Si parla in dettaglio di
indicazioni geografiche, nomi di varietà di viti, protezione di menzioni
tradizionali contro imitazioni ed evocazioni, tra l’altro all’articolo 24
(pagina 19).
Nel 2002 (con Regolamento 753) il linguaggio e le intenzioni restano
sostanzialmente identici. Nel 2004 si cambia
registro. Nel Regolamento 316 vengono soppressi alcuni
paragrafi citati solo per numero, e data la complessità e la lunghezza
(oltre 60 pagine l’uno) dei testi, è difficile
che il cittadino si accorga che le precedenti leggi europee sono state
svuotate di contenuto proprio nei paragrafi che prima lo proteggevano.
Le motivazioni sulle modifiche peraltro suonano
vaghe e pretestuose. Per cui nasce spontanea la domanda: quali
realtà si volevano favorire, a danno del patrimonio tradizionale culturale
ed economico italiano? Ricordiamo che nonostante le numerose “copie” e
“contraffazioni” del made in Italy, l’Italia è oggi un forte esportatore
di vino. L’export di specialità enogastronomiche è una voce fondamentale
del nostro bilancio nazionale, insieme al turismo.
Ridurlo sostanzialmente, facilitando i prodotti “taroccati”, danneggia
ognuno di noi, e l’enopirateria legalizzata dall’UE è un pericolosissimo
precedente. Domani toccherà ai nostri formaggi, salumi e altre specialità
per le quali siamo famosi nel mondo.
A.S.A. Associazione Stampa Agroalimentare
nella quale si riconoscono i giornalisti specializzati nel settore
ha fatto giungere una protesta veramente forte a
Bruxelles facendosi portavoce autorevole ed aggregando intorno
a sé associazioni di consumatori, produttori, comunicatori e vari enti.
Insieme ad Agrofood, A.S.A. ha
costituito un Comitato Spontaneo il
quale ha mandato una
lettera aperta a Romano Prodi,
Presidente della Commissione Europea.
Per maggiori informazioni:
Associazione Stampa Agroalimentare,
Comitato di Difesa delle Produzioni Nazionali
Per contatti:
difesaenoproduzioni@libero.it
casella postale 2 - 58040
Punta Ala (GR). |