Tra i vini complessivamente presenti: 24% vini bianchi, 67% vini rossi, 7% vini dolci e 3% spumanti/champagne. Vini italiani suddivisi in 22% di bianchi, 72% rossi, 4% dolci e 3% spumante/champagne. Vini esteri presenti per un 30% di vini bianchi, 50% rossi, 15% dolci e 5% spumanti/champagne. Dietro le quinte dell’IWF, nelle tre giornate del Festival, hanno lavorato ca. 200 persone, oltre ai produttori presenti, agli addetti ai lavori e alla stampa. Anche quest’anno ad aiutare nello svolgimento sono state le tre scuole alberghiere meranesi, il “Kaiserhof”, il “Savoy” ed il “Riz”.  | L’interesse più acceso dei visitatori durante il IWF ha riguardato: i vini italiani che sembrando fare tendenza sia per il pubblico italiano che per quello estero, i vini esteri che hanno riscontrato curiosità nei visitatori, l’attuale trend per i vini dolci (tema del IWF 2002 che ha proposto la sezione "Dulcis in fundo") | Il notevole aumento del prezzo d’ingresso (dai 42€ dell’anno scorso si è passati ai 55€ giornalieri) ha portato al cambiamento tanto auspicato dall’organizzazione: ca. il 25% in più di “pubblico d’intenditori”, una selezione voluta ed avvenuta proprio in base alle esperienze precedenti e che rende ancora più ambita la manifestazione. Sono stati esattamente 140 i giornalisti presenti all’IWF 2002. Oltre al vino, protagonista in assoluto dell’ IWF 2002, anche quest’anno è stata proposta con successo l’ormai tradizionale sezione “Culinaria” (6° edizione), nicchia pregiata della manifestazione meranese che ha fatto assaggiare prodotti gastronomici di 64 delle migliori case italiane facendo risaltare formaggi, olio d’oliva, aceto, caffè, cioccolata e dolci, pane, salumi ecc. e dando l’opportunità di degustazioni guidate al visitatore. Altre iniziative dell’edizione appena terminata: l’asta vini dell’UNICEF. Dopo il successo riscontrato nella scorsa edizione, l’UNICEF ha riproposto l’iniziativa a favore dei bambini più bisognosi di tutto il mondo, chiedendo ai produttori vinicoli presenti al IWF una bottiglia di grande formato da mettere all’asta durante la manifestazione in forma di rilancio del prezzo base, direttamente presso lo stand dell’Unicef. L’iniziativa ha riscontrato forte consenso e partecipazione da parte dei produttori che hanno risposto all’appello mettendo a disposizione dell’UNICEF bottiglie per un valore totale di 6.000-8.000€ e anche da parte del pubblico disposto a contribuire alla causa. L’UNICEF si è dimostrato molto soddisfatto della sua partecipazione all’IWF. Ed ancora, l’assegnazione del premio Cristal II in collaborazione con Merano arte, premio che vuole mettere in evidenza la qualità del vino con l’estetica della sua confezione, della bottiglia e della sua etichetta. Due commissioni separate, una con esperti d’arte, l’altra con operatori del settore vinicolo, hanno valutato – gli uni il contenitore, gli altri il contenuto – per scambiarsi in un secondo momento e trovare il candidato che riuscisse ad esprimere al meglio attraverso l’estetica la sostanza ovvero le qualità del proprio vino. Premio suddiviso in quattro sezioni e tra queste è stato successivamente scelto un supervincitore. Per il premio “Arte” che ha l’obiettivo di rendere omaggio alla creatività artistica della bottiglia e della sua etichetta il riconoscimento è andato ad AMATIVO 2000 Salento (CA’ntele – Puglia) con la motivazione di un grande impatto derivante dall’essenzialità grafica, in bianco e nero, caratteri ben scelti, carattere che si espande sulla bottiglia. Il premio alla miglior “Grafica” per la scelta di chiarezza del messaggio nella realizzazione della confezione è andato a COR Römingberg 1998 (Alois Lageder – Alto Adige) con il disegno raffinato in un contesto di una scrittura ben scelta, il suono “Coro” si specchia nella rappresentazione della parola; ottima la tecnica della stampa dell’etichetta. Premio “Eleganza” alle bottiglia a Spelt 1998 (Fattoria La Valentina – Montepulciano d’Abruzzo) grazie agli elementi di questa etichetta che sono chiarezza, eleganza e leggerezza: pochi segni collocati alla posizione giusta rendono facilmente memorizzabile e convincente il marchio. Il premio “Originalità” è andato a MONSORDO 2000 (Azienda Agricola Monsordo by Ceretto – Alba/Piemonte) per colori, forme e lettere sintetizzati in una soluzione innovativa: insomma, tutta la bottiglia è un’etichetta. Monsordo 2000 è risultato anche Supervincitore del Premio Cristal per la qualità del vino e l’estetica dell’intero prodotto, eccellenza enoica e strategia comunicativa. Qualche considerazione personale, ora, sui giorni trascorsi al Kurhaus, ormai sede unica, a dispetto del decentramento degli anni scorsi, in alcuni palazzi della città: i vini italiani sovrastano i competitori esteri quando esaltano le originalità e segnano l’impronta all’olfatto ed al palato del degustatore. Per quanto alcuni vini ( anche di aziende eccellenti) strizzino l’occhio all’archetipo del mercato internazionale “standardizzato”, si evidenzia in generale, un oculato sviluppo del concetto di vino-territorio. Senza dubbio la vetrina sulle rive del Passirio è palcoscenico per primedonne della bevanda di Bacco, i problemi della vitivinicoltura anche in Italia sono presenti e riguardano ambiti geografici ed economici diversi ma, a mio avviso, nel caso specifico del mercato di fascia alta, il confronto con i concorrenti esteri è vinto. In Francia il fascino nobile, romantico e decadente dei “Chateaux” regge spesso l’impatto ideale ed evocativo di tuffi nel tempo ma la qualità è condizionata dall’uso di tecnologie che, seppur simili o sovrapponibili, in qualche caso, a quelle adoperate in Italia, incidono sulla personalità dei vini a causa di “strutture” più fragili nella materia prima: qualche eccezione e per questo cito, scegliendo in un gruppo ristretto, Chateau Beychevelle e Chateau Beaumont, come esempi di ricerca nella caratterizzazione tecnica e di uvaggio nei vini. In Italia, sottolineo l’impegno ed, in qualche caso, gli ottimi risultati ottenuti da alcuni produttori abruzzesi, anche per l’uso di vitigni meno noti eppur validi: il Malbech in uvaggio per Scialletti nel Sammarco oro ma non si deve dimenticare il vitigno Pecorino già evidenziato nel nostro intervento l’anno scorso per Cataldi Madonna. Qualche segno scolpito nella memoria tra Piemonte e Toscana, a confronto con stili diversi: citazione d apprezzamento da parte mia per il Dolcetto di Dogliani Siri d’Jermu di Pecchenino (2000) ed il Barolo Bricco Rocche Prapò (1999) di Ceretto. Per la Toscana soddisfazioni nell’approccio a “Cum Laude” di Castello Banfi e “Desiderio” di Avignonesi. L’Aglianico del Vulture trova compimento e anima nel Rosso di Costanza de “Le Querce” mentre in Sardegna il Turriga 1998 di Argiolas evidenzia come sia possibile comporre mosaici e riuscire bene nell’opera di uvaggio e tecnica di vinificazione successiva. Un salto attraverso il mare ed i chilometri che separano Sardegna e Veneto per l’intenso Amarone della Valpolicella Classico di Zenato e chiudo con due “memorie” per vini adatti nelle occasioni “liete”, ulteriormente rallegrate dalla presenza dei protagonisti in questione che sono il delicato Franciacorta Satèn di Bersi Serlini e l’affascinante Moscato Rosa di Castel Sallegg. Paolo d'Abramo VINit.net dabramo@vinit.net
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