15.06.2004 | Vino e dintorni

Avanzi di Cantina: c’è chi li vende, noi ce li beviamo!!!

Martedì 25 maggio 2004, giornata stanca dal punto di vista lavorativo, ma proficua nel nostro lavoro di selezionatori. Abbiamo selezionato una nuova azienda per il trentino, Pravis in località Lasino, ovviamente in provincia di Trento.

Sono stati scelti subito in prima degustazione tre prodotti dell’Azienda, ''Stravino di Stravino''un gioco di parole che racchiude un blend d’uve Riesling, Incrocio Manzoni, Chardonnay e Sauvignon Blanc. Uve tutte raccolte tardivamente o fatte appassire su graticci. La prima degustazione è stata fatta a Roma da Marco in occasione dei "Top Trentino".

Oltre a questo bianco sempre a Roma sono stati selezionati un Lagrain e un Vino Santo, nulla a che vedere con i “Vin Santi” toscani, veramente deliziosi, mentre oggi entrano in carta il “Rebo” (incrocio Rebo Rigotti, Merlot x Teroldego) e il “Polin” un pinot grigio “molto tipico” con delle bellissime note ramate.

"Avanzi di Cantina", c’è chi li vende noi ce li beviamo. Oggi avevamo proprio voglia di bere, forse per “crisi di asteneva” l’ultima weekend non abbiamo fatto nessuna degustazione, visto che quelli precedenti eravamo alla Città del Gusto e viaggiavamo con una media di 150 vini a degustazione la situazione può essere giustificata.

Da bravi veneziani, oculati nello spendere, abbiamo rovistato negli avanzi di cantina che tanto avanzi per grazia ricevuta non sono mai, ma un paio di bottiglie, vuoi per vecchie annate, vuoi perché veramente le abbiamo perse nella nostra cantina, sono arrivate fino ad oggi.

Gira che ti rigira a parte due bottiglie di sauvignon ungherese distribuito da antinori, abbiamo trovato un solo “Avanzo di Cantina”, l’etichetta riporta: “non disperdere nell’ambiente”, “lotto 9300”, “orvieto classico”, “75 cl.”, “13% vol”. Poi salendo per l’etichetta troviamo la scritta “Vigna Tragugnano”, imbottigliato dal viticoltore Sergio Mottura, Civitella D’Agliano (Vt) Italia.

Fin qui nulla di strano, con Marco quando abbiamo visto l’annata abbiamo esclamato contemporaneamente « o beviamo un gran vino, o una schifezza!». L’apriamo, il tappo è tecnicamente perfetto, al naso non puzza e non sa di ridotto, avviniamo i bicchieri e … qualcosa di meraviglioso, decidiamo immediatamente di abbinarlo ad un gorgonzola dolce, affianco ci mettiamo un ottimo prosciutto di Parma, ma il prosciutto non regge, troppo delicato poco grasso, il gorgonzola si rileva l’abbinamento migliore, anzi va ad esaltare le caratteristiche del vino.

Non fa barrique o altro legno, nella sua breve storia di passaggio tra acino e vino questo prodotto vede solo l’acciaio come contenitore per le fermentazioni, poi la bottiglia che dopo quasi sei anni dalla vendemmia (parliamo di un’annata 1998) lo ha conservato fino a pochi minuti fa.

Per nulla terziarizzato, non ha nessun sentore manco remoto di ridotto, ancora molto floreale con una piccola nota di vegetale. In bocca ancora molto fresco (non era in frigo), pulito con un bell’impatto sia gustativo che retrolfattivo.

Buono, bravo Muttura che da una zona come quella dell’alto viterbese riesce a distinguersi dalla massa proponendo vini buoni che, anche se “avanzano in cantina” risultano sempre piacevoli, anzi peccato n’è “avanzata” solo una!!

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