Liguori Pastificio

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  • Gragnano (Napoli)
  • Campania
  • Via dei Pastai, 50
Foto profilo Tanto si legge, si scrive e si racconta sulla pasta, in molti ne descrivono le origini, ne spiegano la storia. Come e quando sia stata inventata, se il suo nome derivi dal latino o da chissà quale altra lingua, non sono domande a cui risponderemo. Noi di Liguori preferiamo parlare della nostra pasta, di Gragnano e della sua antica tradizione.
Basta dare uno sguardo veloce al passato per comprendere che il Pastificio Liguori e la splendida Valle dei mulini non sono altro che un’unica affascinante storia, racconti che si intrecciano, come i due lembi di una casareccia, che a guardarli ci si confonde perché non si sa dove inizia uno e finisce l’altro, semplicemente sono un tutt’uno. Già in epoca romana nell’area gragnanese si macinava il grano. Immaginate le pale dei mulini azionate dallo scorrere dell’acqua del Vernotico, pronte per macinare i carichi di grano in arrivo dalle colonie romane via mare. Fu questo lo scenario che animò il territorio per un certo periodo.
Tempo dopo la necessità di avere scorte alimentari si fece sentire e così ebbe inizio la produzione di pasta secca: era il 16 agosto 1795 quando Don Gaetano Liguori ottenne la concessione da parte del Consiglio della Municipalità di “ fare e vendere maccaroni di buona qualità e unica sorte”.
Da allora in poi ci hanno pensato il lavoro tramandato, la volontà e anche le circostanze favorevoli e propizie a portare Don Gaetano fino ad oggi con il Pastificio Liguori e la sua antica tradizione. Tra i discendenti di Don Gaetano, fu Vincenzo Liguori che nel 1820 fondò l’attuale pastificio. Ovviamente, avere un pastificio a quei tempi non era certo come oggi : voleva dire influenzare le costruzioni di nuovi palazzi perché non togliessero luce alle canne sulle quali si essiccavano gli spaghetti, voleva dire avere “aizacanne” pronti ad agitare le fruste per proteggere la pasta dal passaggio di animali diretti al pascolo. Essere un maestro pastaio, a quei tempi, voleva dire conoscere i venti, dallo scirocco al maestrale e capire la loro influenza sull’essiccazione.
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