Come quello di cui
ho parlato di recente su InternetGourmet:
è su
Smithswinemaking.com, una
mirabolante scatoletta per farsi in casa 16 litri di Amarone con una
spesa di 110,35 dollari. Roba che verrebbe quasi la voglia di
provare (ma dai, mi prenderete mica sul serio, vero?)
Solo che dopo che ho segnalato la faccenda, ecco che sono arrivati
altri avvistamenti. Di cui do conto, ringraziando i lettori per le
loro mail, of course. Un altro magico box per farsi l'Amarone in
casa ecco dunque che affiora sul sito americano
wholesaledirectbiz.com. Si
chiama En Primier Signature Italian Amarone. Per esser più precisi,
sempre ammesso che vogliate cavarvi lo sfizio, lo trovate a
questo indirizzo: costa 130
dollari e consente (consentirebbe) di ottenere 18 litri di vino.
Mica male, no?
Non è mica finita qui. Se fate un salto su
thegrape.net rintracciate un
altro formidabile kit: è quello della Rj Spagnol, con tanto di
ricchi profumi - dice il sito - di lampone, ribes e mirtillo. La
scatola - si legge - include tutti gli ingredienti necessari per
fare 6 galloni americani di vino finito. Il prezzo? Sono 113,95
dollari. Ah, se poi, dopo aver prodotto il vostro Amarone fatt'in
casa direttamente dal kit, avete voglia di etichettarlo, sappiate
che sullo stesso sito potete comprare anche le etichette bell'e
pronte: trenta, adesive, a 3,59 dollari, con la scritta Amarone in
grande in alto e una romantica foglia di vite arrossata
dall'autunno. Questo sì che è marketing.
Ma c'è di più. Stesso sito, stessa ditta. C'è in vendita anche il
necessario per fare - attenzione - un Italian Amarone: un ultra
premium wine kit da 18 litri. E siccome è "ultra premium", costa di
più: la bellezza di 165,29 dollari. Questo, te lo spediscono con le
etichette già incluse, e vorrei vedere, con quella sommetta... Il
problema è che qui c'è scritto proprio Italian. Qualcuno che
interviene fra le istituzioni?
Vi accontentate di farvene meno, di vino amaronista? Ancora
Thegrape.net: ecco a 59,29 dollari un box che vi aiuta a produrne
tre galloni. Questa volta la scatola è di un'altra azienda, la
Winexpert. "Un vino molto intenso e complesso" precisa il sito. E
prosegue spiegando che pochi vini sono solidi come l'Amarone, e che
ha un profondo colore rubino e trasuda aromi di ciliegie e cacaco e
frutta appassita, anice, mandorle amare, tabacco, cuoio, e via con
gli attributi organolettici, in una descrizione che fa invidia alla
capacità espositiva di tanti wine writers.
In più, udite udite, quel gioiellino che è l'Amarone viene
illustrato come delizioso a tavola, col cibo, ma si dice che si può
anche servire come aperitivo o vino da dessert.
A dargli retta, si aprono nuove frontiere per i produttori
valpolicellesi nella commercializzazione a stelle e strisce. Un
aperitivo? Macché bollicine, macché long drink: una bella boccia di
Amarone e via. D'altra parte, 'sti americani ci vanno giù pesanti
con l'aperitivo: avete presenti i film in cui si scolano un paio di
whisky prima di mettersi a tavola? Piuttosto, è preoccupante la
faccenda che sembra un vino da dessert: lo dico sempre io, che
troppi Amaroni sono diventati dolcini, che sembrano un Recioto.
Ordunque, se proprio non volete comprarvi l'Amarone in Valpolicella,
andate sul sito in questione e trovate il necessario per questi
benedetti 3 galloni. A proposito: è un affarone, perché lo stesso
kit lo reperite a 61,95 dollari da
Vino Equino di Tacoma (non
fatemi cercare da quale parte d'America sia). Un po' più caro,
dunque.
La lettrice che m'ha segnalato i link mi dice: "Noi
forse ci ridiamo su, perché se comprassimo una cosa del genere
sarebbe per fare uno scherzo a qualche amico produttore o
appassionato. Sono però convinta che c'è chi ci crede sul serio".
Vero, verissimo. Se quel prodotto non venisse preso sul serio,
nessuno lo commercializzerebbe.
"Quello che fa pensare di più - continua la
mail -, è che non si impedisce che chiunque possa utilizzare la
parola Amarone sulle etichette, scatole, etc!" Ed è vero
anche questo. Ma qui c'è la risposta bell'e pronta: è la
globalizzazione, baby. E noi italici wine producer ci siamo fatti
trovare impreparati, perché - presuntuosi - pensiamo sempre che il
mondo finisca al muro di cinta del nostro orticello. E magari
mettiamo il muso al vicino perché i suoi quattro broccoli ci
sembrano un po' più rigogliosi dei nostri. Quando di broccoli
altrove ne fanno tonnellate e tonnellate.
Il problema è che non ci sono solo i kit fai da te. Che, insomma, se
uno è appena un po' smaliziato in fatto di vino lo capisce che non
riesci a farci davvero un Amarone, ma semmai una bevanda alcolica
che gli assomiglia vagamente. Il problema, dicevo, è un altro: ci
sono anche le bottiglie made in Usa.
TexasWineMarket vende proprio
Amarone in bottiglia alla cifra, mica da poco, di 42,68 dollari
cadauna. Volete dare un'occhiata da soli?
La pagina è questa. Solo che
non è mica Amarone della Valpolicella. No: è proprio roba americana.
È il DVine Wine Amarone Riserve, 13 gradi e mezzo, Origin of
America, come si legge in etichetta. Nel 2006 ha vinto perfino un
concorso, stando al sito che lo commercializza: la medaglia d'oro
alla Lone Star International Wine Competition.
Non approfondisco di che medaglia si tratti. Quanto al vino, lo
produce la D'Vine Wine di McKinney, Texas. Spiegano che si tratta di
una micro cantina familiare e che tutti i vini che offrono
fermentano in azienda. Ma, attenzione: "The advantage of not owning
any vineyards is that they can purchase high quality juices from all
over the world from which they craft their award-winning wines".
Traduco: "Il vantaggio di non possedere alcun vigneto è che loro
possono comprare succhi di alta qualità da tutto il mondo, da cui
realizzano i loro premiati vini". E chi glielo vende, mi chiedo, il
succo di Amarone? Sarà mica che c'è chi fa il gioco del nemico,
vero?
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Angelo Peretti
angelo_peretti@tin.it
Sito :
internetgourmet.it

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Ecco uno dei siti incriminati, se non dalle autorità preposte e dal
Consorzio di tutela dai sottoscritti:
Homebrewit.com
CONSIDERAZIONI
Caro Angelo seguo, tempo permettendo, il tuo sito ricco di
spunti interessanti e devo dire che la notizia dell'amarone
in kit già la conoscevo da tempo, avendola letta da qualche
parte, ma pensavo fosse la solita bolla di sapone che con il
tempo si sarebbe sgonfiata da sola, invece a quanto apprendo
la cosa è di una rilevanza a mio avviso preoccupante.
Non tanto dal punto di vista commerciale, perchè credo che
solo persone stupide possano bere di questi intrugli, quanto
dal punto di vista del danno di immagine che in questo modo
si arreca al nome Amarone. Ma il Consorzio di Tutela cosa
pensa di fare?, si stanno muovendo nelle sedi opportune per
tutelare il loro marchio?, anche perchè ho forti perplessità
sul fatto che queste operazioni siano del tutto legittime e
legali.
Grazie per quanto stai facendo per il mondo vinicolo e per
l'impegno e la passione che ci metti.
Con stima e simpatia
Roberto Gatti |
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