24.03.2005 | Cultura e Tradizioni

A Pompei si mangiava così

Per tre mesi gli Scavi di Pompei ospiteranno “De Gustibus”, un viaggio nel tempo per conoscere i sapori dell’antica città vesuviana. "Se a un banchetto volete bere molto e mangiare con appetito prendetelo crudo prima del pasto e fate altrettanto dopo, vi sembrerà di non aver ingerito nulla e potrete bere quanto volete". Commento sul cavolfiore tratto dal “De Agricoltura” di Catone.

De Gustibus non disputandum est. E’ proprio il caso di dirlo, anche i romani a tavola avevano capricci e desideri che colmavano con le ricette di 2000 anni fa. Dopo numerose indagini archeologiche, iconografiche, letterarie e botaniche, condotte dal Laboratorio di Ricerche e applicate della Soprintendenza di Pompei, si è potuto finalmente comparare la cucina del terzo millennio con quella dei nostri più celebri antenati.

Dal 26 marzo al 26 giugno anche il pubblico per la prima volta potrà passeggiare tra i giardini pompeiani degustando i millenari prodotti della terra e apprendendo i segreti dei “praecepta culinarium”. Un itinerario gastronomico tra i sapori e gli odori di una ricca e vivace Pompei che il 24 agosto del 79 d.C. abbandonava le gioie della vita per essere seppellita da lapilli e cenere per 1700 anni. Una copertura di magma che ha conservato perfettamente la città campana, custodendo persino i prelibati frutti di cui si cibavano gli abitanti.

Un grande numero di specie utilizzate e di varietà ortofrutticole che costituivano un vanto delle produzioni agricole locali come la cipolla, il cavolo pompeiano (cavolfiore) o le albicocche, ancora oggi un tipico prodotto del Vesuvio. Chi volesse invece esercitare l’arte culinaria per diventare un novello chef luculliano potrà imparare le modalità della cottura e della conservazione dei cibi (come quella degli alimenti con l’uso di spezie e del miele) grazie alle ricette di Columella, Plinio e Catone, e acquistando inoltre gli ingredienti per la realizzazione di pietanze che daranno un'idea dei differenti sapori attraverso l'uso del dolce, del salato e di erbe aromatiche e spezie. Un incontro “ad gulam” che prevede il coinvolgimento di esperti del gusto, che si ritroveranno in una giornata di Studi sulle biodiversità e la valorizzazione delle tradizioni agricole locali organizzata in collaborazione con Slow Food.

E che dire delle Georgiche pompeiane? Negli orti vicino l’Anfiteatro saranno presentate le diverse tipologie di utilizzazione della terra come la coltivazione degli ortaggi, la frutticoltura e la viticoltura. Dai piaceri della tavola imbandita si passerà alle erbe farmaceutiche, e con una spruzzata di “odor suavis” agli unguenti delle profumerie sino alle piante coronarie, con una particolare attenzione a quelle ritenute oggi selvatiche e che nell'antichità erano comunemente coltivate.

Per verificare quindi se le nostre abitudini siano davvero all’altezza di quelle dei divini imperatori dovremo percorrere l’iter pompeianus tra le coltivazioni, i fiori e le piante aromatiche utilizzate per curarsi, imbellettarsi e preparare i banchetti di duemila anni fa prima che fossero sotterrati in una dispensa di lava.


Dove: Tabernae di Via dell'Abbondanza
negli Scavi di Pompei (Na)
Quando: dal 26 marzo al 26 giugno; dalle ore 8,30 alle 18,00
Quanto: 10 € (da 25 a 65 anni); 5 euro (da 18 a 25 anni)
Info: 081.8575111

Fonte: Campaniasuweb

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