E’ quanto afferma la
Coldiretti a commento dell’accordo UE-Canada sulle procedure per il
riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche per i prodotti
vinicoli e le bevande alcoliche. Il Canada si
impegna a non utilizzare per le proprie produzioni 21 denominazioni di
bevande tipiche europee (tra cui Chianti, Grappa e Marsala ma
anche Champagne e Bourgogne francesi e il Porto portoghese) mentre
l’Unione Europea - spiega la Coldiretti - proteggerà dalle imitazioni
comunitarie il Rye Whisky canadese.
Lo stop alle imitazioni e alla “vinopirateria” scatterà
immediatamente con l’entrata in vigore dell’accordo per il Chianti e il
Marsala mentre per la Grappa bisognerà attendere due anni e per Champagne,
Porto e Bourgogne addirittura il 31 dicembre 2013. L’accordo raggiunto è
una buona premessa - sostiene la Coldiretti - ai negoziati internazionali
sul commercio (WTO) di Cancun per garantire una effettiva protezione
contro l’usurpazione delle indicazioni geografiche ed impedire che il
commercio internazionale dei prodotti agricoli il cui nome è legato ad una
certa origine geografica sia ostacolato da inaccettabili atti di
imitazione e usurpazione.
Adesso - afferma la Coldiretti -
occorre risolvere la stessa vertenza nei
confronti degli USA con cui sono in corso analoghi negoziati
sul commercio del vino e il Vertice Unione Europea-Stati Uniti con
l’incontro tra i Presidenti Prodi e Bush potrebbe essere una buona
occasione per far progredire la trattativa. Le "Appellation d'Origine
Controlée" (AOC) e i "Vin Délimités De Qualité Supérieure" (VDQS) in
Francia, le "Denominaciones de origen de vinos" (DO) in Spagna, le
Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG) e le Denominazioni
di origine Controllata (DOC) in Italia e in generale, secondo la categoria
comunitaria, i Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VQPRD) -
sottolinea la Coldiretti - identificano il patrimonio alimentare, la
cultura e il territorio dell'Unione e vanno difesi nei confronti di chi
vorrebbe continuare ad abusare della storia che è propria dell'Europa.
Secondo una indagine della Coldiretti, tra i vini e liquori francesi, sono
lo Champagne, il Cognac, il Bordeaux, il Bourgogne, lo Chablis, il Medoc,
il Sauternes, il Moselle, l'Armagnac, il Calvados e il Saint-Emilion ad
essere i più imitati nel mondo, in Spagna sono l'Alicante, il Valencia, La
Mancha e il Rioja ad essere copiati, mentre per l'Italia sono il Chianti,
come quello classico imbottigliato nelle cantine argentine, il Lambrusco e
il Marsala, prodotti in Australia o la Grappa ad essere oggetto di
contraffazione.
In Francia esistono 404 "Appellation d'Origine Controlée" (AOC) e 30 i "Vin
Délimités De Qualité Supérieure" (VDQS) che rappresentano,
rispettivamente, il 50% e il 2% della produzione totale di vino, in Spagna
sono 53 Denominaciones de origen (DO), mentre - conclude la Coldiretti -
in Italia sono 24 le Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG)
e 314 le Denominazioni di origine Controllata (DOC) riconosciute. Il
problema della “pirateria alimentare” non riguarda però solo i vini ma
anche altri prodotti tipici come il Parmigiano (il più imitato nel Mondo),
il Provolone, l’Asiago, il Tocai Friulano e la Mortadella Bologna made in
USA, la Robiola, il Gorgonzola e il Caciocavallo prodotti in Canada, il
Salame
Milano del Cile, il Salame Cacciatori, il Marsala, il Lambrusco e l’Amarone
australiani e la Grappa ottenuta in Sud Africa. Si tratta di pratiche
commerciali scorrette che falsano la concorrenza internazionale e che -
conclude la Coldiretti - vanno fermati attraverso l’istituzione di un
efficace registro multilaterale delle indicazioni geografiche (relative ai
prodotti alimentari e ai vini) con carattere vincolante per tutti i membri
del WTO.
Fonte:
Coldiretti |