19.09.2012 | Vino e dintorni Inserisci una news

Come sarà il Friulano del 2012? - di Daniele Cernilli

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Forse conoscete quella splendida canzone di Mia Martini che raccontava di una storica nevicata che ci fu a Roma nel 1956. Se a Roma nevicò, e molto, figuratevi cosa è accaduto più a nord. Gelate e disastri vari, tanto che quell'anno rimase famoso per quei motivi.

Il 2012 forse passerà alla storia per le nevicate invernali, molto abbondanti soprattutto nell'Italia Centrale, e per la siccità terribile che ha colpito tutto o quasi il nostro Paese e che è durata in certi posti anche più di quattro mesi. Poi, per fortuna, è arrivata la pioggia e la campagna ha come respirato, come tutti noi. Quella che si profilava come una vendemmia non certo positiva sta recuperando velocemente e tra un po' vedrete che qualcuno griderà all'annata del secolo. Non sarà pessima e neanche strabiliante, ma la cosa che va considerata è che le regioni ed i climi in Italia possono essere molto diversi, e basta poco per avere situazioni quasi opposte.

Il Friuli Venezia Giulia è una regione tutto sommato piccola, eppure ha al suo interno differenze evidenti. Un conto è la pianura delle Grave, di Latisana, di Annia e di Aquileia, che arriva fino all'Isonzo, un conto sono i rilievi del Collio e un altro ancora, o due altri ancora, quelli dei Colli Orientali, dove fra Manzano e Udine è una cosa, da Cividale a Nimis tutt'altra. Anche la siccità è stata diversa nelle varie aree. Quasi nulla a nord, un pochino più avvertibile verso il mare. Poi ci sono i diversi vitigni. Quelli più precoci, come il Sauvignon, e quelli un po' più tardivi, quasi sempre a bacca rossa. I primi un po' di siccità, laddove c'è stata, l'hanno anche patita, gli altri molto poco o per niente.

E il Friulano? Quello se la cava sempre [...] continua a leggere su friulano.fvg.it


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