E' quanto afferma la
Coldiretti dopo che la
Commissione Europea ha formalizzato la
propria decisione di "liberalizzare", a determinate condizioni, l'uso
internazionale di alcune menzioni tradizionali europee tra le quali
compaiono ben 17 "menzioni" tradizionali riservate a prestigiosi vini
italiani: dal Brunello all'Amarone, dal Morellino
al Vinsanto, dal Recioto al Gutturnio.
Il nuovo testo, che modifica il regolamento UE 753/02 sulla presentazione
e presentazione dei vini, è stato notificato all'Organizzazione per il
commercio mondiale (Wto) e - spiega la Coldiretti - impone a quanti
volessero porre sull'etichetta una menzione tradizionale (tipo "Brunello")
il rispetto di alcuni vincoli: dimostrare che quella menzione e' stata
utilizzata dal paese interessato da almeno 10 anni; che goda di una solida
fama all'interno del paese che ne fa domanda ed inoltre si possono
autorizzare unicamente le menzioni tradizionali nella lingua ufficiale del
paese extracomunitario in questione.
L'uso di menzioni tradizionali in una lingua diversa da quella ufficiale
e' ammesso soltanto se l'utilizzazione di tale lingua e' prevista dalla
legislazione del paese e se tale lingua e' utilizzata nel paese
ininterrottamente da almeno venticinque anni. Una
norma, quest'ultima, che - sottolinea la Coldiretti -
penalizza soprattutto le produzioni portoghesi,
spagnole e francesi la cui lingua è più diffusa nei Paesi extracomunitari.
La decisione della Commissione - sottolinea la Coldiretti - che viene
giustificata dalla volontà di favorire l'accordo sul commercio
internazionale in realtà in assenza di regole chiare rischia di favorire
la diffusione di imitazioni che si richiamano ai nostri vini di pregio
senza avere nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale.
La lotta all'agropirateria - sostiene la Coldiretti - è un passaggio
fondamentale del negoziato del WTO per garantire un commercio leale e
salvaguardare le produzioni tradizionali dalle contraffazioni
internazionali.. L'attenzione nei confronti della tutela dei prodotti
alimentari tipici minacciati dalle imitazioni - conclude la Coldiretti - è
una scelta di trasparenza di mercato che per l'Europa e l'Italia ha anche
un'importante ricaduta economica e occupazionale. L'Italia è il secondo
Paese produttore di vino in Europa e può contare su un patrimonio di 427
vini Docg, Doc e Igt, che rappresentano il 60% della produzione nazionale
di vino che genera un fatturato complessivo di circa 8,5 miliardi di Euro
e un valore delle esportazioni superiore ai 2,5 miliardi di Euro, la
principale voce dell'export agroalimentare nazionale.
LE MENZIONI "RUBATE"
Amarone, Cannellino, Brunello, Est!Est!Est!, Falerno, Governo all'uso
Toscano, Gutturnio, Lacryma Cristi, Lambiccato, Morellino, Recioto,
Sciacchetra' (o Sciactra'), Sforzato (o Sfurzat), Torcolato, Vergine, Vino
Nobile, Vin Santo o Vino Santo o Vinsanto
Fonte:
Coldiretti |