E lo ha fatto in tempi non sospetti, quando cioè l'argomento era
negletto e sui giornali trovavano spazio solo la politica, la
cronaca e lo sport. Con questo libro
Pignataro rende omaggio alla sua città, alle sue
tradizioni, ai suoi monumenti e al santo patrono
San Matteo, la cui festa, il 21 settembre,
è molto sentita dai salernitani. Il cibo simbolo di
questo giorno è la milza ripiena,
di cui ogni famiglia custodisce gelosamente la ricetta.
Il libro è un panorama completo della città
da vedere e da mangiare, 200 pagine "golose" che ci fanno
scoprire alberghi, trattorie, bar e negozi dove il gastronauta
attento potrà trovare il meglio della produzione locale e cimentarsi
egli stesso nella preparazione di queste specialità grazie al
ricettario presente nelle ultime pagine della guida. Autorevoli
relatori (il dottor Cappuccio,
gli assessori Guerra, Martinangelo e
Scarlato) sono intervenuti alla presentazione
sottolineando lo stretto legame tra storia, gastronomia e turismo.
A conclusione dei lavori c'è stata una degustazione di prodotti e
piatti tipici salernitani (mozzarella, olio, milza, dolci)
accompagnati dagli splendidi vini della provincia, tra cui anche un
fuoriclasse dell'enologia campana, il Montevetrano di Silvia
Imparato, un elegante blend di cabernet sauvignon, merlot e
aglianico.
Dottor Pignataro come mai nella sua guida
la trattoria viene preferita al ristorante blasonato?
Perché è la trattoria il vero depositario della memoria gastronomica
di un luogo.
Quali le differenze tra la cucina
salernitana e quella di Napoli?
Storicamente nella cucina napoletana è presente sia una tradizione
ricca, ossia la cucina di Corte, dove troviamo piatti di chiara
influenza francese, sia una povera, quella del popolo che cercava di
creare piatti appetibili con ingredienti assai semplici. La cucina
salernitana è solo povera ed ha nel pesce e nelle verdure i suoi
punti di forza, sovente in felice connubio, come nel caso dei totani
con le patate o delle seppie coi broccoli.
Tralasciando per un attimo le trattorie, ci
sono locali d'eccellenza a Salerno e provincia?
Certamente! La Caravella di Amalfi e Il Rossellinis di Ravello ne
sono un chiaro esempio.
Nel campo dell’enogastronomia quali sono le
nuove opportunità lavorative per i giovani?
Sono moltissime, sia nell'agricoltura che nel turismo. Si calcola
che nei prossimi anni saranno necessarie 10.000 guide
enogastronomiche, ossia persone che portino il turista alla scoperta
delle produzioni alimentari locali. Sarà però importantissima la
formazione e quindi la preparazione di questi nuovi ciceroni del
gusto.
di Marco Contursi
Fonte:
Campaniasuweb.it |