L’Aglianico è un vitigno che venne
citato per la prima volta, in età moderna, nel 1825 dall'Acerbi.
Sembrerebbe introdotto dai Greci intorno al
VI-VII sec. a.C. durante la loro colonizzazione, sulle
coste del Tirreno, da qui i sinonimi Ellenico/Ellanico.
In Campania, l’aglianico da solo o assemblato con altri, entra nella
composizione delle seguenti Doc: Taurasi (Docg), Solopaca, Taburno,
Guardiolo, Sant’Agata dei Goti, Falerno del Massico, Vesuvio, Campi
Flegrei, Penisola Sorrentina, Cilento, Costa d’Amalfi, Sannio e
Galluccio. Inoltre, è il vitigno più diffuso in Basilicata ed è
anche presente in alcune Doc della Puglia e del Molise.
10 i vini che sono passati sotto l’esame
attento di 12 degustatori AMIRA. (Aiello, Buonora,
Calabrese, Daniele, Falanga, Grippo, Lembo B., Napoleone, Onorato,
Rotondi, Saturno D., Taurone).
I campioni degustati, l’11 gennaio, nei saloni dell’
Hotel Esplanade di Paestum,
hanno decretato il seguente risultato. Naturalmente, è possibile per
numerosi motivi, che un altro campione della stessa azienda e della
stessa annata possa dare un giudizio diverso.
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I primi
vini classificati:
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Irpinia Aglianico Igt 2003
Di Prisco, Fontanarosa (AV)
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Cinque querce 2003,
Aglianico Irpinia Igt
S. Molettieri, Montemarano (AV)
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1° vino classificato ex aequo: Irpinia
Aglianico Igt 2003, Di Prisco, Fontanarosa (AV). Un vino
di grande personalità. Il risultato è relativamente una sorpresa. I
vini di Pasqualino Di Prisco, che nel 1996 ha creato quest’azienda
con grande cura e scrupolo, stanno convincendo sempre di più gli
esperti del settore vinicolo. I degustatori sono rimasti entusiasti
di questo vino che già nell’assaggiarlo si nota che è stato prodotto
con cuore e passione. Eccellente/Ottimo all’esame visivo, offriva un
bel colore rosso rubino con riflessi violacei, aveva una buona
consistenza confermata dagli “archetti” che erano stretti e
scendevano lentamente.
Al naso dava un’ottima intensità, seguita da un’uguale persistenza e
una piacevole finezza. Si percepivano profumi non aggressivi che
ricordavano la frutta matura rossa e nera, more in particolare, poi,
lo “speziato” e il “cuoio”. Al gusto, colpiva per il suo equilibrio,
è stato giudicato ottimo all’intensità, alla finezza, al corpo, alla
piacevolezza e allo stato evolutivo mentre alla persistenza è stato
giudicato eccellente. Se “incontrate” qualche bottiglia di questo
aglianico non fatevela “scappare” . Così le guide: Gambero Rosso “2
bicchieri pieni” (cioè ha raggiunto le degustazioni di finale per
aggiudicarsi i 3 bicchieri); AIS “3 grappoli”; assente su Espresso e
Veronelli.
Prezzo indicativo in enoteca: € 10,00. Gradazione alcolica 14.
Punteggio finale 84/100, ottimo.
1° vino classificato ex aequo: Cinque
querce 2003, Aglianico Irpinia Igt, S. Molettieri, Montemarano (AV).
Ancora un vino fatto con il “cuore” e con la “passione” contadina.
Questo risultato conferma che alla “Molettieri” con i rossi ci sanno
fare: il suo Taurasi 2000, quest’anno, ha ricevuto i tre bicchieri
dal “Gambero Rosso” ed è stato giudicato miglior rosso d’Italia.
Complimenti. Il vino è stato giudicato molto simile al precedente,
aveva meno persistenza ma più finezza. Niente da dire: un bel vino e
una bella azienda. Così le guide: Gambero Rosso “2 bicchieri pieni”;
AIS assente; Espresso 16/20; Veronelli 92/100.
Prezzo indicativo in enoteca: € 13,00. Gradazione alcolica 14.
Punteggio finale 84/100, ottimo.
3° vino classificato ex aequo: Cretarossa
2003, Aglianico d’Irpinia Igt, I Favati, Cesinali (AV).
Anche questo, un aglianico ben eseguito da un’azienda fondata solo
nel 1999. Buon segno. Le nuove “leve” irpine stanno veramente dando
il massimo al raggiungimento della qualità. Il vino degustato, oltre
all’eccellenza dell’esame visivo, è stato giudicato ottimo in tutti
i parametri olfattivi e gustativi. Fa piacere vedere queste piccole
aziende che producono vini di grande rispetto. Così le guide:
Gambero Rosso “1 bicchiere”; AIS assente; Espresso 15/20; Veronelli
assente.
Prezzo indicativo in enoteca: € 11,00. Gradazione alcolica 14.
Punteggio finale 82/100, ottimo.
3° vino classificato ex aequo Aglianico
2003, Irpinia Igt, Di Meo, Salza Irpina (AV). L’azienda
Di Meo fu fondata nel 1986. I proprietari sono Erminia, Generoso e
Roberto Di Meo che hanno sposato la causa della salvaguardia dei
vitigni e della valorizzazione dei vini simbolo della storia
enologica irpina. Buono e da ricordare questo aglianico base del
2003. Un grande equilibrio. Valutazione come il precedente. Così le
guide: Gambero Rosso assente; AIS assente; Espresso 14/20; Veronelli
87/100 con l’annata 2002.
Prezzo indicativo in enoteca: € 10,00. Gradazione alcolica 12,5%.
Punteggio finale 82/100, ottimo.
5° vino classificato: Rubrato 2003, Irpinia
Aglianico Igt, Feudi di San Gregorio, Sorbo Serpico (AV).
Un vino della pluri-decorata azienda irpina che è stato giudicato
corretto: Ottimo/eccellente alla vista. Ottimo/buono all’olfatto e
al gusto. Un solo consiglio: se consumate una bottiglia di Rubrato
2003, è preferibile decantarla in quanto nella nostra c’erano molti
sedimenti. Mah! Così le guide: Gambero Rosso “2 bicchieri pieni”;
AIS “2 grappoli”; Espresso 15,5/20; Veronelli 89/100.
Prezzo indicativo in enoteca: € 9,00. Gradazione alcolica 13,5%.
Punteggio finale 75/100, buono.
6° vino classificato: Aglianico Irpinia Igt
2003, F.lli Urciuolo, Forino (AV). La F.lli Urciuolo è
un’azienda fondata nel 1996 e condotta a carattere familiare. Questo
aglianico 2003, tutto sommato è stato giudicato semplice e buono.
Ottimo/eccellente alla vista. Buono/ottimo al naso: a differenza dei
precedenti peccava un po’ in persistenza e in finezza anche se erano
piacevoli i netti sentori di prugna che si riuscivano a percepire.
Buono/ottimo anche al gusto. Comunque un vino che merita rispetto.
Così le guide: Gambero Rosso “2 bicchieri”; AIS assente; Espresso
assente; Veronelli assente.
Prezzo indicativo in enoteca: € 8,00. Gradazione alcolica 12,5%.
Punteggio finale 72/100, buono.
7° vino classificato: Vadantico 2003,
Aglianico Irpinia Igt, Colli di Castelfranci, Castelfranci (AV).
Quest’azienda produce 2 tipi di aglianico: il Vadantico e il
Candriano. Il primo affinato in acciaio, il secondo con un leggero
passaggio in botte. Ci siamo fatti influenzare dalla guida del
“Gambero” ed abbiamo preferito assaggiare il primo. Chissà, forse il
secondo sarebbe uscito con un punteggio diverso. A volte, secondo
noi, non bisogna fidarsi troppo delle guide. Comunque, questa
cantina ha tutto il rispetto degli amirini. Le famiglie Gregorio/Colucci,
viticoltori da sempre, si stanno impegnando per portare la “Colli di
Castelfranci” nell’olimpo delle aziende irpine. All’esame visivo è
risultato Eccellente/ottimo. “Ottimo” al naso e solo “buono” al
gusto. Così le guide: Gambero Rosso “1 bicchiere”; AIS assente;
Espresso assente; Veronelli assente.
Prezzo indicativo in enoteca: € 9,00. Gradazione alcolica 12,5%.
Punteggio finale 71/100, buono.
8° vino classificato: Aglianico Irpinia Igt
2003, Mastroberardino, Atripalda (AV). Anche se ottavo in
classifica questo vino non è dispiaciuto. C’è da dire che il livello
dei vini degustati, forse dovuto anche alla fortunata annata 2003,
era di tutto rispetto. Un vino piacevole di un’azienda che in
Campania è “storia”. Così le guide: Gambero Rosso “2 bicchieri”; AIS
“2 grappoli”; Espresso 14/20; Veronelli 88/100.
Prezzo indicativo in enoteca: € 12,00. Gradazione alcolica 12,5%.
Punteggio finale 70/100, buono.
9° vino classificato: Raiano 2003, Irpinia
Aglianico Igt, Villa Raiano, Serino (AV). Per questo
vino, grosso modo, vale il discorso del precedente. Buono ma non
all’altezza dei primi, anche se francamente, da questo Aglianico, ci
aspettavamo di più, visti i risultati che aveva ottenuto in
precedenti degustazioni di altre annate (vedi la 2001). La sola nota
da segnalare è il profumo di vaniglia che veniva percepito a “primo
naso”, sentore che svaniva dopo pochi attimi. Così le guide: Gambero
Rosso “2 bicchieri”; AIS “4 grappoli”; Espresso 15,5/20; Veronelli
86/100. Prezzo indicativo in enoteca: € 12,00. Gradazione alcolica
13,5%. Punteggio finale 69/100, buono
10° vino classificato: Taurì 2002,
Aglianico dell’Irpinia Igt, A. Caggiano, Taurasi (AV). È
vero, ultimo dei dieci vini degustati. Però, chi ci segue spesso
ricorda che con il punteggio di questo Taurì qualche volta si è
finiti anche “primi”, anche se poi, dall’Amira Paestum non si riceve
alcun premio. Comunque, non ci sono scuse. Eravamo abituati ad altri
“Taurì”. Forse l’azienda s’impegna di più con gli altri rossi più
quotati come il Salae Domini e il Taurasi ”Macchia Dei Goti”. Il
vino degustato, già al colore, era nettamente più chiaro degli
altri, faceva presagire di non avere molta concentrazione. Solo
“Buono” in tutti i parametri olfattivi e gustativi. Così le guide:
Gambero Rosso “2 bicchieri”; AIS “2 grappoli”; Espresso 15/20;
Veronelli 86/100. Prezzo indicativo in enoteca: € 12,00. Gradazione
alcolica 13%. Punteggio finale 64/100, buono.
I vini sono stati piacevoli e validi.
Chi più, chi meno, sono stati dei buoni aglianico. Però,
confrontando i vari risultati delle guide, un dubbio mi assale: a
loro vengono fatti degustare gli stessi vini che noi acquistiamo?
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