08.01.2011 | Vino e dintorni Inserisci una news

Quando il nero d'avola riconduce al territorio di origine

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Questi sono i vini siciliani che mi piacciono e che apprezzo, perché provenienti da uve coltivate in Sicilia, vinificate sull’isola, veramente vini Doc in ogni senso.

Alla guida di questa giovane realtà è il Dott. Pierpaolo Messina, credo non ancora trentenne, ma che da alcuni anni ha elevato considerevolmente la qualità dei propri vini.

L'azienda si trova a Noto nella zona sud-est della Sicilia, a pochi passi dal mare , con un clima da fare invidia a chiunque, che ritroviamo puntualmente prima nelle uve e nei vini poi.

Ho notato che negli ultimi due/tre anni anche la Marabino ha puntato piu' sulla eleganza e bevibilità dei vini, piuttosto che sulla muscolosità, cosa comune a molte cantine dell'isola.

SOCIETÀ AGRICOLA MARABINO

C.da Buonivini - 96017 Noto (SR) - ITALIA

sede legale Via Stentinello, 9 – C.da Targia –

96100 Siracusa

tel. 39.335.5284101

fax 09311846035

e-mail: info@marabino.it

www.marabino.it

IL TERRITORIO DI PACHINO

Il territorio di Pachino è da sempre area di eccellenza per la coltivazione della vite, vanta di avere terreni di natura pianeggiante e di bassa collina con variabilità pedologiche particolarissime che vanno dal bianco calcareo, al nero argilloso, al rosso mediterraneo. Il clima è dolcissimo dall'autunno alla primavera, e d'estate diventa caldo arido con temperature medie tra le più alte dell'isola, questo territorio vanta di essere il più assolato d'Europa con cielo sempre limpido e terso. La nostra scelta di adottare il metodo di coltivazione biologico- dinamico per riuscire ad avere cura della nostra terra, per aver cura dell'uomo, e viceversa. Ciò che vive ha bisogno di ciò che è vivo! E infatti l'agricoltura biodinamica è un tentativo di governare la natura attraverso strumenti naturali generati dai processi di vita della natura stessa. La vite è messa in perfetto equilibrio con il suo ecosistema ed è in grado di ricambiare con i suoi magnifici frutti l'espressione di un territorio unico! I metodi d'impianto sono ad alberello e a spalliera, a cavallo tra la denominazione di origine controllata "Noto" ed "Eloro". L'impianto ad alberello pachinese ha una densità di 7.000 piante ettaro, è detto "impupato" poiché viene "liato", ovvero si legano i germogli a un tutore di canna e poi successivamente è "mazzunato", che consiste nel piegare i germogli per inibire la dominanza apicale , come da antica tradizione. Gli impianti a spalliera sono stati realizzati con una densità di 5500 piante ettaro, sfruttando al meglio le pendenze del suolo, l'irraggiamento solare e i venti dominanti della zona. L'azienda punta sulla riqualificazione del territorio, da sempre vocato alla coltivazione dell' uva da vino. Attraverso una selezione massale dalle vigne più vecchie del territorio di Pachino abbiamo individuato diversi biotipi di Nero d'Avola, vitigno principe della zona, inoltre sono stati reimpiantati varietà autoctone come il moscato bianco da cui nasce il moscato di Noto, vino di antichissime origini. Oltre ai vitigni autoctoni sono state selezionati due cloni di chardonnay che si sono ben adattati al microclima di Pachino conferendo singolari caratteristiche organolettiche.

DEGUSTAZIONE NERO D'AVOLA NOTO 2008 DOC- GR. 13,5

SCHEDA TECNICA

Classificazione: D.O.C. Noto Nero d'Avola

Vitigni: 100% Nero d'Avola

Tecnica di vinificazione: Vinificazione in rosso con lunga macerazione delle bucce con il mosto.

Affinamento Fermentazione malolattica e affinamento in botti di rovere per 6 mesi, segue affinamento in bottiglia per 4 mesi.

Modo di conservazione: bottiglia in posizione orizzontale a temperatura di cantina di 11-14°C con umidità del 65%

Temperatura di servizio: 14-16°C

Grado alcolico: 13,5% vol

NOTE DI DEGUSTAZIONE DI WINETASTE

Questo è un vero e degno rappresentante, in chiave moderna, del Nero D' Avola di Noto.

Rosso rubino in tonalità chiara, già dall'aspetto visivo lascia intendere che in fase di vinificazione si è estratto poco, privilegiando piu' la finezza e l'eleganza rispetto alla " forza e muscolosità " del nero d'avola ;

inizialmente, appena stappata la bottiglia, si percepisce una lieve nota di " tostato/affumicato " conferito dalla barrique, che dopo 10/15 minuti di aerazione nel bicchiere tende a scomparire, per lasciare il posto a note eleganti di macchia mediterranea, mentolate, frammiste ad una leggera speziatura, erbe officinali quali rosmarino e salvia ; in bocca è giustamente caldo, tannini nobili di grana medio/fine, buona la trama e la beva che ne consegue, un vino godibile ed armonico.

I vini siciliani degli ultimi anni, nelle migliori espressioni, hanno vinto la loro scommessa in fatto di bevibilità ed eleganza, ora si tratta di vincere l'ultima sfida che i mercati internazionali andranno ad richiedere loro : la durata e conservabilità negli anni.

Se questi vini siciliani supereranno la sfida con il tempo, allora credo ce ne sarà poco anche per i competitors internazionali, cugini compresi.

Temo invece i paesi " emergenti " dell' America latina, quali l' Argentina ed il Cile per un duplice ordine di motivi :

in questi luoghi lo stipendio medio di un operaio agricolo è dell'ordine di 200/300 dollari Usa;

la cordigliera delle Ande sta compiendo veri e propri miracoli.

Ritornando al nostro Nero d' Avola di Marabino posso affermare che questo vino è da classificare ottimo ( 88/89 ).

Roberto Gatti


Tag: winetaste, gatti, sicilia, marabino, noto, nero d'avola, barocco, messina pierpaolo


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