19.02.2002 | Normative

E Coldiretti dichiara guerra ai «vini-Ogm»

PISA — "Nell'Italia dei vini di qualità non c'è spazio per la manipolazione genetica nei vigneti, in cantina, o sulle tavole dei cittadini.

Coldiretti vigilerà perché tra le pieghe dei provvedimenti comunitari e nella volontà degli euroburocrati non si nasconda la preoccupante novità dell'introduzione di vino-Ogm. di cui imprese e consumatori non avvertono certo il bisogno": è la decisa presa di posizione del presidente provinciale di Coldiretti, Massimo Camillieri, dopo la direttiva sul materiale di commercializzazione della vite adottata dal Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea.
Nel Pisano sono diverse le denominazioni di origine controllata e garantita (Docg) e quelle di origine controllata (Doc) riconosciute. È' Docg, per esempio, il "Chianti delle Colline pisane", un vino rosso, prodotto da uva sangiovese (75%), cannaiolo (10%), trebbiano toscano e malvasia (ma ne esiste anche la versione "vin santo"), mentre è Doc il "San Torpé", un bianco proveniente per lo più da uva trebbiano, e i cui produttori dovranno presto osservare un nuovo disciplinare nella lavorazione, pensato per migliorare ancor di più il prodotto (per il quale c'è pure la versione "vin santo"). Etichetta Doc anche per il Montescudaio nelle versioni di rosso (sangiovese e trebbiano), bianco (trebbiano e altre uve bianche), vin santo, chardonnay, sauvignon e vermentino.
"Amministrazione provinciale, viticoltori e associazioni professionali stanno impegnandosi molto per valorizzare e dar qualità ai vini locali — commenta Francesco Renzoni, direttore della Coldiretti di Pisa —: le 'strade del vino', l'organizzazione di rassegne enogastronomiche locali e la partecipazione di nostri produttori a incontri in Italia e all'estero stanno dando ottimi risultati. I nostri viticoltori osservano rigidi protocolli nelle lavorazioni. E ora — conclude — non vogliamo che nel mercato entrino anche i vini-Ogm".

FONTE: LA NAZIONE

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