Ad Anteprima Amarone in programma a Verona il 1° e 2 febbraio il punto degli esperti sull'annata a battesimo
Grande ampiezza aromatica ed equilibrio gustativo per un millesimo all'insegna dell'eleganza.
È l'Amarone 2016 secondo il panel di esperti del Consorzio tutela vini Valpolicella, presentato ad Anteprima Amarone da Diego Tomasi, ricercatore del Crea-Ve (Centro di ricerca viticoltura ed enologia di Conegliano).
Dai 23 campioni degustati, provenienti dalle differenti vallate della denominazione, è emersa soprattutto la grande armonicità dei profili sensoriali, a partire dai profumi, con un ventaglio olfattivo che va dai sentori di frutta rossa e nera, fino alle note di confettura, e sfumature speziate e balsamiche.
E se la struttura al palato si rivela più moderata rispetto a quella dell'Amarone 2015, spicca l'ottimo equilibrio tra acidità e tannini.
Caratteristiche queste, che collocano l'annata 2016 su un livello qualitativo potenzialmente superiore rispetto a quelle del 2013 e del 2014.
Cauto invece il confronto tra le varie vallate, che secondo gli esperti in una stagione favorevole come quella tenuta a battesimo risente anche di fattori esogeni diversi riscontrabili all'interno della stessa vallata (come l'esposizione e l'altitudine dei vigneti), dalla modalità di coltivazione (pergola o Guyot) all'uvaggio, fino al processo di appassimento.
Dal punto di vista climatico, l'annata è stata positiva in tutti gli areali e per tutte le cultivar della Valpolicella, a vantaggio di una maturazione tecnico-fenologica raggiunta senza difficoltà.
Nonostante una primavera particolarmente fredda e piovosa, seguita da un'estate con temperature al di sotto della media storica, la fase di invaiatura si è svolta nei tempi consueti tra fine luglio e la prima decade di agosto. Infine, con l'arrivo di settembre le temperature elevate e la buona ventilazione hanno permesso il giusto compimento del ciclo vegetativo, oltre a un inizio della raccolta di uve per l'appassimento in linea con la media storica.
Sul fronte dello stile, l'Amarone 2016 segna in maniera sempre più chiara la tendenza a produrre un vino caratterizzato da un minor residuo zuccherino medio (al di sotto dei 4 g/l), ma anche un estratto secco e un pH più contenuti, alla ricerca non solo di potenza e ricchezza, ma anche di un gusto elegante e ben bilanciato.
Altra tendenza riscontrata è quella che punta a un periodo di invecchiamento più lungo prima dell'introduzione del vino sul mercato.
I due terzi dei campioni degustati dai tecnici sono infatti prelievi da botte e sugli otto Amaroni già imbottigliati, tre non risultano ancora in commercio.
Silvana Albanese
Luciano Pavesio
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