26.11.2001 | Vino e dintorni

Una bottiglia che è un gioiello.

Il castello del conte Pfeil ha un tesoro da conservare: una bottiglia che è un gioiello...

CERMES. Segnatevi il nome di questo vino, Schloss Baslan, e l'anno prossimo verso maggio acquistartene qualche bottiglia. Se avrete poi la pazienza di farlo maturare ancora un paio di anni conservandolo con cura, vi troverete tra le mani un vero gioiello. Graf Franz Pfeil, il conte e vignaiolo che quest'anno celebra il ventesimo anniversario della sua carriera di produttore ha una particolare passione per il vino della sua terra, in particolare per la Schiava che coltiva nella conca del meranese negli splendidi vigneti che circondano il maso Kranzel, dalla foggia di castelletto ereditato come, lui stesso spiega scherzosamente ricordando un vecchio detto altoatesino, perché "der Dummste kriagt den Hof" ovvero il più sciocco eredita il maso. Quando questa "sfortuna" è toccata a lui non se lo è fatto ripetere due volte cominciando una importante opera di trasformazione della proprietà, tradizionalmente dedicata alla viticoltura. E' stato tra i primi a esplorare i nuovi metodi di allevamento per la produzione del vino di qualità. Studi, in enologia in Germania, ma soprattutto una sincera passione per il vino, che beve sempre con gioia senza limitarsi a degustazioni in punta di labbra. Presidente dei vignaioli dell'alto Adige, dal carattere gentile e solare, nei suoi vigneti produce un numero elevato di vini rossi e bianchi. Due in primo luogo ci hanno colpito: la schiava. Tra i pochi a lavorarla in barriques anche per due anni, ne ottiene risultati altalenanti che dipendono molto dall'annata. Come oramai più volte ripetuto il duemila è stato assolutamente straordinario per la Schiava e la dimostrazione la abbiamo avuta proprio dalle prove di botte del vino che uscirà il prossimo anno. La stoffa della grande annata sa dominare in pieno i toni della barriques anche nel caso della schiava. Vinoso, con sentori di mandorla e piccoli frutti. In bocca di grande e equilibrio e di brillante finale, potrebbe sfidare senza problemi anche molti Pinot Nero. Il secondo vino, sicuramente di gran pregio è il Pinot Bianco, vino bianco in genere ancora alquanto sottovalutato dagli amanti dei bianchi atesini, ma che si imporrà ben presto. Spicca per la sua originalità il Pinot nero dalla resa non costante, ma comunque sempre tra i più interessanti. Ottimo il Sagittaruius di Cabernet e Merlot così come l'elegante Sauvignon Blanc. Si segnalano poi il Justinus di Kerner e Riesling e il Dorado, un passito. Tra gli amici vignaioli viene Franz Pfeil viene considerato un po' un artista per questo suo continuo sperimentare che porta spesso a risultati emozionanti. Kranzel, via Palade, a Cermes, vicino a Lana. (0473-564549)

Fonte:Alto Adige

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