22.08.2013 | Prodotti Tipici Inserisci una news

Il progetto Euvite apre le porte dei mercati enogastronomici nazionali e internazionali alla Calabria

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Successo per l'educational tour di EuVite, progetto realizzato in partnership con Edizioni L'Informatore Agrario nel cuore enogastronomico della Calabria: i fattori chiave dopo l'intenso lavoro di ricerca e gli investimenti per valorizzare la qualità raggiunta dai vini calabresi sono identità e aggregazione, in sinergia con i sapori del territorio

Si prospetteranno nuove possibilità per la Calabria vitivinicola rappresentata dai produttori di EuVite sui mercati domestici e internazionali grazie al livello qualitativo raggiunto da alcune etichette, alla riconoscibilità dei vini legata all'origine e all'aggregazione con aziende che producono eccellenze enogastronomiche sul territorio.

Questo è quanto emerso dall'educational tour per la stampa specializzata e gli opinion leader in Calabria promosso dall'associazione costituita dalle aziende vitivinicole Librandi, Malaspina, Poderi Marini, Serracavallo e Statti. L'iniziativa, alla quale hanno aderito una quarantina di giornalisti e numerosi stakeholder dell'area enologica, della ristorazione e della distribuzione, è stata organizzata da Edizioni L'Informatore Agrario, partner dell'associazione per sviluppare attività di informazione e comunicazione volte ad ampliare la cultura del vino calabresein Italia.

 

Molteplici i grandi protagonisti delle due giornate, a cominciare dai vini, dal territorio con i suoi paesaggi tra colline emare, le eccellenze gastronomiche calabresi, dal Fico Cosentino alla Liquirizia di Calabria, e la cucina di chef di grande talento come Ercole Villirillo, Salvatore Murano, Ettore Mazzuca e Salvatore Nigro (Sasà).

«Se oggi non siamo presenti in diversi mercati è perché la Calabria non è percepita come unaregione a vocazione vitivinicola» – ha esordito Nicodemo Librandi, presidente dell'Associazione - «Il grande lavoro di ricerca svolto da vent'anni sui vitigni autoctoni e in particolare su Gaglioppo, Magliocco, Greco Bianco e Mantonico, la qualità raggiunta dalla nostra vitivinicoltura, testimoniata dall'associazione EuVite, la volontà di aggregazione amplificata dalla partnershipcon Edizioni L'Informatore Agrario costituiscono i presupposti più autorevoli per scardinare questo pregiudizio infondato».

 

L'educational tour tra Lamezia Terme, nella cantina di Statti, e Cirò Marina, sede della Librandi, ha presentato i numeri e le potenzialità espressive dei vini calabresi, a partire dai frutti dell'intensa attività di studio e sperimentazione. Si tratta di una delle numerose attività in seno al Progetto portato avanti da Euvite in partnership con Edizioni L'Informatore Agrario che ha ottenuto il riconoscimento di «eccellenza nell'utilizzo dei fondi europei» nell'ambito delle attività del Programma nazionale Rete Rurale Nazionale 2007-2013.

«La Calabria è una "Terra d'uve" ricchissima di genotipi diversi» – ha spiegato Anna Schneider, ricercatrice del CNR di Torino - «Ne danno una misura i numeri: sono stati recuperati 300 vitigni da cui sono stati individuati e descritti ben 120 diversi genotipi, una trentina dei quali sono stati identificati con certezza grazie all'analisi del DNA».

«Dal 2006 è stato fatto un ingente lavoro di selezione» – ha spiegato Franco Mannini, del CNR di Torino – in particolare su tre vitigni, il Gaglioppo, il Magliocco dolce e il Pecorello. L'obiettivo è quello di pervenire a cloni esenti da virus (non curabili) e migliorare l'equilibrio produttivo del vigneto e la qualità enologica delle uve e rendere queste migliorie costanti. Ad oggi la richiesta di omologazione e registrazione nel catalogo delle varietà di vite inviata al Ministero (Mipaaf) interessa 4 cloni di Galioppo, 4 di Magliocco dolce e 1 di Pecorello».

Si tratta di un lavoro importante considerando che per poche varietà autoctone sono disponibilicloni alla base del miglioramento della qualità delle produzioni enologiche.

«EuVite testimonia come si possa realizzare una importante sinergia tra ricerca, impegno in vignae in cantina e sensibilità verso il mercato» – ha aggiunto Donato Lanati, del Centro servizi e ricerca per la viticoltura e l'enologia Enosis Meraviglia di Fubine (Alessandria) - Nell'odierno contesto competitivo l'origine, unica e distintiva, può essere vincente».

 

Il momento clou della tre giorni calabrese è stato la degustazione alla cieca a Borgo Saverona in cui i vini più importanti delle cinque cantine di EuVite sono stati messi alla prova da alcune tra le etichette più blasonate francesi – aoc Borgogna, Cotes de Provence, Chateauneuf du Pape) e italiane – Barolo, Amarone della Valpolicella. Una degustazione da cui i vini calabresi sono usciti a testa alta, che può rappresentare un punto di svolta per la percezione dei vini della regione.

 

Il talk show al Teatro Alikia, moderato dalla giornalista de L'Informatore Agrario Clementina Palese, ha messo a fuoco le potenzialità misurate nel bicchiere, grazie alla degustazione del mattino, sui mercati italiani ed esteri più interessanti.

«Il vino calabrese si caratterizza per i profumi floreali e speziati, tutti da esaltare» – ha detto Ernesto Gentili, curatore della Guida dei Vini de L'espresso - "L'importante è salvaguardare la freschezza del frutto, limitando l'invecchiamento in botti di rovere o una eccessiva estrazione».

Gianfranco Manfredi, giornalista calabrese, da conoscitore delle caratteristiche dei vini della sua terra, ha sottolineato il nuovo percorso tracciato da EuVite: «In Calabria scontiamo il prezzo di un ritardo gravissimo. EuVite rappresenta un'opportunità tutta da sfruttare per fare rete in un mondo penalizzato dall'individualismo».

Andrea Gabbrielli, per il settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso, ha confermato che «EuVite ha segnato una tappa storica: sono state poste le basi per comunicare la ricchezza enologia di una regione che può puntare sulla riconoscibilità dei propri vini».

 

Importanti contributi sono stati forniti per comprendere le potenzialità dei vini di EuVite sui mercati russo e cinese. «I vini italiani in Russia non sono secondi a quelli francesi. Hanno le stesse opportunità, tuttavia si gioverebbero di una comunicazione che facesse riferimento a tutto il Sud Italia, valorizzando lo stile mediterraneo, molto apprezzato nel mio Paese» ha spiegato Eleonora Scholes di www.spaziovino.com.

«In Cina, al contrario» – ha sottolineato Flavio Grassi de Il Mio Vino – il vino italiano è decisamente poco conosciuto rispetto a quello francese che è il più venduto, mentre quello italiano è al sesto posto. Siamo da poco in quel grande Paese in cui non ci sono ristorantii taliani a fare da traino ai nostri vini e le abitudini nel mangiare sono molto distanti dalle nostre. Tuttavia la scarsa conoscenza di tutti i vini italiani può essere una grande opportunità presentandosi uniti, come nel caso di Euvite, per affrontare un mercato dalle grandi potenzialità e inevitabile come quello cinese».

 

Silvana Albanese

Luciano Pavesio



Tag: calabria, cirò, gaglioppo, greco, bianco, librandi, magliocco, Euvite, Mantonico, Lanati, CNR, Alikia


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