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Il cambio Euro/dollaro sembra dunque spingere la presenza di
prodotti alimentari stranieri sulle tavole degli italiani spesso
all'insaputa dei consumatori perché - sottolinea
la Coldiretti - sulle etichette degli alimenti non è sempre
obbligatorio indicare il Paese di origine della materia prima. Un vero
boom - precisa la Coldiretti - si è registrato negli arrivi di pomodoro
cinese di prima trasformazione da mescolare con il prodotto italiano per
diventare automaticamente "tricolore" e finire sulle tavole dei
consumatori di tutto il mondo come "Made in Italy".
La Cina è il primo fornitore
dell'Italia e nei primi sette mesi dell'anno le importazioni di pomodoro
concentrato sono cresciute del 75% per una quantità che a fine anno la
Coldiretti stima rappresenterà oltre un terzo del prodotto nazionale. Ma
ad aumentare - continua la Coldiretti - sono anche le
importazioni di olio vergine di oliva
(22%), soprattutto da Spagna e
Grecia, che è possibile
commercializzare sotto forma di miscele di oli di origine diversa senza
che venga indicato in etichetta e quelle di salumi (12,2%) e carni suine
fresche (5,8%), principalmente cosce di maiale destinate alla produzione
di prosciutti che vengono confusi sul mercato con quelli nazionali per la
mancanza di un sistema adeguato di marchiatura.
Si tratta - sostiene la Coldiretti - degli
effetti di un colpevole ritardo della normativa nazionale e comunitaria
che impediscono ai consumatori di effettuare acquisti consapevoli sulla
base delle indicazioni presenti nelle confezioni. Un processo di
trasparenza fortemente sostenuto dalla Coldiretti che ha avviato una
campagna per l'"Indicazione obbligatoria
nell'etichettatura dell'origine dei prodotti alimentari" alla
quale hanno aderito quasi un milione di cittadini oltre ad associazioni
dei consumatori, movimenti ambientalisti, gastronomi, nutrizionisti,
rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli.
Una iniziativa che ha generato importanti risultati con l'etichettatura di
origine della carne bovina per far fronte alla crisi mucca pazza, gli
obblighi di legge sull'esposizione al pubblico di cartelli con origine,
varietà e categoria della frutta e verdura, l'impegno assunto con Decreto
ad indicare nelle etichette del latte commercializzato il luogo di
provenienza degli allevamenti di origine del latte e l'l'obbligo di
etichettatura dal campo alla tavola per le uova a partire dal 2004.
Secondo l' "Indagine 2003 COLDIRETTI-ISPO sulle opinioni degli italiani
sull'alimentazione" otto italiani su dieci (78%)
considerano necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il
luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e ben
quattro su dieci sono disponibili a pagare di più gli alimenti acquistati
pur di avere la certezza della qualità e dell'origine italiana garantita
da una seria certificazione ed evidenziata in etichetta.
L’AUMENTO
DELL’IMPORT ALIMENTARE NEL 2003
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Variazioni in quantità
|
| Pomodori trasformati |
+109 % (*) |
| Olio vergine ed extravergine di
oliva |
+ 22% (**) |
| Salumi |
+12,2% |
| Formaggi e latticini |
+ 10 % |
Fonte:
Elaborazioni Coldiretti
su dati
Ismea-Istat
periodo gennaio-luglio 2003
(*) gennaio-giugno; (**) novembre 2002-luglio 2003 |