27.06.2011 | Vino e dintorni Inserisci una news

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Uva abbandonata nei campi e vino in cantina, la crisi in Umbria

Le ricette di Confagricoltura per far fronte ad una crisi la quale sembra più di incapacità di commercializzazione che produttiva.

Misure classiche per far fronte ad una crisi, che non sembrano esplorare altre possibilitàcome invece si tenta di fare col tabacco per il quale si pensa ad un utilizzo nei biocarburanti, sono quelle richieste dal mondo agricolo dell'Umbria..
Mettere a sistema progetti e risorse, recuperare peso sui mercati, puntare all'export con un piano strategico regionale e misurabile. Quindi promuovere non solo il prodotto, ma l'Umbria e il binomio vino-territorio.

Queste le strade da percorre, secondo Confagricoltura Umbria, per rilanciare il comparto vitivinicolo umbro che sente ancora il peso di una vendemmia, quella 2010-2011, non certo felice, con un calo di produzione pari al 2% rispetto all'anno precedente e in controtendenza rispetto all'andamento generale nazionale.
Nella stagione 2010 la produzione di vino in Umbria si è attestata infatti a 973mila ettolitri. Stabile l'andamento per i vini Doc a circa 327mila ettolitri mentre è pesante il calo registrato dalle produzioni Igt, che mostrano una flessione del 2,5%, a 397mila ettolitri.

A completare il quadro, un export decisamente debole: in Umbria su una produzione di 1milione di ettolitri solo 20mila sono destinati al mercato estero.
"Un segnale da non sottovalutare -afferma il Presidente di Confagricoltura Umbria Guido Vivarelli Colonna -poiché l'uva è rimasta nei campi e le giacenze sono arrivate ad essere circa il 40% in più della produzione ordinaria.
Gli imprenditori umbri – nota ancora Colonna – hanno fatto la loro parte contenendo il surplus di produzione, ora attendiamo uno sforzo ulteriore di responsabilità per dare concretezza al Piano vitivinicolo regionale più volte auspicato e ciò anche non perdere l'occasione di agganciare il treno della ripresa mondiale, il cui raggiungimento, per noi, passa principalmente dalla nostra strategia e dall'uso intelligente delle risorse europee dell'Ocm vino''.

Quindi la necessità di avere una regia unica per una promozione integrata, "perché per promuovere il vino bisogna promuovere il territorio e perciò l'Umbria. Abbiamo – prosegue Colonna– un potenziale di 16mila ettari ma abbiamo difficoltà ad andare sui mercati. Troppa frammentazione, senza un piano guida unitario ".

Promozione quindi, ma anche semplificazione per vincere la guerra dei campanili e dei tantissimi piccoli produttori che annaspano rispetto alle grandi imprese.
Operando in maniera organizzata – puntualizza il Presidente - sicuramente potremmo risolvere una parte dei problemi che la crisi ha aperto, ed il problema della ristrutturazione di un settore che con il disaccoppiamento degli aiuti europei comunque dovrà perdere un 30-35% del vigneto".

Infine sostenere e rinforzare l'enoturismo che ad oggi resta una delle poche certezze per uno sviluppo enologico consapevole della nostra Umbria ed in questo momento sempre di più una soluzione ai problemi di mercato. "Il patrimonio ambientale, storico e artistico della nostra regione, conclude Colonna, eserciterà sempre un forte richiamo per un turista attento alla qualità dei territori e dei suoi prodotti. Ecco perché diventa fondamentale non rinunciare a questa prospettiva, ma cavalcarla con un progetto di promozione unitario e credibile".

( Fonte Iltamtam )


Tag: vino, winetaste, gatti, umbria, cantine, vendemmia, sagrantino di montefalco, crisi


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