09.08.2007 | Eventi

Dop per la Vastedda della Valle del Belice

La “Vastedda” del Belice avrà la sua Denominazione d’origine protetta (Dop). I dettagli del processo di produzione fanno parte di un disciplinare, alla base della assegnazione della Dop, che sarà discusso pubblicamente il prossimo 20 luglio, presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo, insieme ai tecnici del Ministero per le Politiche Agricole e della Regione siciliana.

La "Vastedda" della Valle del Belìce è un formaggio di pecora a pasta filata, e deriva dal latte di una particolare razza di ovini tipica della zona.

Dopo soltanto un'ora dalla produzione le vastedde sono pronte per essere commercializzate. Si tratta dunque di un formaggio fresco che fino ad oggi ha avuto un mercato prevalentemente locale. Viene prodotta nella sua classica forma lenticolare pressando più volte in un piatto fondo una porzione di pasta filata.

Un metodo antico ma efficace. I casari della Valle del Belìce producevano anche nei mesi estivi, quando il latte era più scarso. Il latte ovino intero, crudo, ad acidità naturale di fermentazione destinato alla trasformazione in formaggio della Vastedda della Valle del Belice deve provenire da allevamenti il cui sistema di alimentazione è costituito dal pascolo naturale e/o coltivato, da foraggi freschi, da fieni e paglia di ottima qualità.

Il Caglio utilizzato per la coagulazione essenzialmente presamica del latte, si ricava dall’abomaso di agnelli lattanti indicati dal disciplinare. Il formaggio va consumato fresco, dopo tre giorni dalla produzione. La Vastedda della Valle del Belice, all’atto dell’immissione al consumo deve avere: la forma tipica di una focaccia con facce lievemente convesse; la dimensione da 15 a 17 centimetri, e l’altezza dello scalzo da 3 a 4 centimetri; il peso compreso fra 500 e 700 grammi; la superficie priva di crosta, di colore bianco avorio, liscia e compatta, senza vaiolature e piegature; la pasta di colore bianco omogeneo, liscia, non granulosa, con eventuali accenni di striature dovute alla filatura artigianale; l’aroma caratteristico del latte fresco di pecora; il sapore dolce, fresco e gradevole, con venature lievemente acidule; il grasso sulla sostanza secca non inferiore al 35% e il contenuto di cloruro di sodio non superiore al 5%. La zona geografica di produzione è compresa nell’ambito dei territori amministrativi di alcuni comuni delle province di Agrigento, Trapani e Palermo.

La Vastedda della Valle del Belice deve recare, apposto sull’involucro esterno delle forme idonee e certificate, all’atto dell’immissione al consumo, il contrassegno previsto dal disciplinare. Non è consentita l’immissione al consumo del prodotto porzionato. Il marchio deve essere riportato sull’involucro esterno protettivo del formaggio, costituito da materiale conforme alle disposizioni di legge relativo all’imballaggio dei prodotti alimentari. La riunione di pubblico accertamento per il riconoscimento della Dop "Vastedda della Valle del Belice" non è solo un passaggio formale e procedurale - afferma l'assessore provinciale allo sviluppo economico,Giuseppe Bica - .

Si tratta di una fase importante anche dal punto di vista sostanziale poiché in futuro tutti i produttori dovranno omologare le procedure e le tecniche di produzione del formaggio secondo le indicazioni rigorose del disciplinare".

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Piero Rotolo, 12 luglio 2007 pierotolo@tin.it

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