04.09.2001 | Vino e dintorni

Vini 2001, un brindisi perturbato

Meno 5 per cento a causa del tempo pazzo. Ma è un'annata di qualità Le produzioni sono state condizionate dalla «gelata di Pasqua» e dalla siccità di agosto. E ora settembre potrebbe fare la differenza...

Milano. Sarà una delle due annate più scarse degli ultimi 40 anni. La vendemmia 2001 si presenta così: scarsissima dal punto di vista quantitativo, buona ma eterogenea dal punto di vista qualitativo. Colpa - ovviamente - delle bizze del clima che, d'altra parte, potrebbe in questi giorni di raccolta cambiare le sorti di molti vini. Ma l'annata riserva anche altri problemi. «La prima elaborazione dei dati - ha spiegato ieri Giuseppe Martelli, direttore di Assoenologi, l'associazione dei tecnici del vino che ogni anno fornisce le indicazioni più affidabili sulla vendemmia - mette in luce una produzione di uva compresa tra i 68 e i 71 milioni di quintali, che trasformati fanno ipotizzare una produzione di poco superiore ai 51 milioni di ettolitri di vini e mosti». Il 5% meno dell'anno scorso (quando vennero prodotti circa 54 milioni di ettolitri di vino) ma addirittura il 12% in meno della media degli ultimi dieci anni. Un tracollo che non sempre ha avuto un riscontro nella qualità. «Ci troviamo di fronte - ha continuato infatti Martelli - ad un'annata piuttosto eterogenea, conplessivamente buona, con punte di ottimo ed alcune di eccellente». Tutto adesso è affidato ai giorni di settembre: se il clima di questo mese sarà buono, con piogge nelle zone che per mesi hanno sofferto la siccità e il caldo, la qualità stimata potrebbe resistere. Se, però, caldo e siccità continueranno, oppure - al contrario - se settembre si trasformerà in un mese di piogge prolungate, la qualità andrà a picco. In ogni caso, sottolineano all'Assoenologi, «sono diverse le zone che puntano se non alle cinque stelle almeno ad andarci vicino». Per i vini rossi, poi, si prevedono prodotti che gli esperti definiscono "ben strutturati"; per quelli bianchi si spera di avere vini freschi e profumati ma solo dove la mancanza di acqua non ha colpito. Tutta colpa di alcuni passaggi climatici disastrosi per le viti. Come la cosiddetta "gelata di Pasqua", che ha tagliato le produzioni quasi dovunque, oppure dell'impennata di caldo di agosto. Senza contare le grandinate su Veneto, Toscana, Piemonte e Puglia. C'è comunque chi può vedere il traguardo di un'annata ottima, come il Trentino Alto Adige, l'Emilia Romagna, il Lazio, la Sicilia e la Sardegna. Ma anche chi, come la Toscana, ha visto crollare la produttività del 15%. Intanto, la raccolta è cominciata con un anticipo di una settimana circa. Ma le uve precoci (Chardonnay, Pinot e Sauvignon), in Sicilia e Puglia sono state staccate dalle piante ad inizio agosto; in altre zone invece si è cominciato il venti. La chiusura della vendemmia è prevista per i primi 15 giorni di ottobre. La stagione 2001 per il vino sembra in ogni caso essere attraversata anche da altri problemi. Come la mancanza di manodopera oppure la burocrazia per le produzioni di qualità e la necessità di nuove azioni promozionali. «Notevoli difficoltà - ha fatto rilevare a questo proposito la Coldiretti - si registrano specialmente per gli operai necessari alla vendemmia a causa dei problemi per il reperimento di extracomunitari e di studenti». In crisi sembrano essere specialmente il Chianti e il Franciacorta. Ulteriori preoccupazioni, inoltre, arrivano dalle incertezze relative alla superficie da utilizzare come riferimento per le richieste di Denominazione di Origine.

FONTE: AVVENIRE online

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