04.05.2009 | Vino e dintorni Inserisci una news

Lettera aperta al Ministro Zaia

Chi: ZAGREO
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Caro Ministro Le scrivo…

Gentilissimo Ministro,
mi permetto di scriverLe un pensiero, un sentimento, che nell’ultimo periodo mi preme moltissimo riguardo il consumo di vini o distillati.
Mi chiamo Marcello Meregalli, ho 31 anni e da 12 lavoro assieme a mio padre nel Gruppo, tra i leader di mercato, fondato nel 1856 dal mio trisavolo, che si occupa principalmente di distribuzione di vini, bollicine e distillati di alta qualità nei locali ed enoteche top italiane.
Un settore bellissimo quello del vino in Italia, magari ancora un po’ arcaico, ma fatto ancora di rapporti veri, di qualità vera, di grandi personaggi come storici produttori, grandi chef e ristoratori, importanti e storici enotecari e molti bravi ed appassionati giornalisti. Un indotto in tutta la filiera di grande spessore umano con centinaia di migliaia di persone addette e di un giro d’affari enorme ma che sta soffrendo non tanto la crisi economica, ma una crisi di immagine data da informazioni errate e da falsi moralismi.
Se torno ai tempi del liceo dove già mi interessavo del mio futuro lavoro, penso a quando guardavo dalla finestra di casa mia e vedevo i giardini in centro a Monza con bambini che giocavano, coppie di innamorati che si stringevano, ed io che uscivo con gli amici e nelle feste di compleanno si faceva il classico brindisi o dopo il calcetto serale panino e birra… Ora vedo che nei giardini c’è lo spaccio diurno di droga “tollerato”, non ci son più gli innamorati, mentre il mio mondo del vino viene demonizzato ed addirittura ci si scandalizza o si calca la mano se un minorenne ha già assaggiato un prodotto vinicolo e non se è strafatto di droghe!
Io da quando avevo 3 anni sono stato per cantine, per ristoranti ed enoteche, ho avuto l’onore di assaggiare quando minorenne cognac o malaga di fine 1700, sauternes o bordeaux di fine 1800, ho visto il mondo grazie al vino e sinceramente ed orgogliosamente spero di fare così anche coi miei figli senza che nessuno gli punti il dito contro con falsi moralismi. Il dato più significativo è il calo del consumo pro-capite di alcol che è stato in forte discesa nell’ultimo decennio alla faccia della crescita dell’alcolismo.

Capitolo alcol e guida: il primo distinguo è da fare verso chi di solito crea le stragi sulle strade, che vengono giustamente condannate dai media: quasi sempre chi le compie, (anche se non si capisce mai chiaramente perché è sempre detto in maniera velata), non solo è 4 o 5 volte al di sopra del limite, ma spesso anche sotto l’effetto di stupefacenti. In più questi gravi incidenti avvengono quasi sempre in orari non lavorativi o dopo cena, e oserei dire (senza fare falsi moralismi), non esattamente dal classico lavoratore in regola con lo stato italiano. Un altro punto che vorrei sottolineare è che, se c’è molta più gente che risulta positiva ai controlli rispetto agli anni passati ,forse è anche perché una volta di controlli non ce n’erano ed è a questo punto ovvio che ora si trovino persone positive ai test!
Una cena fatta tra amici assaggiando una perla del made in Italy, cioè il vino, non può essere equiparata alla sbronza ricercata bevendo pasticci alcolici che nulla hanno a che vedere col nostro mondo. Non si è mai letto: sommelier ubriaco fa strage del sabato sera, ne tantomeno chef in preda all’alcol lanciato a 200 all’ora in città… chi ha cultura in tutti i campi ha anche rispetto.
Le auto sono una mia grande passione, e nel poco tempo libero quando è possibile guido anche in pista, ho fatto corsi ed esperienze ed anche qui mi chiedo, ma se uno è negato a guidare, se passa col rosso, se esce da uno stop o se mentre guida pensa ad altro non è colpa dell’alcol (sempre nei limiti ovvio) se accade un incidente, è colpa sua se non è capace ed ha in mano un’arma carica!
Gli sfoghi o i falsi moralismi possono continuare a lungo, così le scrivo cosa mi piacerebbe vedere in atto come politica per il nostro settore a cui Lei so che è molto vicino in quanto uomo di vino da zone di Prosecco.
Innazitutto Lei che ha potere anche sui media, far iniziare una vera campagna di sensibilizzazione che non criminalizzi e generalizzi solamente ma che divida nettamente lavoro, passione, consumo corretto e vino inteso come alimento da alcol o inteso come stordimento senza gusto e cultura.

Sarkozy ha abbassato l’Iva nella ristorazione per rilanciare il settore, anche in Italia se fosse possibile con le disastrate casse statali (disastrate non per colpa dei cittadini) abbassare l’iva nella ristorazione e del vino nella vendita generale in quanto alimento base della dieta mediterranea mantenendo inalterata eventualmente (contro i miei interessi) quella sui distillati o sui prodotti “premium” scelti per gusto e non per alimentarsi.
Rifare le tabelle per i locali che sono indecifrabili, non lette, demonizzanti e non formanti ad un consumo qualitativo e responsabile. E che si trovi una misura standard facile da capire per il famoso “bicchiere”, perché tra un calice iso ed un tambler riempito c’è un’enorme differenza.
Istituire alle scuole superiori un’ora una tantum di cultura enogastronomica, credo che molti ristoratori ed enotecari gratuitamente se coinvolti dalle scuole possano essere i docenti perfetti per preparare la nuova generazione a ritornare ad amare i prodotti delle tavole italiane tra cui il vino.

Tasso alcolico consentito alla guida: quando c’era lo 0,8 rientravano tutti coloro i quali consumano correttamente i prodotti vinicoli compreso un sacrosanto bicchiere di passito da gustarsi con calma a fine pasto, così come c’erano sempre coloro che eccedevano 2 o 3 volte sopra questo limite e quindi effettivamente ubriachi. Se il valore non è ripristinabile che almeno non si tocchi assolutamente lo 0,5 lasciando però uno spazio fino al 0,8 precedente di “limbo”. Può essere ad esempio il blocco momentaneo alla guida con un test posticipato di un’ora per la ripartenza, una diversificazione di orari: chi ha 0,45 alle 10 di mattina a stomaco vuoto non è come chi ha 0,7 post cena completa, magari appena alzato da tavola. L’assorbimento dell’alcol e quindi il modo di consumo, il menù abbinato, l’acqua ingerita e la tempistica sono troppe variabili per calare una scure e far si che chi si alza da tavola e viene trovato con uno 0,55 sia da portare al patibolo. Sopra tali tassi le pene ma soprattutto l’applicazioni di queste ultime devono essere ferme.
Caro ministro, questa lettera aperta vuole essere un punto della situazione visto da una persona che nel mondo vino è nata e ci vive, ma anche il punto di vista di un ragazzo di 31 anni che vuole vivere una vita normale dove per un aperitivo o un bicchiere di passito dopo una cena romantica non vuole passare per criminale.

Sicuro di quanto potrà fare, Le auguro buon lavoro

Marcello Meregalli


Tag: vino italiano, marcello meregalli, lettera al ministro zaia


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