30.01.2006 | Cultura e Tradizioni

Divine Culture - Degustazione Vino a Sottocornonove Studio Galleria

(Milano). SottocornoNove Studiogalleria presenta il primo di una serie di appuntamenti DIVINE CULTURE, incontri fra degustazione, letteratura e film, durante i quali potrete osservare l’arte in compagnia di un buon vino, come un Montepulciano DOC, un Cerasuolo DOC o un Sauvignon, di Orlandi Contucci Ponno, antico produttore di vini e azienda agricola abruzzese.

Durante il primo dei nostri appuntamenti con il passato e il futuro del vino potrete gustarvi la mostra Materiali digitali, a cura di Andrea Coppini e Sarah Silver , con le opere dell’artista romano Fabrizio Laurenti (aperta fino al 31 gennaio). Un ristretto gruppo di grandi stampe, realizzate interamente con il personal computer. Simboli, brandelli di oggetti, figure e pensieri, assemblati digitalmente. Opere in cui modernità e tradizione, utopie e vincoli tecnologici, convivono. Laurenti traduce la realtà dell’uomo nel mondo d’oggi: l’iconismo universale dell’era digitale, che trova nella mente di ciascuno il modo di realizzarsi, in quanto specchio della nostra anima.

La serata è stata organizzata con la gentile collaborazione di Orlando Contucci Ponno e Massimo Pagliaro.

“’Si chiama vino”, disse O'Brien con un mezzo sorriso. “Ne avrete letto senza dubbio sui libri. Non ne arriva gran che al Partito Esterno, temo.” Il suo volto ridivenne serio. Sollevando il bicchiere, continuò: “Penso che sia opportuno cominciare con un brindisi alla salute di qualcuno... Al nostro capo, dunque. A Emmanuel Goldstein!” Winston afferrò il bicchiere con una certa avidità. Il vino era uno di quelle cose di cui aveva letto e sognato molto. Come il fermacarte, e i frammenti di canzonette del signor Charrington, apparteneva al dissolto e romanzesco passato, il tempo che fu, come gli piaceva di chiamarlo nei suoi pensieri segreti. Per chissà quale ragione aveva sempre pensato che il vino avesse un forte sapore dolce, simile a quello della marmellata di more, e un immediato potere inebriante. La verità era che, dopo anni di assuefazione al gin, era quasi impossibile sentirne il gusto. Vuotato che ebbe il bicchiere, lo posò sul tavolo." 1984, George Orwell

Il nettare degli dei, Il vino, è sempre stato una sorta di musa, una fonte di ispirazione divina. È presente nella letteratura, nel cinema e nell’arte. Cosa evoca quella sostanza fragrante dai colori che variano dal fieno, al miele, all’ambra e al rosso rubino?

Come l’artista si fa sedurre dai colori e dal profumo dell’olio, così il vino si presenta con tutti i suoi colori e fragranze. Molti artisti hanno meditato su un quadro con un bicchiere di vino in mano, molti poeti si sono emersi nelle sue acque per raggiungere il “Vinus Veritas”. Ci sono i vini del lavoro, i vini di meditazione e vini del piacere.

Nel testo di George Orwell, Winston assaggia il vino per la prima volta, ma la preziosa sostanza aveva già un posto nel suo immaginario. Come per tutti noi, quando ci sediamo rilassati sorseggiando un buon bicchiere, e in un certo senso veniamo trasportati nel passato, verso una realtà agreste che fa parte del nostro più profondo retroterra culturale. Il vino ha un aria e una storia romantica e nobile, proprio come l’arte e i suoi protagonisti, ma non solo. Allo stesso tempo ci offre anche i suoi lati negativi, con la dannazione dell’alcolismo. Il vino e l’arte nascono nell’antico ma appartengono anche al futuro, mantenendo sempre un posto nel mondo e nella nostra interiorità.

SottocornoNove Studiogalleria,
Via Sottocorno 9, 20129 Milano
e-mail: press_sottocorno9@yahoo.it t. 339-690.0863
www.sottocornonove.com

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