24.11.2005 | Cultura e Tradizioni

A Frantoi Aperti per giocare alla “Mangiaunta”

Dopo solo una settimana torna con grande piacere L’Enovago Tifernate, Marco Braganti, a raccontarci una nuova esperienza mangereccia. Protagonista della giornata dell’Enovago Tifernate è l’olio umbro, in particolare quello di Giano dell’Umbria, piccolo bel borgo in provincia di Perugia.

Immaginare l’Umbria senza ulivi sarebbe come togliere le nuvole al cielo”. L’Enovago Tifernate, in pieno accordo con la frase riportata nei manifesti di “Frantoi Aperti”, si è recato a Giano dell’Umbria dove, il 5 e 6 novembre, è stata organizzata la 1° edizione de “la Mangiaunta”, un itinerario gastronomico alla scoperta, attraverso i frantoi, dei sapori unici della regione.

Nella quiete dei Colli Martani abbiamo attraversato colline ricoperte di ulivi secolari, lontani dal rumore e dalla frenesia del vivere quotidiano. Il frusciare delle fronde mosse dal vento, racconta una storia millenaria e la pioggerella che ci ha accompagnato fin dal mattino, è stata la colonna sonora di una ritmata giornata novembrina. Cultivar di leccino, di frantoio, di moraiolo e di San Felice (una varietà autoctona) sapientemente mescolate in percentuali diverse, secondo il disciplinare dell’Umbria D.O.P., danno vita all’olio extra vergine di qualità superire dei “Colli Martani”.

Quattro frantoi da visitare per scoprire i segreti dell’estrazione a freddo dell’olio, guidati dalle interessanti spiegazioni dei proprietari che gestiscono, alcuni da generazioni, i luoghi magici di trasformazione delle olive in olio.

L’Enovago Tifernate Marco Braganti, l’olio extra vergine, la macina in pietra e… gli ulivi

Il regolamento de “la Mangiaunta” prevedeva che ad ogni frantoio i partecipanti ricevessero un coupon attestante la visita effettuata e, raggiunti quattro tagliandi diversi, la collezione completa permetteva di ritirare una bottiglia di olio novello in omaggio. Come prevedibile, vista la gentile e spontanea ospitalità dimostrata da queste parti, l’iscrizione al “giuoco” era gratuita.

Superata quota cinquecento metri s.l.m. tra le verdi colline, abbiamo raggiunto il centro storico di Giano dell’Umbria che, con la sua forma a spirale avvolge i visitatori e li conduce verso il primo frantoio da visitare.

La domenica mattina è ritmata dal lavoro del “Frantoio Speranza” dove la signora Valeria ci spiega, coinvolgendoci con passione, il sistema continuo di frangitura a dischi e “non a martelli, che stressano di più le olive!”, ci tiene lei stessa a precisare. Giriamo gli occhi e qualche metro più in là, ammiriamo lo sgorgare di un verde rigagnolo, avvolti da un profumo indescrivibile.

E allora via con la prima bruschetta per assaporare al meglio, tutto il piacere dell’olio novello. Sopra il tavolo, naturalmente in legno d’ulivo, su di un bel tegame di coccio ci attende una zuppa con la fagiolina del Trasimeno. Si tratta della prima pietanza da assaggiare, come da regolamento de “la Mangiaunta”.

Uno dei frantoi visitati

Proseguendo nel nostro percorso gastronomico troveremo di seguito la patata di Colfiorito cotta sotto il fuoco all’interno di un maestoso camino che fa la guardia all’”Oleificio Bartolini”, uno dei pochi ad utilizzare ancora la macina in pietra e qualche prezioso otre in terracotta risalente all’ottocento.
Che dire poi del mosto d’olio del “Frantoio Del Sero Giuseppe” utilizzato per condire un fumante piatto di lenticchie al rosmarino ed aglio, una specialità. Al nostro arrivo presso l’omonima azienda agraria, troviamo un ampio salone accuratamente apparecchiato e destinato, ci spiegano, ad accogliere i visitatori/assaggiatori/enovaghi… e non.

Lo sgorgare dell’olio novello
(il mosto d’olio)

Per ricevere l’ultimo coupon e completare così, la nostra raccolta, facciamo visita al “Frantoio Flamini” che ha da poco rinnovato i macchinari ed utilizza un decanter a bassi giri che, in questo caso, sostituisce la centrifuga nella fase finale dell’estrazione, quella che separa l’olio dalle ultime particelle di acqua. Terminiamo il nostro itinerario degno di un girone Dantesco dei golosi, con un fragrante sedano nero di Trevi in pinzimonio.

I vecchi otri per la conservazione dell’olio (saranno ancora pieni dopo il passaggio dell’Enovago Tifernate??)

Grazie ancora per la nuova avventura all’Enovago Tifernate sperando in un nuovo prezioso contributo, magari dalle terre del tartufo.

Alessandro Maurilli. Giornalista, toscanaccio purosangue cresciuto tra i filari del nonno dove tra una puntura di ape nel periodo della vendemmia e un acquazzone improvviso a primavera ha scoperto fin da piccolo la passione per il vino. Email: enovago@vinit.net
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