26.10.2006 | Vino e dintorni

Sughero e tappi: tutte le novità

''Ricevo questo interessante ed istruttivo articolo in tema di tappi per enologia, da parte dell’enologo Lorenzo Tablino, e volentieri lo pubblico nelle rubriche di degustazione da me curate, in quanto a mio avviso il tappo riveste una importanza fondamentale per la buona conservazione e lo sviluppo degli aromi terziari nel vino. Ciò è vero soprattutto se si considera la resa del vino con il passare degli anni''.

Tappi: è tutto un problema!
Un noto produttore di Barolo in prima pagina, i telegiornali che trattano della diffusione del tappo in plastica, prezzi da capogiro per le misure extra e ancora... nuovi tappi tecnici o alternativi, nuovi lubrificanti e sanitizzanti, il caos degli additivi usati. Nel frattempo nuovi sistemi di controllo sul prodotto finito si perfezionano, i nuovi impianti di querce selezionate sono ormai una realtà.
 
I convegni scientifici sul sughero sono sempre più frequenti, per gli enologi sono disponibili almeno 25 nuovi eccellenti lavori scientifici di ricercatori italiani ed esteri. Sono stati interessanti viaggi di lavoro a Oporto - Portogallo, nel Penedes Spagnolo, nel sud-ovest-France ad evidenziare o approfondire, con l'aiuto di colleghi enologi, questa complessa e spesso poco conosciuta realtà. In ordine alfabetico, schematico e informale, le recenti e più interessanti novita' in fatto di lavorazione del sughero e di utilizzo di tappi in cantina.

Ho pensato di correlare il tutto con la mia esperienza di lavoro a Fontanafredda. E allora: consigli pratici, avvertenze, furbizie e altro del complesso mondo del sughero.

A - come Additivi
Nei tappi che acquistiamo se ne trovano molti. Nei lubrificanti, nei collanti, negli inchiostri, nei sanificanti, da qualche altra parte. Il problema è solo uno: conoscerne qualità e quantità. Occorre richiedere precisi chiarimenti ai produttori di sugheri con le relative schede tecniche. Non sempre vengono dati esaurienti e precisi. Alle singole voci un aggiornamento su un complesso problema.
 
A - come Altec
Il tappo alternativo più conosciuto e più usato in tutto il mondo. Nato nel 1994, oggi viene prodotto in circa 85 milioni di pezzi al mese dalla multinazionale francese Sabate'. E' formato da suberina ottenuta dalla quercia del sughero e microsfere di materiale sintetico. Il tutto agglomerato con speciali adesivi. Controlli accurati del processo, eliminazione della lignina, accurata sterilizzazione di tutto dovrebbero garantire sicurezza nell'uso in cantina. Ma in alcuni casi si sono riscontrate lievi cessioni.
 
A - come Assicurazione
Di norma i sugherifici sono assicurati per danni legati all'uso del tappo, oppure per danni al vino. Poche volte il danno causato dai tappi al vino è facilmente verificabile. Di norma nasce un contenzioso tra i soggetti della filiera. Colpa della bottiglie, del tappatore, della conservazione in cantina? Per limitarsi al tappo: responsabile è la materia prima? La lavorazione in sugherificio? Il trasporto?

Districarsi è molto difficile, spesso si tratta, come nella colosità delle bottiglie, di concause. Per questo, di solito, si accetta un lodo arbitrale o una transazione extragiudiziaria. E' successo recentemente ad un noto barolista. Ha avuto i danni rimborsati.
 
A - come 'A la boule'
Ovvero tappare senza aria, non a livello riempimento 7cm  come in Italia, ma a 5,3cm, ovvero solo una piccola bollicina d'aria. Detta anche 'a schizzi'. Per i grandi crus della Borgogna serve? Il vino modifica il volume per aumento temperatura, ovvero cresce di 1,5mm ogni aumento di 5 gradi. Certamente è facilitata la colosità. Ma è una vecchia questione. Per anziani enologi ''una leggera colosità non è male... anzi i profumi migliorano ect... ect''.
 
B - come Birondellati
Tappo tecnico, ovvero un agglomerato con due rondelle - di norma 1+1. Chi è in grado di controllarne la qualità? Un testo scientifico? Esiste? E' in aumento il loro utilizzo causa il prezzo modesto. Ma i problemi non mancano. Spesso i produttori utilizzano semilavorati. Ad esempio le rondelle per birondellati sono in pochi a produrle e il sughero non sempre è di ottima qualità. Aggiungiamo che, per il consumatore, l'immagine migliore è sempre quella di un tappo naturale.
 
C - come Collanti
Il poliuretano è sempre più usato, sia per incollare il truciolato, sia per attaccare le rondelle; anche la prima rondella, quella che andrà a contatto con il vino. Infatti, non tutte le aziende usano caseinato in qualità di collante. Il poliuretano può essere usato a caldo e a freddo. E'ammesso legalmente anche a contatto con il vino, ma alcune aziende francesi nei capitolati per i tappi agglomerati impongono caseinato per la prima rondella.

Nel processo di lavorazione del poliuretano si possono formare T.D.I. oppure T.D.A., composti della famiglia dei toluene. Da alcuni autori sono considerati sospetti cancerogeni e il Giappone presta una certa attenzione. Sono, inoltre, pericolosi alcuni additivi utilizzati nella lavorazione del poliuretano: ftalati, solventi e benzene.
 
C - come Collo secco
Se il tappo entra in un collo bottiglia umido di vino e spesso d'acqua residua di lavaggio, si forma un sottile velo di liquido tra parete sughero e vetro. In tal modo il tappo è potenzialmente più coloso. Ma è un problema complesso. Le bottiglie vanno risciacquate prima dell'imbottigliamento e liberate dell'acqua residua rimanente. Per ottenere il collo secco della bottiglia? Impianti sovradimensionati, risciaquatrici a doppio giro, lenta risalita della bottiglia verso il cono di tappatura, in parte risolvono il problema.
 
C - come Colosità
Un vino di pregio, un tappo pagato caro, un servizio perfetto anche nei particolari. Ma il tappo è coloso! Il vino si è infiltrato sino alla sommità del collo, c'è anche un po' di muffetta. Il fenomeno è molto complesso. Quattro in sintesi le cause:
- la Qualità del sughero;
- la Difettosità della bottiglia e un riempimento non razionale;
- il Tappatore e le operazioni di tappatura;
- l'Immagazzinamento ed il trasporto.
Aggiungo che spesso e volentieri sono concause.

Da un punto di vista statistico le maggiori cause di colosità le ho identificate in:
1. Eccesso di pressione nel cuscinetto aria soprattutto in fase di trasporto, con bottiglie coricate e capovolte (in particolare se vini bianchi secchi);
2. Eccesso di compressione del sughero in fase tappatura;
3. Bottiglie subito coricate.
 
C - come Controlli arrivo
Oggi è possibile prevenire i danni del sughero al vino con controlli adeguati al momento del loro arrivo in cantina. All'arrivo in cantina procederemo ad un razionale campionamento.
- Lotto sino a 20.000 tappi - prelevare 50 pezzi;
- Lotto sino a 100.000 tappi - prelevare 100 pezzi;
- Lotto sino a 300.000 tappi - prelevare 150 pezzi.

Prelevare in sacchetti di nailon - attenzione all'igiene.
Occorre eseguire: dimensioni - peso - densità (oltre 0,170 per il naturale e 0,260 per agglomerato) e ovalizzazione. Inoltre controllo visivo per porosità e presenza pancia, schiena, verdone, macchie. Sezionando un turacciolo si valuteranno i canali lenticolari. Al tatto si valuteranno elasticità e lubrificazione.

Inoltre, occorre far effettuare da un laboratorio esterno: umidità (compresa tra 4 e 6 per cento), presenza perossidi (max 0,2mgr/tappo) e presenza tiosolfati che dovranno risultare assenti. Faremo anche l'analisi microbiologica: muffe/max 10u.f.c., lieviti/max 5u.f.c. e batteri/max 20u.f.c. sono i parametri di sicurezza. Si sottolinea l'importanza di un campionamento rappresentativo e la rapidità delle analisi.

I costi: convenzionandosi con un laboratorio circa 800 - 1 milione annui per 3-4 determinazioni. Precisiamo che non tutti laboratori enochimici effettuano le analisi di cui sopra, c'è il rischio di trovarsi, causa analisti non molto affidabili, con dei dati puramente qualitativi che dicono ben poco.
 
C - come Conservazione
Aspetto poco considerato negli anni scorsi, assume - oggi - molta importanza. La conservazione in locali idonei, non umidi, non inquinati e ventilati è importantissima. Sotto accusa inquinamenti di microorganismi o peggio inquinamenti accidentali da legno trattato con cloroderivati. Va pure protetto il livello di umidità dei tappi. Temperatura 15-18 gradi e umidita' relativa 70% sono i parametri consigliati.

I tappi saranno tenuti sempre sollevati dal pavimento. Occorre verificare il legno delle plance. Infine, i lubrificanti: per quanto tempo non modificano le loro proprieta' in funzione dell'ambiente di conservazione?
 
C - come Coricare
Da anni è noto che una bottiglia appena tappata e subito coricata è tendenzialmente colosa. Bastano pochi minuti per avere un notevole ritorno elastico del tappo. Per le piccole aziende non è un problema. Si lascia in piedi 24 ore poi si corica, mentre sulle grandi linee - oltre 5000 pezzi/ora - è impossibile. In questi ultimi anni si affacciano soluzioni. Polmoni di accumulo sulle linee di imbottigliamento, onde lasciare in piedi la bottiglia per almeno 5 minuti. Il ritorno elastico è ampio - circa l'ottanta per cento - seppure il tempo sia breve.

Ma la soluzione migliore, anche se costosa, consiste nell'avere contenitori appositamente sagomati, ove la bottiglia prima è sistemata verticalmente e in seguito orizzontalmente, a seguito capovolgimento - con appositi carrelli - di tutto il contenitore. Inizialmente hanno trovato applicazione nella lavorazione champenoise presso la grandi maison. In 48 ore il tappo completa il ritorno elastico e aderisce perfettamente al vetro.
 
D - come Difficile estrazione
''Niente da fare, non viene via''... Magari sei con un cliente importante .... capita. Le cause sono poliedriche: sughero di cattiva qualità, duro, verdonato, presenza di schiena, diametro eccessivo, spesso mal lubrificato per carenza di siliconi, oppure hanno usato troppa paraffina. E ben noto che a 50 gradi, in fase di pastorizzazione o trasporto in container non isolati potrebbe fondere, in tal caso di norma il tappo si 'incolla' al vetro della bottiglia.

Inoltre la temperatura incide notevolmente sull' efficacia lubrificante. Per i bianchi e gli spumanti portati alla temperatura di servizio è un problema. Oltretutto vengono tappati con agglomerati. Se il tappo non si estrae inutile insistere, si rischia di romperlo. Spesso la difficoltà di estrazione è dovuta al cavatappi: un cavatappi a doppia leva per frizzanti, le pinze per spumanti, spesso risolvono situazioni critiche.
 
D - come Disciplinare
In molti ne hanno parlato, è quello stilato nel 1996 all'università di Piacenza dal gruppo di studio sul disciplinare tra AssoSughero e Unione Vini. Vi ho partecipato. Quando si tratta di applicarlo è un pasticcio. Non ha alcun valore legale, molti produttori esteri non lo riconoscono. Non e stato aggiornato. Alcuni limiti sono discutibili. Nel controllo dei materiali ossidanti non si accenna al problema dell'eventuale presenza di anidride solforosa. Vedi tiosolfati.
 
D come Dimensione
Maggior lunghezza, maggior diametro, sale il prezzo. Anche la qualità? Non è detto!!! Solo per il diametro contano le annate della corteccia di sughero. Tutto il resto è relativo. Precisiamo che un tappo lungo 50mm è più che sufficiente per una perfetta tenuta. La massima pressione del sughero contro le pareti del vetro si ha nei primi 20mm. La presunta immagine che darebbe un tappo di grandi dimensioni ha, attualmente, meno rilevanza che nel passato.

Allora la dimensione ideale per un tappo? Conta la bocca - collo bottiglia e relativa svasatura. Vale la vecchia regola: 7mm oltre. Con 17,4mm circa - bocca italiana - andrei a 24mm - max 25. Con un tappatore adatto!! Tolleranze sulle misure contrattuali: max 0,4mm sulla lunghezza e 0,3mm sul diametro, con un ovalizzazione contenuta in 0,4mm. Ancora oggi qualcuno commette un errore: con bottiglie colose aumenta il diametro del sughero. Occorre fare l'opposto!! Capire innanzi tutto le causa della colosità.

Ma se accertiamo che la causa della colosità dipende da un tappo non idoneo, occorre ridurne il diametro. Sembra un controsenso, ma ''il sughero deve lavorare nel vetro, non esserne prigioniero''. Lo ripetevano spesso i grandi produttori di sughero. Si era agli inizi degli anni '70. E come EST- EST - EST. Nulla a che fare con il famoso vino di Montefiascone nel Lazio. Si va verso est per avere qualità del sughero. Allora dal Portogallo verso est si arriva in Sardegna. Tutti concordano: questa regione ha sugheri eccellenti. Una riflessione è d'obbligo: ci siano poche, pochissime foreste che danno solo il 2% della produzione mondiale.

Segue 2° parte al link: ''Sughero e tappi, tutte le novità (II^ parte)''; e 3° parte al link:''Sughero e tappi, tutte le novità (III^ parte)''


 

Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email: gatti-roberto@libero.it
Winetaste.it - contact@winetaste.it
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