| Il programma del 
			Convegno, presieduto da Valter Brondolin 
			(vice Presidente CIA Veneto) e presentato da 
			Alessandro Ghiro (Presidente CIA 
			Veneto) prevede una prima parte durante la quale interverranno: 
			Antonio Calò (Direttore 
			dell'Istituto Sperimentale per la Viticoltura e l'Enologia di 
			Conegliano) che introdurrà i lavori della giornata, 
			Dino Scanavino (responsabile 
			nazionale CIA per il Settore Vitivinicolo) che esporrà la 
			politica dell'attuale OCM del vino.CIA Veneto è una organizzazione di 
			imprenditori agricoli, impegnata per la costruzione - in Italia e in 
			Europa, di un'agricoltura forte e di qualità, capace di valorizzare 
			tutte le risorse, di essere competitiva sul mercato e di concorrere 
			a determinare il progresso equilibrato della società.
 Ed ancora, Denis Susanna 
			(Presidente CIA Treviso) il quale parlerà dell'esperienza di 
			Treviso come osservatorio dell'evoluzione dei 
			mercati; Antonio Melato 
			(Presidente Confcooperative Fedagri Veneto) che illustrerà le 
			opportunità offerte dal mondo cooperativo 
			nella nuova politica vitivinicola. Davide 
			Gaeta (docente di Marketing dei Prodotti Agro-alimentari 
			e Vitivinicoli all'Università di Milano) esporrà alcune riflessioni, 
			tra provocazioni e proposte, sulle nuove 
			regole per il mercato.
 
 La seconda parte del Covegno vedrà come protagonista il mondo 
			politico e amministrativo con un dibattito, presieduto dal 
			giornalista economico Gianni Locatelli, 
			al quale parteciperanno il Presidente 
			Nazionale CIA, Giuseppe Politi, il sottosegretario alle 
			Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali, 
			Guido Tampieri e il vice-Presidente 
			della Regione Veneto, Luca Zaia.
 
 Sarà questa l'occasione per discutere su temi quali l'autonomia 
			delle imprese del comparto, la 
			semplificazione della normativa che le regola, le 
			specifiche esigenze regionali e 
			territoriali (pur nel quadro di ampie linee guida 
			comunitarie e nazionali) e le opportunità da non mancare perché il 
			settore vitivinicolo possa continuare il ruolo di traino dell'export 
			agro-alimentare italiano.
 
 ''Una domanda apparentemente irriverente varrebbe la pena di 
			farsela'', ha detto Davide Gaeta, 
			anticipando le questioni che saranno poste sul tappeto: ''Abbiamo 
			davvero bisogno di altre regole che disciplinino il mercato? Davvero 
			le imprese vitivinicole dell'Europa Unita devono muoversi entro le 
			rotaie delle decisioni prese in qualche ufficio e poi distillate nei 
			cosiddetti tavoli di trattative della tanto amata concertazione? O 
			non è forse che, proprio per seguire tali regole, sono sorti costi 
			aziendali che rischiano di essere più onerosi degli eventuali 
			vantaggi? Abbiamo davvero fatto bene i 
			conti di quanto costa all'impresa questa macchina legislativa?''
 
 ''In sede comunitaria'' - ha commentato 
			Giuseppe Politi - ''per la 
			definizione delle norme si usano espressioni come competitività, 
			sostenibilità, politiche di qualità: termini che condividiamo ma che 
			devono trovare coerente ed organica applicazione. Inoltre 
			è necessario premere con decisione sul pedale della semplificazione 
			e dell'autonomia decisionale. Siano le 
			Regioni, in un quadro organico e condiviso, e con i 
			soggetti protagonisti, a gestire le rispettive dotazioni 
			finanziarie, limitando il ruolo nazionale centrale e quello degli 
			stessi organismi di Bruxelles''.
 
 Molto attesa, infine, la relazione di Luca 
			Zaia: ''Dal Veneto deve partire un segnale forte 
			all'indirizzo delle istituzioni italiane ed europee. Un segnale che 
			vogliamo sia raccolto e condiviso da tutto il comparto e che porti a 
			una OCM realmente modellata sulle esigenze delle aziende 
			vitivinicole''.
 
 
 
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 Per Informazioni:
 Giorgio Vizioli - Rosella Trombetta
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 E-mail: 
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 rosella.trombetta@studiovizioli.it
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