15.10.2004 | Cultura e Tradizioni

Dibattito australiano su vino e salute

Bevi che ti passa! “Non c’è medicina al mondo che possa allontanare la morte così come il vino,” dichiara l’australiano Philip Norrie, medico di base e viticoltore dalle idee molto originali, una sorta d’intelligente guastafeste del sistema sanitario del suo paese (una “spina nel fianco” come dice lui stesso.Nella sua campagna d’informazione sulle proprietà benefiche del vino, Norrie ha fondato La Società Australiana dei Medici Amici del Vino.

Sta assillando autorità e dottori, nel tentativo di persuadere la Fondazione Cardiaca Australiana a dare al vino l’etichetta di “salva-cuore”, proprio come già hanno il pesce alla griglia e l’olio d’oliva. “I benefici del vino sono oramai ben noti - dice Norrie - e conosciuti in Australia da secoli”. Questo paese ha infatti una lunga tradizione di medici-viticoltori, tra cui Christopher Rawson Penfold (1811-1870), laureatosi all’Ospedale di San Bartolomeo, a Londra. Egli credeva negli usi medicinali del vino rosso, in particolare contro l’anemia. Norrie dice di essere più o meno il 150° successore in questa dinastia ideale.

Come egli dice bene, il dibattito australiano su vino e salute iniziò nel 1814, quando cinquantuno uomini, tra cui il capitano, morirono di tifo sul mercantile Surrey. L’armatore aveva risparmiato sulle razioni dei forzati presenti nella ciurma, ed essi erano stati per sei mesi senza sapone e altri beni di prima necessità. Da allora, tutti i mercantili australiani ebbero a bordo un dottore e non mancarono mai scorte di succo di limone, zucchero e vino. Si disse che quest’ultimo manteneva il vigore dell’organismo, combattendo la debilitazione dovuta alle intemperie e scacciando la malinconia.

In Italia non siamo da meno. Anzi si dibatteva sulle proprietà benefiche dei vini, in ambiente medico, già nel XVII secolo. In particolare il celebre naturalista Francesco Redi (Arezzo 1626, Pisa 1697), che fu anche archiatra, ovvero medico capo, alla corte dei Medici, è noto ai più per il gustoso poemetto intitolato Bacco in Toscana.

Dottor Ranieri Fochi
Enologo e pubblicista

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