25.03.2013 | Vino e dintorni Inserisci una news

Quando i salici non sono solo piangenti

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Spesso le tradizioni, gli usi e i costumi di una società, se non tramandati adeguatamente, rischiano di perdersi o di essere sottovalutati. Altre volte si decide di rinunciarvi perché manca il tempo di impararli, nella maggior parte dei casi perché la "società" e le persone cambiano velocemente così come le esigenze reali.

Tra le tradizioni agricole "in via di estinzione" si è quasi perduto completamente l'utilizzo della tecnica della legatura con il salice tanto adoperata in viticoltura fino a qualche decina d'anni fa.

 

Nel passato veniva adottata poiché non vi erano alternative. Ma oggi alcune aziende, sensibili ai principi dell'ecosostenibilità ambientale delle attività agricole, stanno via via dismettendo i moderni elastici/cordini di plastica a vantaggio dei tralci in salice.

 

Solitamente vengono usati i tralci di Salix purpurea, volgarmente chiamato Salice rosso o Brillo. La varietà, che è coltivata anche come essenza ornamentale, cresce spontanea nelle siepi di molte zone della regione. È il salice rosso la varietà più adatta a fornire vincastri malleabili adatti alla produzione di cesti e stuoie, come anche alla creazione di "legamenti" da impiegare in vigna. Esiste anche un'altra tipologia di salice, quello giallo, il Salix vitellina, ma è meno usato perché meno incline a lasciarsi piegare.

 

I tralci di salice rosso, detti vencjâr in friulano, dopo essere raccolti vengono tenuti in acqua per circa un mese. Trascorso questo periodo o vengono utilizzati o possono continuare a sostare in acqua fino al momento del loro effettivo utilizzo. In passato durante l'inverno, in particolare nelle giornate fredde e piovose, le piante adulte di Salice venivano capitozzate e i rami, legati in fasci, portati in azienda. Le mazzette si conservavano all'aperto sotto sabbia di fiume e solo il giorno prima dell'uso i giunchi venivano messi in acqua perché fossero più flessibili. Normalmente erano tre le misure che venivano selezionate: i giunchi più sottili servivano per legare i tralci produttivi della vite al filo, i mediani a legare la pianta di vite al filo e quelli dallo spessore maggiore a legare i fili ai pali di sostegno.

 

... continua a leggere su www.friulano.fvg.it


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