27.12.2008 | Vino e dintorni Inserisci una news

Attenzione alle “aste del vino”, c’è rischio di errati investimenti

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Aste del vino? Attenzione alle fregature!!

Si dice in giro di puntare tutto sul vino, di cercare specifici investimenti creati su asset che profumano di brunello, barolo e amarone e molto altro ancora. L’ennesima trovata di qualche furbo che cerca di spillare quattrini facendo credere che puntando sul vino si possono risolvere i problemi finanziari in casa propria. Molte le pagine dei quotidiani che ultimamente mettono in risalto la cosa al grido di “mal che vada te lo bevi…!”.

È c’è gia qualcuno che, avendo creduto a tutto questo, ora si lamenta e sta svendendo bottiglie acquistate prima a prezzi esorbitanti.

Investire in vino si può, nessuno lo nega, ma i guadagni esorbitanti sono appannaggio di pochi.

Da notare che, chi scrive, si occupa in maniera specifica anche di questo genere di valutazione ed è per questo che dovete imprimere nella vostra mente la seguente parola: attenzione. Ci sono vini destinati a collezionisti, altri ad amatori che comprano per bere bottiglie di lusso per il solo gusto di potersene poi vantare e ci sono vini, infine, destinati alle aste internazionali attraverso le case d’aste e dove ognuna ha le sue regole di valutazione basate su un’insieme di norme sotterranee chiare solo agli addetti ai lavori. Ci sono liste, classifiche internazionali stilate con perizia da gruppi di ricerca creati appositamente dalle stesse case d’aste che cercano sistematicamente queste bottiglie.

Attenzione alle classifiche che trovate nelle riviste del settore perché di solito sono attendibili solo per metà giacché fanno riferimento ai soliti nomi blasonati che spingono il lettore poco avveduto a comprare vini a prezzi folli fuori da ogni concezione di mercato sia del collezionismo che dell’investimento puro. Attenzione quindi al prezzo, all’annata, al nome dell’azienda produttrice e del vino perché capita spesso di trovare qualcuno che ha speso soldi per vini che avevano solo un nome simile a quello famoso. Il trasporto di queste bottiglie, inoltre, deve essere fatto in un certo modo per meglio preservare il vino perché non è raro il caso di chi compra e si ritrova con una bottiglia danneggiata non solo nell’etichetta ma anche nel contenuto: certe etichette, soprattutto molto vecchie, vanno trattate come la nitro glicerina. Va da sé che chi le possiede deve seguire regole precise per la conservazione del vino: ambiente a temperatura e umidità controllata, no fonti di luce eccessive, no odori estranei, no rumori o vibrazioni estranee all’ambiente e sistemazione delle bottiglie in un certo modo maneggiandole, ancora, il meno possibile controllando periodicamente la tenuta del tappo e preservando etichetta, capsula e vetro immacolate.

A proposito, evitate di comprare attraverso internet, le fregature più grosse sono state prese in questo modo, a meno che non si seguano percorsi specifici conosciuti dai pochi addetti ai lavori. È più facile gestire un caveau d’oro che l’equivalente in vino ma non basta; chi avesse una bottiglia importante in casa, deve fare attenzione a procurarsi dei certificati delle aziende produttrici che attestino la “qualità mantenuta nel tempo”. Una delle poche aziende che lo fa è Biondi Santi che ogni cinque anni, se portate la bottiglia in azienda, l’apre, la rabbocca leggermente con un brunello di medesima qualità e dopo aver sostituito il tappo, viene emesso un certificato che ne conferma l’operazione consolidando il valore che accresce, in questo caso, più velocemente. Tenete presente, però, che ogni azienda ha le sue regole, che nel vino nulla è scontato e chiaro, che per le bottiglie straniere le regole cambiano di volta in volta e che colui che disse: “ …se la borsa crolla investite in vino mal che vada ve lo bevete…” fu Gianni Agnelli: uno che si poteva permettere qualsiasi crollo e vini di qualsiasi cifra.

 

Fabio Magnani


Tag: Vini, investimenti


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