21.09.2005 | Cultura e Tradizioni

Cultura e gastronomia a Salerno e dintorni

E' stato presentato a Salerno nel salone dei Marmi del Municipio il libro "Salerno, guida gastronomica" (Edizioni Dell’Ippogrifo, pagg. 208 • € 11) di Luciano Pignataro. Molti i colleghi e le autorità politiche presenti, moltissima la gente comune che gli ha testimoniato con la propria presenza affetto e stima. Lo scrittore, già giornalista de Il Mattino, è stato uno dei primi in Campania ad occuparsi di enogastronomia...

E lo ha fatto in tempi non sospetti, quando cioè l'argomento era negletto e sui giornali trovavano spazio solo la politica, la cronaca e lo sport. Con questo libro Pignataro rende omaggio alla sua città, alle sue tradizioni, ai suoi monumenti e al santo patrono San Matteo, la cui festa, il 21 settembre, è molto sentita dai salernitani. Il cibo simbolo di questo giorno è la milza ripiena, di cui ogni famiglia custodisce gelosamente la ricetta.

Il libro è un panorama completo della città da vedere e da mangiare, 200 pagine "golose" che ci fanno scoprire alberghi, trattorie, bar e negozi dove il gastronauta attento potrà trovare il meglio della produzione locale e cimentarsi egli stesso nella preparazione di queste specialità grazie al ricettario presente nelle ultime pagine della guida. Autorevoli relatori (il dottor Cappuccio, gli assessori Guerra, Martinangelo e Scarlato) sono intervenuti alla presentazione sottolineando lo stretto legame tra storia, gastronomia e turismo.

A conclusione dei lavori c'è stata una degustazione di prodotti e piatti tipici salernitani (mozzarella, olio, milza, dolci) accompagnati dagli splendidi vini della provincia, tra cui anche un fuoriclasse dell'enologia campana, il Montevetrano di Silvia Imparato, un elegante blend di cabernet sauvignon, merlot e aglianico.


Dottor Pignataro come mai nella sua guida la trattoria viene preferita al ristorante blasonato?
Perché è la trattoria il vero depositario della memoria gastronomica di un luogo.

Quali le differenze tra la cucina salernitana e quella di Napoli?
Storicamente nella cucina napoletana è presente sia una tradizione ricca, ossia la cucina di Corte, dove troviamo piatti di chiara influenza francese, sia una povera, quella del popolo che cercava di creare piatti appetibili con ingredienti assai semplici. La cucina salernitana è solo povera ed ha nel pesce e nelle verdure i suoi punti di forza, sovente in felice connubio, come nel caso dei totani con le patate o delle seppie coi broccoli.

Tralasciando per un attimo le trattorie, ci sono locali d'eccellenza a Salerno e provincia?
Certamente! La Caravella di Amalfi e Il Rossellinis di Ravello ne sono un chiaro esempio.

Nel campo dell’enogastronomia quali sono le nuove opportunità lavorative per i giovani?
Sono moltissime, sia nell'agricoltura che nel turismo. Si calcola che nei prossimi anni saranno necessarie 10.000 guide enogastronomiche, ossia persone che portino il turista alla scoperta delle produzioni alimentari locali. Sarà però importantissima la formazione e quindi la preparazione di questi nuovi ciceroni del gusto.


di Marco Contursi
Fonte: Campaniasuweb.it

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