22.05.2006 | Normative

Chips si......chips no?

L' entrata in vigore della nuova normativa comunitaria concernente l' OCM del vino, ovvero Organizzazione Comune di Mercato, ha apportato importanti novità in materia vitivnicola tra le quali possiamo ricordare...

1) vitigni autoctoni: viene definito tale il vitigno la cui presenza viene rilevata in aree geografiche delimitate del territorio nazionale e le rispettive regioni e province autonome ne accertano la coltivazione sul territorio di competenza;

2) vini passiti: vengono introdotte le definizioni di "vino passito liquoroso" o "passito liquoroso" riservate ai vini liquorosi ad indicazione geografica tipica IGT ed a denominazione d'origine che prevedono tale tipologia. La menzione "passito" o "vino passito" può essere sostituita in etichetta dalla menzione tradizionale "vin santo" esclusivamente nel caso di Vqprd che prevedono tale menzione;

3) sostanze vietate: nell'art. 5 della legge vengono riportate le sostanze vietate e viene messo ordine rispetto a quanto previsto dal Dpr n. 162.
Viene regolamentata la detenzione delle vinacce, la detenzione dei centri di raccolta temporanei fuori fabbrica, le fecce di vino e la preparazione del vinello;

4) disciplina di produzione degli aceti: viene regolamentata la produzione, l'imbottigliamento e la detenzione degli aceti, nei depositi e negli acetifici; regolamentato l'uso del registro negli stabilimenti di produzione ed imbottigliamento;

5) disciplina dei prodotti ad uso enologico: viene regolamentato l'uso e la detenzione dei prodotti che sono autorizzati all'interno degli stabilimenti enologici e che devono rispettare quanto previsto dalle vigenti norme nazionali e comunitarie, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ed il Ministro della Salute;

6) sanzioni: vengono fissate le sanzioni per l'utilizzo di prodotti nocivi e non consentiti, per la detenzione di prodotti vinicoli non giustificati;

7) diffida delle infrazioni minori: al fine di ridurre i contenziosi per le infrazioni minori viene adottata la diffida per importo fino a 500 euro ;

8) controlli: presso il Ministero delle Politiche Agricole è previsto il comitato di coordinamento per il servizio repressioni frodi, composto da tre rappresentanti del Mipaf, tre rappresentanti del Ministero dell' Economia, tre del Ministero della Salute, uno del Ministero degli Interni ed uno del Ministero delle Attività Produttive.


Modifiche sostanziali e da focalizzare
Le modifiche però che hanno catalizzato l'attenzione dei tecnici, enologi ed addetti ai lavori sono state quelle che prevedono l'aggiunta di certe sostanze in fase di vinificazione ed affinamento.

Tali modifiche legislative hanno seguito un iter canonico: studi condotti da esperti di diversi paesi, dichiarazione di liceità da parte dell' OIV, quindi la modifica della normativa comunitaria e il recepimento da parte dei parlamenti nazionali.
Questo adeguamento in sede comunitaria a Bruxelles altro non è stato che un riflesso a quanto già applicato nei paesi extraeuropei, dove da tempo vengono usati i "famigerati" pezzetti di legno o "chips"; l'utilizzo del carbone per uso enologico in fermentazione; l'impiego di sostanze proteiche di origine vegetali nel trattamento dei vini e dei mosti; l'aggiunta di acido L-ascorbico; l'aggiunta di dimetilcarbonato per la stabilizzazione microbiologica dei vini; l'aggiunta di mannoproteine di lieviti per la stabilizzazione tartarica e proteica dei vini.

Ancora in fase di studio e sperimentazione gli effetti di certe sostanze, cosi' come ha dichiarato il Prof. Roberto Zironi ed il suo gruppo di studio dell' Università di Udine:
"Non abbiamo responsi particolari sull'uso dell'acido L-ascorbico e nemmeno del dimetilcarbonato. Certo per quest'ultima sostanza l'impiego era stato ipotizzato per il trattamento del legno contro il lievito Brettanomyces, responsabile di odori sgradevoli nel vino, e non per l'aggiunta vera e propria al vino".

Prosegue il ricercatore dott. Piergiorgio Camuzzo in merito all'uso di chips affermando che è stato riscontrato che non sono solo utili come aromatizzanti o per eliminare difetti olfattivi, ma anche per la stabilizzazione del colore; unitamente anche ad una maggiore microossigenazione e simulando l'effetto delle barriques, con costi enormemente inferiori.

Importante, prosegue il ricercatore di Udine, è anche l'uso del carbone ad uso enologico che di fatto riduce l'Ocratossina A, sostanza dannosa per la salute, di origine fungina, che dallo scorso anno deve rientrare in certi parametri sia nei vini che in tutti gli alimenti.

Anche l'uso delle mannoproteine non va disgiunto dalla stabilizzazione a freddo, e soprattutto, da parte dei tecnici di cantina non va confuso con i lisati di lievito, che sono tut'altra cosa. Questi ultimi infatti, portano al vino odori anomali, ma vengono troppo spesso confusi con le mannoproteine. E' quindi auspicabile e quanto mai necessario un chiarimento in tal senso.


Considerazioni finali
Molti ricercatori, tecnici ed enologi sono, a dir poco, entusiasti dell'entrata in vigore dell'uso dei chips che a loro dire apportano benefici quali maggiori ossigenazioni dei vini, riduzione dei costi rispetto alle barriques ecc.

E' anche vero che se nei paesi extraeuropei l'uso dei chips è da tempo autorizzato ed i vini cosi' prodotti regolarmente importati in Europa, non si vedeva il motivo di questa disparità (due pesi e due misure), con riflessi negativi sui prezzi finali di vendita dei nostri vini rispetto a questi ultimi.
Ma al di là dei presunti benefici di questi "pezzetti" di legno che a mio avviso non sono tali, in quanto il vino è il prodotto finale dell'uva, senza tanti intrugli aggiunti, cosi' come non sono mai stato troppo favorevole all'uso smodato delle barriques, che alla fine standardizzava il gusto del vino (che piace tanto ad alcuni guru che assegnano punteggi made in Usa!), credo sia necessario fin da subito imporre per legge e scritto a chiare lettere in etichetta: QUESTO VINO è STATO ELABORATO CON USO DI CHIPS.

Questo andrebbe imposto da subito a tutti vini, siano importati o italiani, in modo tale che il consumatore finale sia messo nelle condizioni di potere scegliere liberamente se bere o meno i vini " chippsati ", cosi come dovrà essere indicata quanto prima possibile, perchè ne va della nostra salute, il quantitativo esatto di S02- anidride solforosa- presente nel vino. Attualmente la legge ha imposto la dicitura in retroetichetta: CONTIENE SOLFITI, che non vuol dire nulla, in quanto il 99,99999% dei vini la contiene ma se non viene indicato LA QUANTITA' presente sarebbe come dire: un aereo vola in cielo!!

Grazie cari amici lettori della vostra attenzione e da questi siti dai quali arrivo direttamente ai vostri PC, non mi stancherò mai di scrivere affinchè la nostra vitivinicoltura vada sempre piu' nella direzione di una maggiore qualità non disgiunta da una maggiore SALUBRITA', perchè quando ci avviciniamo ad un bicchiere di buon vino non ci sovvengano delle paure, timori ed esitazioni di sorta: il vino è piacere, convivialità, pace e serenità e tale dovrà rimanere anche in futuro.

Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email: gatti-roberto@libero.it
Winetaste.it - contact@winetaste.it
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