04.09.2003 | Prodotti Tipici

Fagiolo di Sarconi Igp

Sarconi è un piccolo Comune della provincia di Potenza, posto a circa 600 m. di altezza. Da secoli Sarconi lega il suo nome alla coltura dei fagioli, considerati una vera specialità, particolarmente apprezzati perché cuociono “a prim’acqua”, cioè rapidamente. Grazie alla loro indiscussa bontà, hanno già da tempo raggiunto una certa notorietà, anche al di fuori dei confini regionali, come attestano articoli di giornale risalenti alla fine del secolo scorso.

Basilicata - Prodotti Dop e Igp

IGP - REG. CEE nr. 1263 del 01/07/96

AREA DI PRODUZIONE
La coltura del fagiolo di Sarconi è praticata nei terreni irrigui dell’Alta Val d’Agri ed occupa una superficie di oltre 200 ettari, di cui metà ricade nel solo Comune di Sarconi.


CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
Le varietà coltivate (quasi esclusivamente per la produzione di baccelli freschi da sgusciare) sono rappresentate in prevalenza dal borlotto nano (65%) e dal cannellino (29%). La qualità è da attribuire a: 1) terreni di origine alluvionale privi di calcare e con reazione sub-acida (il fagiolo non si ispessisce, perciò cuoce prima ed uniformemente); 2) acque fresche e poco saline; 3) temperature massime estive intorno ai 20° (accrescono, insieme alla freschezza delle acque, la quantità di zuccheri semplici e allungano i tempi della amidizzazione che altrimenti determinerebbe una maturazione troppo rapida.


TECNICHE DI PRODUZIONE
Lo tecnica tradizionale prevede che il fagiolo sia intercalato tra il grano ed una sarchiata, mentre nelle aziende maggiori prevale la monosuccessione o l’avvicendamento con l’erbaio. La semina, eseguita a macchina negli appezzamenti più ampi, si effettua scalarmente a partire dalla fine di maggio e si protrae, con il cannellino, fino alla metà del mese di luglio. Di norma le operazioni colturali non prevedono trattamenti chimici per il controllo di fisiopatie ed erbe infestanti. La raccolta, che si completa in 2-3 passaggi, è eseguita prevalentemente da manodopera femminile. I baccelli sono raccolti allo stato ceroso e posti in cassette di circa 25 kg. fornite dai commercianti. Nel borlotto nano la resa oscilla intorno alle 9,5 t./ha, mentre per il cannellino si aggira sulle 7,5 t./ha. Sullo stesso ordine di grandezza del borlotto nano si collocano le produzioni unitarie degli ecotipi, nani e rampicanti, di origine locale.

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