18.04.2008 | Vino e dintorni

Una vecchia grande bottiglia

Organizzo una serata di degustazione con un gruppo di amici, appassionati e sommelier, e trovandomi di buon umore, voglio fare a loro, ma non vi nascondo anche a me, una bella sorpresa. Vado a rovistare nella mia cantina e prelevo una bottiglia di Sassella annata 1969, quasi 40 anni di vita sulle spalle, scuro come deve essere il vetro, il livello del vino sul collo in ordine, sembra tutto veramente ok !

Non la apro molto tempo prima delle degustazione, perché mi è stato insegnato, che bottiglie cosi’ vecchie, potrebbero ossidarsi facilmente se decantate tanto tempo prima. Con una certa emozione, perché questi “nonnetti“ danno sempre emozione e fanno salire l’adrenalina a 1.000, mi accingo alla stappatura, osservato dai presenti.

Il Tappo abbastanza elastico e tenero, si spacca a metà, ma riesco a togliere anche l’altra parte, senza problemi. Annuso il tappo è perfetto, integro, le speranze di trovare qualcosa di buono aumentano con il passare dei minuti, avvicino il naso alla cima della bottiglia e non sento odori cattivi, ne di riduzione e ne di ossidazione, sembra che ci siamo. Dopo 10/15 minuti si inizia l’avventura e consiglio ai presenti di avere pazienza , lasciare il vino nel bicchiere un bel po di tempo, lasciare la possibilità al vino di aprirsi a dovere e di notare come, i profumi nell’arco di 10/15 minuti possano cambiare ed evolvere.


Degustazione
Vino Sassella 1969- Enologica Valtellinese- gr. 13,75

Al colore è aranciato, ma trasparente; al naso inzialmente note di tabacco, e leggeri sentori di “acetone“, smalto, vernice che con il passare dei minuti scompaiono; note terziarie di grande complessità e piacevolezza, emergono note mentolate che mi hanno dato il massimo del piacere; in bocca è vivo, pimpante a tal punto da potere preventivare ancora una lunga vita, pur trattandosi di un vino di circa 40 anni.

Nel 1969 si era in piena epoca di ribellioni giovanili, io frequentavo l’Istituto Tecnico a Ferrara, ero un ragazzino, ancora non conoscevo mia moglie e non erano nati i miei figli. Un’epoca che a pensarci è proprio lontana, quasi anni luce, era il tempo della guerra nel Vietnam, le musiche di Jimmy Endrix, dei Beatles e dei Rolling Stones, del Piper di Roma, e mi divertivo con il mio gruppo musicale a suonare la batteria , meglio che mi fermo qui, perché mi sta prendendo una certa nostalgia, per ciò che è stato ed ora non c’è più: un brivido mi ha preso alla schiena. Tutta colpa o “merito“ di questo vino, accidenti.

Stavo scrivendo della gustativa, pimpante, ancora una bella spalla acida, bei tannini freschi, puliti, non asciuganti, una bella persistenza. Che bel vino, che bella esperienza e che belle emozioni ci ha regalato nell’arco di solo mezz’ora. Questi i risultati tradotti in punti, con uso di scheda AIS, ma non li vorrei nemmeno riportare, mai riusciranno a raccontare quello che abbiamo vissuto, ma è solo per farvi meglio capire la grandezza di questo vecchietto di appena 40 anni :

95-95-93-95-97 = media 95/100

Un grazie di cuore a chi lo ha prodotto all’epoca, pur non essendo a conoscenza se l’ Enologica Valtellinese esiste ancora, ma mi informerò a dovere, chissà che in cantina non ne abbiano ancora qualcuna di queste bottiglie, disponibili per l’acquisto e per essere contemplate e centellinate, cosi’ come abbiamo fatto, in alcuni amici raggruppati intorno ad un tavolo.

 
Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email: gatti-roberto@libero.it
Winetaste.it - contact@winetaste.it
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