27.02.2013 | Vino e dintorni Inserisci una news

Un male da evitare: quello dell'esca

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Non arriva con i mali di stagione e non colpisce l'uomo, bensì la vite. E i suoi effetti possono essere devastanti se la pianta viene trascurata o curata male.

Il mal dell'esca viene considerato un vero e proprio cancro per la pianta e così è stato sempre definito anche dagli anziani. Sembra che il nome derivi dal fatto che i legni infetti, in passato, venissero usati come "esca" per il fuoco dal momento che proprio la loro consistenza spugnosa li rende un ottimo "accendi fuoco".

 

La malattia (più precisamente si dovrebbe parlare di un insieme di malattie) avviene ad opera di alcuni funghi che concorrono, ciascuno in maniera diversa, al danneggiamento dei tessuti della pianta e che, in alcuni casi, possono anche diventare antagonisti. Si tratta di Fomitiporia mediterranea*, Phaeomoniella chlamydospora** e Phaeoacremonium aleophilum***. A seconda dell'agente patogeno prevalente si assiste a diverse manifestazioni fenotipiche del mal dell'esca:

  • Venature brune: compaiono come striature necrotiche che diventano visibili dopo un taglio longitudinale delle barbatelle, anche se esistono forme latenti i cui sintomi non sono immediatamente evidenti. Le infezioni sono originate dalla diffusione di spore nei vasi della vite a partire da zone infette nelle piante madri o da infezioni che si verificano in vivaio in seguito alla presenza di spore sul materiale di propagazione e/o nell'ambiente. I funghi responsabili sono:Phaeomoniella chlamydospora e Phaeoacremonium aleophilum.
  • Malattia di Petri: deve il nome al fitopatologo che per primo lo isolò durante i suoi studi. Molto più diffuso all'estero, dove è noto con il termine di Black goo, si manifesta con un deperimento generale della pianta prevalentemente in vigneti giovani, ovvero dai primi mesi dell'impianto fino ai 6-8 anni. In associazione ad altri fattori di stress, come la forzatura nella produzione o condizioni climatiche e idriche particolari, le infezioni a livello del portainnesto o della cultivar si traduce in un ridotto vigore vegetativo, minore crescita, cattiva saldatura dell'innesto, clorosi diffusa, ritardata e scarsa produzione. Il fungo responsabile è Phaeomoniella chlamydospora.
  • Esca giovane: spesso causata da Phaeomoniella chlamydospora e Phaeoacremonium aleophilum ha origine da ferite che diventano l'accesso diretto al sistema di trasporto della pianta. In questo caso non compare la carie bianca e la sintomatologia è maggiormente evidente a livello di apparato fogliare.
  • Esca classica o Carie bianca: è, purtroppo, la manifestazione più conosciuta. In questo caso la sindrome inizia con una tracheomicosi e conseguente ostruzione dei vasi linfatici ad opera diPhaeomoniella chlamydospora e il Phaeoacremonium aleophilum e prosegue poi con la degradazione del legno causata da Fomitiporia mediterranea.

 

Per prevenire infezioni che potrebbero rivelarsi disastrose esistono alcuni accorgimenti da seguire:

 

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