20.12.2002 | Cultura e Tradizioni

Agricoltura biologica, settore in pericolo

"Agricoltura Biologica in pericolo senza basi scientifiche più precise". E' questa una delle conclusioni a cui portano gli studi realizzati dall'Accademia Nazionale di Agricoltura con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e presentati a Bologna dall'Accademia Nazionale di Agricoltura.

"L'agricoltura biologica - dice il prof. Giorgio Amadei, economista dell'Università di Bologna e opinionista in materia agroeconomica - deve darsi una propria ricerca scientifica e tecnologica capace di riportarla nell'alveo dell'agricoltura moderna, di migliorare la produttività, di definire meglio ambienti e produzioni elettive, di stabilizzare la qualità dei prodotti, di differenziarli da quelli 'convenzionali'. Altrimenti la sua esistenza sarà in pericolo". 

A poche settimane dai ritrovamenti di 'falsi' prodotti biologici da parte dei NAS, è questa una delle conclusioni a cui portano gli studi realizzati dall'Accademia Nazionale di Agricoltura con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e presentati a Bologna dall'Accademia Nazionale di Agricoltura ("Agricoltura biologica e agricoltura integrata", coordinato dallo stesso prof. Giorgio Amadei; "Agricoltura e salvaguardia dell'ambiente: analisi e proposte per un'agricoltura sostenibile", coordinato dal prof. Pier Francesco Ghetti, dell'Universita' Ca' Foscari di Venezia). 

"Dal punto di vista della qualità nutrizionale - ha aggiunto Amadei - i prodotti biologici denotano maggiori quantità di antiossidanti e un maggiore residuo secco (ovvero meno contenuto in acqua). Ma in generale non presentano differenze costanti rispetto a quelli di agricoltura 'convenzionale'. La diffusione del loro consumo, pertanto, è positiva, anche perché espressione di una maggiore attenzione alla salute, ma è più un fatto 'di costume', con motivazioni 'psicologiche', che un fatto legato alla qualità nutrizionale. 

I regolamenti sulle tecniche di agricoltura biologica - ma sarebbe stato più bello chiamarla agricoltura 'eugenica' - oltre a porre vincoli penalizzanti per la produttività e la redditività delle coltivazioni, si risolvono prevalentemente in un ritorno al passato, anziché in un riesame dei processi di produzione alla luce delle conoscenze scientifiche maturate in campo biologico e biochimico". Oggi il mondo dell'agricoltura biologica esprime un forte agnosticismo verso la scienza e un certo ritorno al 'sapere pratico'. Tanto che lo studio dimostra che l'agricoltura biologica è tecnicamente più difficile e i suoi risultati sono troppo diversi e alterni da zona a zona, addirittura da azienda ad azienda". 

Tutto ciò rientra in un più vasto tema trattato dal prof. Pierfrancesco Ghetti: "Il mondo agricolo è di fronte a una fase di grande complessità: deve guardarsi all'interno per rimanere competitivo alle sempre nuove richieste del mercato e al contempo, all'interno della società, deve rafforzare il suo ruolo economico di attività 'primaria' e di 'presidio insostituibile per la difesa del territorio'". Per questo il prof. Pier Francesco Ghetti ha auspicato un raccordo più stretto fra il mondo delle scienze agrarie e quello delle scienze ambientali. A richiederlo è infatti la fragilità del nostro territorio, il crescente processo di "artificializzazione e "banalizzazione" del paesaggio. Un paesaggio che è ancora al 52% agricolo, ma sempre più a rischio. "Il problema vero, quando si parla di dissesto idrogeologico, non sono le 'grandi opere', ma è la carenza di manutenzione capillare e 'ordinaria' di quella rete di piccole opere che solo l'agricoltore può gestire. Ma per farlo è necessario il riconoscimento sociale ed economico", ha detto il prof. Ghetti. 

Marco Bindi (Università di Firenze) si è soffermato sul tema, attualissimo, degli effetti delle variazioni climatiche in agricoltura. Continuando al ritmo attuale, in cent'anni nell'area mediterranea gli aumenti di temperatura saranno fra 1 e 4 gradi, le precipitazioni diminuiranno dell'1,5-7,9% (e quel che più conta, la diminuzione interesserà di più il periodo estivo), la concentrazione di anidride carbonica raddoppierà. Sarebbero poi più frequenti gli eventi estremi, con aumento dell'intensità delle piogge fra il 10% e il 30%, e il livello del mare aumenterebbe di 96 cm. E' chiaro - ha detto il ricercatore - che tutto ciò non potrà non avere effetti sull'agricoltura. Nel centro-nord Europa si ipotizza, per esempio, un aumento della capacità produttiva, una variazione delle rese, delle lunghezze dei periodi vegetativi e delle date di semina, un'espansione dell'areale di certe colture verso il nord (vite e olivo) - tutti fattori in un certo senso positivi - ma si ipotizzano anche grossi problemi, ad esempio di salinizzazione, siccità, desertificazione, per i paesi mediterranei. Tutto ciò richiederà adattamenti strutturali del sistema agricolo, quali lo spostamento di date di semina, introduzione di nuove varietà e tecniche".

Al convegno dell'Accademia Nazionale di Agricoltura hanno parlato anche Antonio Saltini sulla storia dell'agricoltura biologica e dei suoi fondamenti teorici e il prof. Luigi Giardini (Università di Padova) sugli aspetti agronomici dell'agricoltura biologica (trattazione, questa, di cui esistono ben pochi esempi in letteratura scientifica); il prof. Luigi Cavazza, presidente dell'Accademia Nazionale di Agricoltura, ha tenuto la relazione introduttiva, mentre le conclusioni sono state cura del prof. Enrico Baldini.

I due "Quaderni" presentati a Bologna concludono un percorso biennale seguito dagli studiosi dell'Accademia Nazionale di Agricoltura con il contributo del CNR ("Individuazione ed esame critico delle problematiche produttivistiche, socio-culturali ed ambientali dell'agricoltura italiana di fronte ai futuri scenari"). In precedenza sono stati pubblicati altri cinque "quaderni" sui temi: governo dei suoli, acqua, evoluzione delle destinazioni colturali, miglioramento genetico, fabbisogno di ricerca, istruzione ed assistenza tecnica.

INFORMAZIONI: tel. 051.268809, tel. + fax 051.263736; segreteria.an.agri@alinet.it Bologna 

Ufficio stampa
Studio di giornalismo Fabio Bottonelli
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