04.02.2014 | Prodotti Tipici Inserisci una news

Dolce o piccante, affumicata o non, con o senza finocchietto.......se è calabrese la soppressata è comunque buona!!!

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E come al solito le cose buone richiedono tradizione, passione ......e tantissima pazienza!!!

Recita un vecchio detto calabrese di chiaro taglio gastronomico “Tra tutte e 'mpusaglie, a supressata sa ra meglia” (ovvero…tra tutte le leccornie, la soppressata è la migliore): e francamente non può essere diversamente, visto che in regione si appartiene alle schiera degli “intenditori per eccellenza” di salumi !!

La soppressata è una tipicità di varie parti d’Italia, magari ed ognuna con una propria variante e caratterizzazione, ma è in Calabria che questa prelibatezza si connota come una sciccheria di una spanna superiore: sarà per la particolare arte norcina della zona, per la modalità con la quale si provvede all’allevamento dei suini, della ricetta tradizionale che viene “tassativamente” seguita nella relativa preparazione e che riesce a cogliere un giusto equilibrio tra la carne e gli altri ingredienti (anzitutto il peperoncino, dolce o piccante che sia!!)..…fatto è che la soppressata calabrese è la più famosa, con tanto di marchio DOP (Reg. CE n.134/98.) che impone un preciso protocollo e controllo di tutte le fasi di produzione. Ed anche questa sciccheria gastronomica, così come tanti altri prodotti tipici calabresi, ha ormai imparato a navigare sulla rete, dato che è tranquillamente acquistabile sulle vetrine virtuali di siti di e.commerce della regione.

La vera soppressata calabrese viene preparata di solito utilizzando prosciutto, spalla di suino e il lardo della parte anteriore del lombo vicino al capocollo. Il tutto viene tritato a grana media, unendo aromi naturali (sale, pepe nero in grani, peperoncino dolce/piccante e, in alcune zone, finocchio), e comunque rispettando la proporzione del 12-15% di grasso. Va da sé che deve trattarsi di maiali calabresi o di regioni limitrofe comunque allevati in Calabria, di taglia grande (peso di circa 1,5 quintali) ed almeno 8 mesi di età.

L’impasto va inserito in budella naturali di suino, per le quali è prevista una preventiva e laboriosa opera di “pulitura e sanificazione”; ne viene eliminato infatti manualmente il grasso, poi lavate in acqua tiepida, quindi messe a bagno in acqua, aceto e limone, infine risciacquate in acqua. Riempite le “sacche”, queste vengono forate e legate a mano con spago naturale, ottenendone una forma di un cilindro leggermente schiacciato, della lunghezza di cm 15 circa e del diametro di cm 6 circa.

A questo punto la soppressata va fatta asciugare all'aria, e dopo circa due/tre settimane (dipende infatti dal grado di freddo secco o umido del periodo) la soppressata viene messa tra assi con sopra dei pesi in modo da ottenere quella pressatura che conferisce il particolare nome al salume. Trascorsi 5/6 giorni si ritorna all’asciugatura e maturazione, in ambiente ventilato, per un buon mese/mese e mezzo : non poche volte, durante questa fase, si procede ad una leggera affumicatura tramite un braciere acceso nelle vicinanze, al quale vengono aggiunte scorze di arance per garantire un'affumicatura aromatica. L’asciugatura “naturale” è un dato importante nella produzione dei salumi calabresi, visto che in tempi recenti si cerca di anticipare il lento trascorrere delle ore utilizzando degli “essiccatori elettrici per salumi”: c’è poco da fare, le cose davvero buone richiedono tempo, costanza e pazienza!!!!

Le soppressate vengono portate, quindi a maturazione e stagionatura completa, facendo attenzione che non induriscano oltre il necessario: se il prodotto, infatti, non viene consumato subito, visto peraltro che la sua produzione risponde alla bisogna di tutto l’anno, si provvede alla relativa conservazione, che in passato avveniva ponendolo in contenitori di creta e/o recipienti di terracotta (“tarzaruli”) con olio di oliva o nello strutto del maiale. Ai giorni nostri la conservazione avviene con l’uso del sottovuoto, garantendosi (sia nelle metodologie più tradizionali che in quelle più moderne) una tenuta di qualità di oltre un anno.

 

Come accennato la soppressata in Calabria ha diverse varianti territoriali: dolce o piccante, con finocchietto e non, affumicata o tradizionale, conservata in olio o nello strutto, ecc.;  qualunque sia la caratterizzazione la soppressata calabrese è una, e comunque buona: poi ognuno fa e preferisce la sua!!!


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