Il Chianti Classico è pronto a sbarcare in Russia. I cittadini della ex Unione Sovietica rappresentano un mercato ampio e tutto da scoprire.
Basti pensare che nella sola Mosca, dieci milioni di abitanti, sono quasi due milioni i «nuovi» ricchi. E non hanno intenzione di lasciarsi sfuggire prelibatezze come il Chianti Classico.
Di possibile esportazione di vino in Russia se ne è parlato durante una cena tenuta nel Castello di Verrazzano in onore dei quaranta delegati della Moscow School of political studies. Tra una prova concreta di apprezzamento del Chianti Classico e un piatto di penne al cinghiale, i partecipanti hanno mostrato vivo interesse ad aprire il mercato al Gallo Nero.
«Le nostre regioni — ha dichiarato la fondatrice e direttrice della scuola, Elena Nemirovskaya — sono pronte per ricevere il Chianti Classico. Si tratta solo di fargli varcare il confine». Apertura questa, che ha anticipato soltanto di qualche mese l'iniziativa già in calendario da parte del Consorzio del Chianti Classico. «Entro il prossimo anno — ha detto il direttore Giuseppe Liberatore — abbiamo in programma una manifestazione legata al vino a Mosca».
I rappresentanti della scuola moscovita, provenienti da numerose parti della confederazione russa, hanno dimostrato di gradire la «giovane» annata 2000 e la riserva 1997. E lo hanno manifestato i numerosi brindisi usati come scusa per riempire i calici.
Prima della cena, la delegazione era stata ricevuta in palazzo comunale a Greve dove il sindaco Paolo Saturnini aveva parlato dell'esplosione del turismo nel Chianti. «Soltanto dieci anni fa — ha detto Saturnini — c'era un decimo dell'offerta e delle strutture ricettive attuali. Tutto è lievitato grazie al lavoro e all'impegno di chi ha creduto nel turismo come risorsa per lavorare. Mi ricordo di un consiglio comunale dove di parlava di vino a 80mila lire al quintale. Oggi siamo a 800mila lire»
Andrea Settefonti