14.02.2005 | Cultura e Tradizioni

Boldini e i ''Cinque sensi d'Autore'' al Caffè Pedrocchi

La città di Padova dedica al grande pittore ferrarese Giovanni Boldini una retrospettiva che sarà proposta dal 15 gennaio al 29 maggio dalla Fondazione Palazzo Zabarella, nelle sale dell’omonimo palazzo. Giovanni Boldini, nato a Ferrara nel 1842 e morto a Parigi nel 1931, è stato nel corso della sua lunga vita uno degli artisti più popolari ed amati, proprio per la sua capacità di saper rendere, attraverso una pittura di straordinaria forza evocativa sia di luoghi che di personaggi, l'atmosfera scintillante ma inquieta della Belle Epoque.

In mostra 113 opere, provenienti da importanti musei: la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, Capodimonte a Napoli, il Musée d'Orsay di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum e naturalmente il museo “Giovanni Boldini” di Ferrara, città natale alla quale il pittore donò innumerevoli dipinti ed oggetti oggi raccolti nelle stanze di Palazzo Massari, nei pressi di Palazzo dei Diamanti.

Ma sono sicuramente i quadri provenienti dalle collezioni private europee ed americane, il “piatto forte” della mostra: fu infatti grazie a tali commissioni che Boldini in breve tempo raggiunse fama e ricchezza ed in un certo senso attirò verso di sé i malumori degli impressionisti parigini che contestavano la sua pittura “à la mode”.

La tecnica di Boldini è però magistrale, e la mostra rende conto della sua evoluzione pittorica: ne sono prova le vedute di Parigi e della campagna francese che segnano anche l’addio all’ambiente dei Macchiaioli frequentati negli anni ’60 dell’Ottocento nei caffè di Firenze. Non mancano comunque i temi cari anche agli Impressionisti: il mondo dei caffè parigini, della danza e delle affascinanti ballerine provenienti da tutta Europa, e pure sfuggenti vedute di Venezia, città nella quale il Maestro sovente soggiornava. La parte più consistente della produzione riguarda i ritratti dei protagonisti della mondanità e della cultura internazionale, fra i quali spiccano quelli di Giuseppe Verdi, artista del quale Boldini era profondo ammiratore.

Davvero superbi i pastelli su tela presentati all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 e nei quali l’utilizzo del colore bianco nelle sue diverse variazioni è sbalorditivo. L’ultima sezione è invece dedicata ai ritratti “americani”, frutto dei viaggi e delle mostre che Boldini allestì per la ricca borghesia statunitense, e che segnano, insieme allo scoppio della Grande Guerra, la fine di un’epoca ovattata e sofisticata che aveva decretato la gloria del pittore ferrarese.

Per il visitatore la giornata non è però ancora finita: a pochi passi dalla mostra le luci ed il fascino della Belle Epoque vivono ancora nei locali del mitico Caffè Pedrocchi, vero e proprio cuore pulsante della città. Francesco Pedrocchi aprì la sua bottega nel 1772, ove poi sarebbe sorto il capolavoro dello “STABILIMENTO” realizzato dal celebre figlio Antonio, insieme al geniale Architetto Giuseppe Japelli. Uno straordinario fascino ammantò l’impresa fin dagli scavi per la realizzazione della ghiacciaia che rinvennero vestigia di un tempio romano, iscrizioni latine, frammenti di statue, monete. Giuseppe Capelli progettò ben più che un caffè per accogliere la vivacità e la gioia della gente e soprattutto dei goliardi dell’Ateneo, insieme alla fecondità intellettuale e le battaglie storiche.

Nel 1831 furono inaugurate le sale del piano terra, e nel 1841 le sale superiori destinate al Casinò dei Nobili decorate da Caffi, Denim, Paletti e Gazzotto. Nel 1831 vi si tenne il 4°Congresso degli Scienziati Italiani. Amarono molto il Pedrocchi, Stendhal, Drion, Gautier, Guy Valery, Ippolito Nievo, De Amicis e i fratelli Goncourt. Fra il 1837 e il 1839 fu eretto il cosiddetto “Pedrocchino”, appendice Neogotica dello Stabilimento che ospita l’ ”Ofelleria” ed il “Ristorante”. Gugliette e rose costituirono una scelta stilistica ispirata dal gotico veneziano da un lato ed al neogotico inglese dall’altra, che Capelli studiò durante un soggiorno Brittanico nel 1837.

Nel 1852 morì Antonio Pedrocchi e la gestione venne assunta dal nipote putativo Domenico Cappellato Pedrocchi che nel 1891 lasciò al Comune di Padova l’edificio, facendo “obbligo solenne e imperativo al Comune di Padova mio erede, di conservare in perpetuo, oltre la proprietà, l’uso dello Stabilimento come trovasi attualmente, cercando di promuovere e sviluppare, tutti quei miglioramenti che verranno portati dal progresso dei tempi, mettendolo al livello di questi e nulla trascurando onde nel suo genere, possa mantenere il primato in Italia”. Di certo Antonio Pedrocchi sarebbe oggi fiero di vedere il suo Caffè meta dei turisti, ma anche sede di eventi culturali importanti come per esempio "Cinque sensi d'autore", un'iniziativa pensata per restituire emozioni grazie all'incontro tra i differenti linguaggi di importanti autori del panorama italiano ed internazionale con suggestioni musicali, visive ed enogastronomiche.

Il nome evoca una sorta di viaggio tra i sensi a cui saranno sottoposti i partecipanti a queste serate: ogni incontro, oltre a stimolare la vista e l'udito con parole, musica e recitazione, sarà infatti accompagnato da un "aperitivo letterario" – con alcuni cocktail creati appositamente traendo ispirazione dagli scrittori o dai loro libri - e da un momento enogastronomico finale con raffinate degustazioni per solleticare il tatto, il gusto e l'olfatto. Ecco i prossimi appuntamenti:

Lunedì 14 febbraio, h. 20.30
Massimo Donà presenta:
“Filosofia del Vino”

(Bompiani Editore) con la partecipazione di
Giulio Giorello (filosofo),
Lele Rodighiero (tastiere)
e Davide Ragazzoni (batteria, percussioni).
Degustazione di vino.

Lunedì 28 febbraio h. 20.30
Gianni Biondillo presenta:
“Con la morte nel cuore”

(Guanda Editore)
con la partecipazione di
Furio Di Castri (contrabbasso, live electronics).
Degustazione:
risotto zafferano.

Info:
Palazzo Zabarella
Caffe Pedrocchi
Padova Jazz

Per Prenotazioni:
Caffè Pedrocchi Sala Rossa
Tel. 049 8781231

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Mirco Mariotti
axemir@libero.it

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