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			 Il settore 
			agroalimentare nazionale - agricoltura, industria distribuzione e 
			servizi - costituisce in termini di fatturato il 15% del Pil 
			nazionale. “La sfida che ci pone il mercato va affrontata attraverso 
			la concentrazione delle risorse sull’attività di impresa aldilà di 
			ogni politica assistenzialistica” E’ quanto affermato da Paolo 
			Bedoni presidente nazionale Coldiretti, contrario ad una politica 
			dei dazi quanto favorevole al rilancio del Made in Italy attraverso 
			la qualità e le certificazioni.  
			 
			E’ proprio sul piano qualitativo che all’agricoltura italiana va il 
			primato europeo, con i 153 prodotti a denominazione di origine 
			controllata e i 400 vini a marchio. Un primato che vede il nostro 
			Paese primeggiare anche per quantità di imprese che utilizzano 
			metodi biologici. Nonostante questi dati confortanti, l’agricoltura 
			vive delle crisi dolorose. “Il governo si è impegnato a dare un 
			segnale per il rilancio del settore attraverso due grandi riforme, 
			quella sulla previdenza agricola, e quella sul credito, che 
			rientrano in un piano di riforma strutturale dell’agricoltura” 
			afferma il ministro Alemanno. Quella sulla previdenza agricola è una 
			delle riforme più attese dal settore.  
			 
			Pur essendo criticata dai sindacati per la poca tutela del lavoro 
			dipendente, secondo il ministro essa renderà “le nostre imprese, 
			soprattutto quelle del Mezzogiorno, più competitive e in grado di 
			stare sul mercato”. Stesso discorso per la facilitazione 
			dell’accesso al credito a favore di imprese virtuose. “Le imprese 
			agricole sono al bivio - ha sottolineato Alemanno - o rimangono 
			marginali rispetto al mercato o possono entrare nella logica di una 
			crescita imprenditoriale in ottica di mercato”. E la creazione di 
			una sorta di rating per le imprese agricole va in questa direzione.
			 
			 
			Ma la questione emergente è quella legata alla Devolution. Proprio 
			perché l’agricoltura è uno di quegli ambiti toccati dalla legge 
			fresca di approvazione. E’ la preoccupazione al centro dalla 
			riflessione di Vito Amendolara, direttore Coldiretti Campania, 
			preoccupato dei costi di questa operazione che finirà per 
			danneggiare il settore agricolo. Il ministro Alemanno, che esprime 
			rammarico per il dissenso espresso da Domenico Fisichella, difende 
			la bontà di una legge complessa, “capace di dare una stabilità ai 
			governi futuri”, e minimizza le eccessive preoccupazioni sui costi o 
			sulla mancanza di risorse. Il ministro torna a parlare 
			dell’influenza dei polli, che fino ad ora ha prodotto solo “paura 
			incontrollata e ingiustificata”, e garantice interventi oltre a 
			quelli già previsti nel decreto legge sull'influenza aviaria a 
			cominciare dal rafforzamento delle misure finanziarie in favore dei 
			produttori avicoli. 
			 
			di Luigia Bencivenga 
			Fonte: 
			Campaniasuweb.it  |