaia dal nome della parcella su cui è stato impiantato.La vocazione "bordolese" del territorio è stata affidata al "Cancellaia" nome che, come per il Beccacciaia, trae origine da quello della parcella di terreno in cui sono stati impiantati i Cabernet. In questo vino si riscopre la profondità elegante e severa del Cabernet, Franc e Sauvignon, smussata ed arricchita dagli aromi complessi del Merlot.Abbiamo infine voluto un vino bianco che trovasse il suo riferimento nela solitidà equilibrata dello Chardonnay e nella allegra aromaticità, senza eccessi, della Malvasia Toscana, che non temesse di mostrare i suoi tannini, ma li arrotondasse nella delicata pienezza conferita dalla vinificazione in legno e dal batonnage delle fecce. Così è nato il "Serra de' Cocci", un vino che ricorda l'eleganza degli Chardonnay borgognoni, con una sfumatura "mediterranea", affidata alla Malvasia Toscana.Raccontare un territorio attraverso il vino è una sfida continua. Una fatica che tuttavia non pesa, poichè coinvolge e premia anche quando accade che ti deluda, poichè ti insegna le cose nuove che non hai ancora osservato, che non hai ancora capito, ma che la natura sapeva e che gradualmente si lasciano scoprire e possedere perchè l'uomo le utilizzi, e trovi, attraverso di esse, il modo di creare senza distruggere, e di vivere un'esistenza gratificante e senza angosce.
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