Prodotto in un box a Mappano: due denunciati. Se, per Natale, qualcuno vi regala uno champagne di marca «Charles Bassez» sappiate che vi stanno tirando un (involontario) bidone...
Perché quello champagne lì, anche se in commercio si trova, non esiste. O meglio la bevanda che c´è in quelle bottiglie eleganti non è il pregiatissimo vino che ha patria a Reims ma il nettare di uva cresciuta sulle colline dell´Astigiano. Imbottigliato chissà dove e miracolosamente diventato champagne in un garage di Mappano di Caselle. Insomma è un bidone. Se poi vi propongono il ben più noto «Pierre Mignon» (che esiste davvero) state attenti: potrebbe essere falso anche quello. Nato nello stesso magazzino di quell´altro per mano di due simpatici truffatori che la Gdf ha denunciato qualche giorno fa: Giuseppe Mariano, 67 anni e il cinquantaquattrenne Mauro Carnicella. Li hanno beccati dopo settimane di indagine del comando provinciale. Carnicella ha sfoderato biglietti da visita autorevoli: «Importatore esclusivo per l´Italia di Pierre Mignon». Si è profuso in mille argomentazioni e, alla fine, ha alzato le mani in segno di resa: «Non è champagne...». Ma i finanzieri della compagnia Torino già sapevano tutto. Avevano già scoperto che le bottiglie di «Charles Bassez» e «Pierre Mignon» made in Mappano finivano in decine di locali della città: nights, discoteche, topless bar, ristoranti tutti di una certa fama. I prezzi: dalle 18 alle 30 mila la bottiglia, rivendute a prezzi maggiorati fino a 10 volte tanto. Un affare, insomma. Qualche carico è finito pure in vinerie e locali con la pretesa di vendere solo roba genuina: dal produttore al consumatore. A prezzi adeguati all´ambiente, è ovvio. Giuseppe Mariano riesce a sorridere anche dopo il sequestro delle bottiglie già confezionate e la denuncia a piede libero. «Sono un povero pensionato. Non un truffatore. Volevamo guadagnare qualche lira e ci hanno beccati. E pensare che si avvicinava Natale: si sarebbe potuto fare qualche affaruccio in più. Invece». Invece è arrivata la Finanza che adesso sta anche facendo il giro dei clienti della coppia di bidonisti per sequestrare il resto della merce. Se fosse andato tutto come si erano immaginati i due soci, il bidone natalizio non era niente male davvero. Cassette regalo di champagne inesistente, cestini fruscianti di cellophane, colmi di ogni leccornia e arricchiti con una bella bottiglia di Bassez, sarebbero finite in chissà quante case. «Invece avremo venduto, sì e no, seicento bottiglie» cerca di minimizzare Mariano. Che aggiunge: «Il prodotto italiano non tira più. La gente vuole vino francese sul tavolo quando c´è festa. E noi glielo abbiamo dato». Ma la truffa, la frode in commercio e quella sfilza di reati che la Finanza vi ha contestato? «Non siamo mica avvelenatori, noi: il nostro era vino buono, non metanolo; noi siamo gente coscienziosa». Benefattori, insomma? «No, povera gente che prova a sbarcare il lunario». Chissà se anche i loro clienti, quelli buggerati da aprile ad oggi, saranno disposti a capire e perdonare? «A me avevano piazzato tre cartoni di bottiglie: due di champagne e uno di un vino barricato che non esiste...» racconta un barista dalle parti di corso Novara. Il Pierre Migonon lui lo vendeva a 40 mila lire la bottiglia. «Uno champagnino molto buono...» si è sbilanciato, ieri, prima che rivelassero che era prodotto astigiano. «Quei due sembravano persone per bene - racconta -. Sono tornati da me l´altra settimana, volevano vendermi altri cartoni. Insistevano. Sa come fanno i piazzisti: "Siamo a Natale, se vuole lo mette nei cestini regalo". Pensate solo se gli avessi creduto che figura mi sarei fatto...».