14.11.2002 | Prodotti Tipici

Latte di qualità, la sfida parte da Eboli

Vallepiana: allevamenti modello, mucche nutrite con erba fresca. La sfida, portata prima alla Centrale del Latte di Salerno, finora presieduta da Mario De Biase, e poi agli oligopoli italiani del settore (l'ex Cirio, ora Eurolat, Granarolo, ecc.) viene da Eboli, dall'Agricola Vallepiana: dodici allevamenti - modello raccolti intorno ad Albino Majone, allevatore e medico anestesista.

ll loro Consorzio fa arrivare sul tavolo dei consumatori campani un latte altamente proteico, 32 grammi di proteine per litro rispetto ai 28 di quelli già in commercio, munto da mucche che mangiano erba fresca. 

Da ogni busta si potrà risalire, mediante un sistema di tracciabilità, al singolo allevatore. Mentre l'annunciata privatizzazione e rilancio della Centrale del Latte di Salerno segna il passo, arriva sul mercato, grazie anche ai fondi europei della sovvenzione globale, un nuovo concorrente che produrrà, imbusterà e distruirà latte fresco di alta qualità. Sede a S. Chiarella di Eboli, l'Agricola Vallepiana è composta da allevatori proprietari di 600 bovini e con una capacità produttiva media di 16mila litri di latte al giorno. Le "buste" dell'Agricola Vallepiana sono state battezzate nel corso di un convegno tenuto al Lloyd’s Baia. 

Relatori Carlo Cannella, ordinario di scienze dell'alimentazione a "La Sapienza" di Roma ed ospite fisso di "Superquark", Beppe Bigazzi, il gastronomo-polemista de "La Prova del Cuoco" e Francesco Tancredi, presidente della Società Italiana di Pediatria. 

"Il latte vero, quello che fa bene a tutto e a tutti, è quello fresco, intero, di alta qualità. Quello parzialmente scremato - ha spiegato Bigazzi - è un'aberrazione del gusto e delle caratteristiche organolettiche. E la materia prima arriva dalla Francia o dalla Germania". Insomma, il latte veramente fresco è il primo prodotto tipico del territorio. I giganti del settore vogliono togliere quella norma che fissa un limite preciso tra la mungitura e la data di scadenza del latte. E' l'unica arma in mano ai produttori e trasformatori locali. 

"Contro questa sciagurata ipotesi vanno erette le barricate", ha detto Giuseppe Di Martino, presidente della Sov.agri. "Il latte che abbia già subito vari 'trattamenti' non deve arrivare sulle nostre tavole, magari chiamandosi anche di alta qualità", commenta Majone.

Oreste Mottola - IL MATTINO

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