18.10.2010 | Vino e dintorni Inserisci una news

Un aglianico del Vulture che soddisfa i nostri palati

Invia un commento

L’aglianico del Vulture è stato definito, ancora molti anni fa : “ IL BAROLO DEL SUD “, forse per indicare che si trattava e si tratta di un vino di razza, come il Barolo.

Il Vulture ricordo è un vulcano spento che si trova in provincia di Potenza, uno dei primi vini che ho conosciuto quando mi sono avvicinato al mondo del vino tanti anni fa, ma che a mio avviso nulla aveva ed ha a che spartire con il Barolo, il perché è presto detto :

il colore dei due vini è completamente diverso : scarico e con note aranciate, fin dai primi anni di vita per l'uva nebbiolo che origina il Barolo ; nota acida e vegetale che ritroviamo molto spesso nei primi anni di vita, tannini inizialmente ruvidi, per cui bisogna attendere molti anni in bottiglia per goderne appieno.

D'altro canto invece l'aglianico del Vulture si presenta con colore piu' vivo ed intenso, tannini piu' maturi, piu' sapido ed equilibrato, molto gradevole fin dai primi anni di vita.

Quello di cui Vi scriverò oggi è un aglianico del Vulture che mi ha soddisfatto il palato ed il naso, con una grande bevibilità, uno di quei vini che una volta iniziata la bottiglia difficilmente ne potrà rimanere.

Un vino che ha una grande beva, armonico, moderno, che è piaciuto a palati esperti e " normali consumatori ". L'azienda è :

Cantina di Venosa S.c.a r.l.

Via Appia - C.DA Vignali

Venosa (PZ)

Tel. +39 0972 36702

Fax +39 0972 35891

info@cantinadivenosa.it

http://www.cantinadivenosa.it

LA STORIA DELL'AGLIANICO DEL VULTURE

L'Aglianico è un vitigno antichissimo. Il più noto ed importanti di tutti è certamente il poeta latino Orazio, con il suo 'NUNC EST BIBENDUM".

L'uva e il vino sono sempre stati un elemento fortemente caratterizzante per l'area del Vulture e per la Basilicata in generale. I Romani concessero alla colonia di Venosa di coniare una moneta in bronzo raffigurante Dioniso, divinità fortemente legata alla terra e alla vite, poi assorbita dal culto di Bacco. In tempi storici molto più recenti, nel 1629, si trovano tracce di un tal vino Melfìacum di cui parla Prospero Rendella nel suo "TRACTATUS DE VINEA VINDEMIA ET VINO". Con un altro grande balzo storico si arriva al 1909, quando, secondo il Carlucci, nella Basilicata era degna di menzione la zona del Vulture, ove i fertili versanti, orientale e di Mezzogiorno, erano coperti da fiorenti vigneti costituiti quasi esclusivamente da Aglianico; e questo vitigno non era solo coltivato sui declivi di questo vulcano spento, ma pure in tutta la provincia, più o meno a seconda i siti: su 124 Comuni, costituenti la Basilicata, veniva allevate in 104 ed in 40 di questi gli erano destinate rilevanti estensioni. E di qui, fino ai giorni nostri, all'in'estitura della denominazione di origine controllata, nel 1971, e alla nuova avventura dell'Aglianco, prodotto di lusso sulle tavole italiane e straniere.

L'uva e il vino sono sempre stati un elemento fortemente caratterizzante per l'area del Vulture e per la Basilicata in generale. I Romani concessero alla colonia di Venosa di coniare una moneta in bronzo raffigurante Dioniso, divinità fortemente legata alla terra e alla vite, poi assorbita dal culto di Bacco. In tempi storici molto più recenti, nel 1629, si trovano tracce di un tal vino Melfìacum di cui parla Prospero Rendella nel suo "TRACTATUS DE VINEA VINDEMIA ET VINO". Con un altro grande balzo storico si arriva al 1909, quando, secondo il Carlucci, nella Basilicata era degna di menzione la zona del Vulture, ove i fertili versanti, orientale e di Mezzogiorno, erano coperti da fiorenti vigneti costituiti quasi esclusivamente da Aglianico; e questo vitigno non era solo coltivato sui declivi di questo vulcano spento, ma pure in tutta la provincia, più o meno a seconda i siti: su 124 Comuni, costituenti la Basilicata, veniva allevate in 104 ed in 40 di questi gli erano destinate rilevanti estensioni. E di qui, fino ai giorni nostri, all'in'estitura della denominazione di origine controllata, nel 1971, e alla nuova avventura dell'Aglianco, prodotto di lusso sulle tavole italiane e straniere.

SCHEDA TECNICA AGLIANICO DEL VULTURE VIGNALI

Denominazione di Origine Controllata

Varietà uva: Aglianico 100%.

Tipo di Allevamento dei Vigneti e densità media per Ha: Spalliera con circa 3500 piante.

Età dei vigneti: 10 – 20 anni

Produzione per Ha: 7 – 9 Ton

Altitudine dei vigneti: 400 – 550 metri.

Zona di produzione: Parte nord orientale della Provincia di Potenza delimitata dal disciplinare di produzione che comprende il territorio di n. 15 Comuni, in particolar modo nel Comune di Venosa Città di Orazio.

Epoca di vendemmia: Dal 10 al 30 Ottobre.

Metodo di vendemmia: Selezione delle uve, raccolte a mano, in casse da 12 – 15 Kg. nelle prime ore del mattino e trasporto immediato delle stesse in cantina.

Vinificazione: Vinificazione in piccoli fermentini e macerazione pellicolare a temperatura controllata da 23° a 26° C. per circa 8 giorni, completamento della

fermentazione alcolica e malolattica in serbatoi inox.

Affinamento: In botti di rovere da Hl. 25 e 50 cad. per circa 12 mesi ed in bottiglia per

almeno 4 mesi.

Caratteristiche organolettiche e commento tecnico:

Vino di buona struttura e moderno che presenta:

Colore rosso rubino intenso con lievi riflessi granati.

Bouquet vinoso con profumo delicato di ribes, moderatamente speziato.

Sapore asciutto, sapido e persistente, molto gradevole nella sua armonia.

Abbinamento gastronomico e temperatura di servizio: Classico vino da arrosti, primi piatti tipici della cucina mediterranea,

cacciagione e formaggi stagionati.

Si suggerisce di servire a 16° - 18°C.

NOTE DI DEGUSTAZIONE DI WINETASTE

Aglianico del Vulture Vignali 2007-gr.13.

Un senso di piacevolezza, di grande bevibilità e " leggerezza " intesa come poca percezione dell'alcol, seppure presente, queste le caratteristiche principali di questo bel vino del nostro amato Sud d'Italia, se poi aggiungiamo l'ottimo rapporto qualità/prezzo allora abbiamo raggiunto i nostri scopi di appassionati e divulgatori del buon bere italiano.

Fin dal colore è invitante , presentandosi di un bel rubino intenso, vivo e brillante ; al naso è un mix di frutta rossa di piccola pezzatura con in sottofondo e molto sfumato sentore di spezie, il legno quasi non si percepisce ; in bocca è equilibrato, giustamente caldo, tannini presenti ma impercettibili, grande bevibilità, piacevole, un buon compagno della tavola domenicale. Lungo il finale di bocca.

Da abbinare a primi piatti con sughi di carne, secondi di carne rossa non troppo speziata, la bottiglia si involerà facilmente.

Sono questi i vini che il consumatore moderno cerca, senza troppo sentore di legno, senza tannini ruvidi ed aggressivi e senza troppo alcol.

Un vino da classificare molto buono/ottimo in base alla legenda di cui sotto, da non fare mancare in una cantina che si rispetti, anche se non è un super muscoloso, super alcolico, super tannico e super costoso.

Un vino che ci ha soddisfatto il naso ed il palato : consigliato vivamente, da provare nella sua " piacevolezza ".

Roberto Gatti

18 Ottobre 2010

 

0-60

scadente o difettoso

61-70

passabile o corretto

71-75

medio e senza pretese

76-80

piacevole o franco

81-85

buono

86-90

molto buono/ ottimo

91-95

eccellente

96-100

Top Wine


Tag: aglianico, winetaste, gatti, vulture, potenza, Aglianico del Vulture, venosa, vignali


px
px
px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?