L’organismo
nazionale, nato nel 2002 su iniziativa di dodici comuni,
dell’Università di Perugia e del ministro dei Beni culturali, si
propone di dar vita ad un progetto virtuoso imperniato su tre fronti
convergenti: turismo, prodotti tipici, beni culturali. L’idea è
quella di riconoscere alle risorse locali (umane e produttive) un
ruolo strategico per garantire un solido sviluppo economico ed
occupazionale e per determinare la crescita culturale e sociale
della propria comunità, attraverso la promozione di nuove formule di
turismo legate alla gastronomia culturale e l’ideazione di eventi
culturali, mediatici e promozionali.
Ma qual è lo spirito di Dimore e Sapori,
che è solo una delle tante ramificazioni in cui è articolata
l'attività dell'associazione? “Da Nord a Sud, Basilicata compresa,
esistono edifici storici inutilizzati o sottoutilizzati – spiega
Felice Vertullo, docente di Marketing dei beni culturali e
ambientali dell’Università di Perugia e consulente del ministero per
i Beni e le Attività culturali – Un patrimonio storico e monumentale
che non possiamo disperdere. E allora perché non trasformare questi
contenitori in centri di eccellenza per la ricettività turistica
internazionale? Noi crediamo che queste vecchie dimore possano
diventare dei veri e propri incubatori per tutelare e valorizzare le
risorse locali, culturali ed enogastronomiche, e farne l'ossatura di
un nuovo modello di marketing territoriale”.
Molte le possibili ricadute sul territorio in termini economici,
occupazionali e culturali, soprattutto se, come pare, verrà presto
sottoscritto un importante accordo di programma tra associazione
Città dei Sapori, Compagnia di San Paolo ed i ministeri per i Beni
culturali e delle Attività produttive. Vertullo anticipa alcune
possibili diramazioni che potranno scaturire dall'accordo: “Pensiamo
di costituire un centro d’eccellenza per ogni distretto culturale,
all'interno della quale far nascere una scuola d’alta formazione per
il turismo, creare gli oscar del territorio e promuovere lo scambio
di buone pratiche sia all’interno che all’esterno del circuito dei
comuni aderenti”.
“L’entusiasmo che abbiamo registrato da parte dei 24 comuni lucani
aderenti all’iniziativa conferma l’intuizione dell’associazione
sulla necessità di pensare ad uno sviluppo basato sulle nostre
risorse – sottolinea Franco Corbo, segretario della consulta
regionale della Città dei Sapori - Il meeting sarà il primo tassello
di un percorso che prevede, tra l’altro, l’istituzione di un albo
etico dei prodotti della Basilicata e la creazione della borsa del
Turismo Culturale, concepita come market-place permanente
all'interno della quale vendere il prodotto Basilicata”.
Sul sito
Italiapress.com tutti i
dettagli della iniziativa in tempo reale.
Luigi Cannella
cittadeisapori05@libero.it |