Il
1° Concorso Internazionale del Pinot Grigio
si è svolto presso la
Cantina Valdadige di Rivalta ed è
stato istituito dal comune di Brentino
Belluno, avvalendosi della collaborazione scientifica dei
professori Mario Fregoni,
professore all'Università Cattolica di Piacenza e presidente
onorario Oiv, Pietro Berni,
professore all'Università di Verona, Luigi
Odello, professore di Analisi sensoriale alle Università
di Verona, Udine e Cattolica del Sacro Cuore e presidente del Centro
Studi Assaggiatori, Roberto Zironi
presidente del Corso di laurea in Viticoltura ed enologia
dell'Università di Udine e Diego Begalli,
direttore del Centro Interuniversitario di Viticoltura ed Enologia
dell' Università di Verona.
L' evento testimonia l'importanza di questo vino per la viticoltura
della Valdadige, che si trova al centro di un'area, al confine tra
Verona e Trento, molto favorevole al Pinot Grigio, grazie alle
condizioni di ventilazione e agli sbalzi termici tra giorno e notte,
preziosi per esaltare i profumi delle uve.
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Nella foto
Roberto
Gatti
al
1° Concorso Internazionale
del Pinot Grigio |
I risultati del
Concorso li potete trovare sul sito del
Comune di Brentino Belluno e
devo dirvi che ho avuto il piacere e l' onore di essere stato
invitato come giornalista del web ma soprattutto come degustatore,
che è ciò che piu' mi appassiona e mi coinvolge. Noi giudici
degustatori eravamo circa in 24 suddivisi in tre commissioni
prevalentemente composte da enologi ed enotecnici con la
partecipazione di alcuni giornalisti specializzati del settore tra i
quali il sottoscritto curatore di questa ed altre rubriche di
degustazione vini.
Devo dirvi subito che questo vino non è molto apprezzato dai tecnici
ma è in evoluzione nel senso che si stanno riscoprendo le grandi
potenzialità di queste uve a bacca rossa che vengono vinificate in
bianco nel 90% dei casi, in quanto ci diceva il prof. Roberto Zironi
dell' Università di Udine il colore
derivante da queste bucce è molto instabile.
Questa varietà il Pinot Grigio appunto è
una mutazione genetica del piu' famoso Pinot nero
anch'esso molto difficile da vinificare e grande banco di prova per
gli enologi.
Come tutti noi sappiamo è nelle bucce che si trovano le sostanze
aromatiche quindi sarà necessario in futuro vinificare in "rosato"
per estrarre piu' profumi e sostanze aromatiche e presentare quindi
dei Pinot Grigio cosiddetti "ramati o a
buccia di cipolla" cercando di rendere stabile il ramato
con iperossigenazione ed altre tecniche di cantina. Ci faceva notare
sempre il prof. Zironi che l' enologia deve
essere sempre di piu' una tecnica di estrazione del massimo che ci
può dare la materia prima e non una semplificazione; il
colore bianco del Pinot Grigio è una semplificazione che non ha
senso quindi in futuro assisteremo alla produzione di prodotti
ramati sicuramente molto piu' aromatici, fruttati ed intensi.
A margine del Concorso devo farvi alcune considerazioni a mio avviso
molto importanti quali la perfetta
organizzazione e svolgimento del Concorso dal punto di vista tecnico,
ma soprattutto mi è piaciuto e mi ha convinto il fatto che
all'interno del concorso sia stato predisposto un "test-esame"
per i giudici stessi. Infatti il
problema principale dei Concorsi enologici nazionali ed
internazionali è l'attendibilità dei giudici nel senso che ci viene
spontanea una domanda molto semplice: siamo proprio sicuri che ogni
giudice degustando lo stesso vino in tempi diversi possa dare lo
stesso giudizio oggettivo (e non invece soggettivo)? E se cosi' non
fosse che affidabilità potrebbe dare questo giudice qualora chiamato
ad analizzare il lavoro altrui lo penalizzi o lo premi a dismisura?
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Ecco allora che lo
scarto tra due o piu' degustazioni dello stesso prodotto
non potrà essere maggiore o minore del 2-3 %. |
In questo Concorso
a manifestazione conclusa ci è stato detto che alcuni vini sono
stati sottoposti, sempre in forma rigorosamente anonima, piu' di una
volta proprio per testare le nostre capacità di degustatori; una
serie di vini è stata sottoposta a tutte e tre le commissioni per
verificare tutti i giudici, quindi direi che in questa occasione è
stata intrapresa la strada giusta per garantire i consumatori e
soprattutto i produttori dell'attendibilità dei dati emersi e di
questo dobbiamo ringraziare il Prof. Luigi Odello del Centro
Assaggiatori di Brescia.
Una seconda osservazione mia personale è stata notare i
sistemi di allevamento del 90% dei vigneti
della Valdadige ancora tradizionalmente legati alla
pergola trentina con moltissimi grappoli per ceppo e quindi credo
che la qualità ne risenta abbastanza. Durante il pranzo che è
seguito alle premiazioni in un agriturismo della zona a
Belluno-Brentino (VR) che si chiama
Costasnel, che vi consiglio di visitare per il panorama
mozzafiato che vi si presenterà, cosi' come vi consiglio
l'agriturismo B&B Revena di Castelletti L.(
email :leonardocastelletti@alice.it)
immerso tra i vigneti, ho avuto la fortuna che la sig.ra
Cristina della ditta
Roeno vincitrice di ben due
medaglie d'oro, si sedesse al mio fianco.
Quale migliore occasione per il sottoscritto per incominciare con
una serie di domande tecniche per meglio capire
da dove potesse provenire
tutta questa qualità che le ha permesso di
portarsi a casa ben due medaglie d'oro? Mi diceva la
sig.ra Cristina Fugatti (per mia fortuna si scrive tutto attaccato
altrimenti per me sarebbero guai seri!) che i vini vincitori
provengono da vigneti con 5-6 anni di età di nuova concezione
allevati a Gujot con una densità
di 7.500 piante/ha, con una resa media di 90 q.li di uve per ha, il
che significa una produzione per ceppo pari a kg. 1,20.
Credo che il motivo principale della piu' elevata qualità
riscontrata sia contenuta in questi parametri per cui ora anche gli
altri produttori della zona potranno e dovranno seriamente
incominciare a pensare ad un graduale ammodernamento dei loro
vitigni. Un' ultima annotazione a margine della mia tre giorni in
Valdadige è stata la "riscoperta e
rivalutazione" di un vitigno autoctono solo ed esclusivo di questa
zona: L' Enantio.
Un'uva a bacca rossa che sembra derivi da una vite selvatica
chiamata "lambrusco a foglia frastagliata".
Di questa uva e dei
vini che se ne producono vi parlerò tra alcuni mesi dopo accurate e
minuziose ricerche e degustazioni, ma fin da subito
vi posso dire di avere bevuto un prodotto per
me estremamente interessante ed elaborato dal bravo e giovane
enologo della cantina Valdadige il sig.
Alessandro Martello. Questo è un
vino che, a mio avviso, in zona è erroneamente sottovalutato in
quanto fino ad oggi i vini prodotti derivano da uve ottenute con "
vecchi " sistemi di allevamento, con produzioni abnormi per ceppo,
ma nel caso dell' Enantio elaborato in barrique per diversi mesi
dalla cantina Valdadige, vi ho riscontrato un frutto non
indifferente con dei tannini ben morbidi e levigati, e vi ho colto
delle grandi potenzialità. Già alcuni anni fa avevo degustato un
Enantio zona Vallagarina ed aveva già suscitato il mio interesse e
curiosità.
Credo che unitamente al Pinot Grigio, che fino ad oggi ha permesso
ai viticoltori della zona di fare quadrare i bilanci famigliari,
questo sarà l'altro vino della zona che permetterà di acquisire una
maggiore visibilità in patria ed all' estero, trattandosi di un
vitigno autoctono dalle grandi potenzialità ancora inespresse,
coltivato e coltivabile solo in questi 25 km. di terre.
Scriveva un anno fa il prof. Luigi Odello
a proposito di questo vitigno: "Per quel che concerne i vini rossi
due le tipologie dominanti: Il Rosso generico (anche riserva) e L'
Enantio, vino dalle prospettive interessanti in quanto autoctono e
ben caratterizzato e, nonostante questa tipicità sia stata troppo
spesso ricondotta a una certa nota vegetale (non sia per
giustificare un eccesso di produzione/ettaro?), di grande
potenzialità qualitativa qualora ben coltivato e vinificato. E' il
caso di un campione di Enantio che è stato valutato il piu' intenso
per tutti i descrittori gustativi (astringenza esclusa) e
retrolfattivi, risultando, probabilmente per questi motivi, anche il
piu' apprezzato".
Questo è quanto ho colto in questi tre giorni di permanenza in
Valdadige comunicando di avere degustato in sede di Concorso almeno
una decina di ottimi prodotti, almeno altri venti classificabili
buoni prodotti ed i rimanenti dieci discreti.
Ancora una volta grazie a chi mi ha chiamato a partecipare a questa
bella manifestazione i signori Carlo e Luigi Odello, che mi ha fatto
riscoprire ed apprezzare su tutte le tipologie i Pinot Grigio e L'
Enantio di questa magnifica valle dell'Adige immersa nel verde, con
dei panorami mozzafiato ed è per questo che vi consiglio di
trascorrervi qualche week-end in uno dei numerosi agriturismi della
zona, trovandovi a pochi chilometri dal lago di Garda.
Grazie dell'attenzione e come al solito cari amici lettori:
Prosit con il Pinot Grigio e l' Enantio
della Valdadige Terra dei Forti.
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Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email:
gatti-roberto@libero.it
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