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Con la pubblicazione
sulla Gazzetta ufficiale n. 259 del 7/11/2003 del
decreto 28/10/2003, che conferisce al Consorzio, da parte del
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, tutte le responsabilità
relative al controllo sulla Denominazione Chianti Classico, la cosiddetta
erga omnes, si apre una nuova stagione per uno dei più pregiati vini
italiani.
In sintesi, Il Ministero demanda al Consorzio tutti i poteri per
esercitare il controllo su tutta la filiera produttiva del Chianti
Classico: un controllo che verrà esercitato indistintamente su tutte le
aziende socie e non socie. In base al piano già approvato dal Ministero,
il Consorzio dovrà vigilare affinché
"il processo produttivo ed il prodotto certificato
con la DOCG Chianti Classico rispondano ai requisiti stabiliti dal
relativo disciplinare di produzione".
Il nuovo assetto organizzativo non comporta ulteriori oneri burocratici ed
amministrativi per le aziende ed il costo dei controlli applicati verrà
equamente ripartito fra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori.
L'attività di controllo si svolgerà in stretta collaborazione con Regione,
Ispettorato Repressione Frodi, Provincie e Camere di Commercio di Firenze
e di Siena e potrà garantire al consumatore la cosiddetta tracciabilità,
che diventa così un valore aggiunto su ogni bottiglia di Chianti Classico.
"Il controllo da parte del Consorzio - spiega il direttore
Giuseppe Liberatore - avverrà su due
livelli: una parte documentale su tutti gli utilizzatori della
denominazione e una parte a livello ispettivo a rotazione su un campione
annuo significativo del 25%." I controlli saranno svolti in totale
trasparenza ed il consumatore, tramite Internet, potrà perfino
ripercorrere tutta la storia della bottiglia, dalla vigna al bicchiere,
partendo dal numero apposto sulla fascetta di Stato.
L' erga omnes attribuita al
Consorzio del Chianti Classico,
che si inserisce nel quadro delle legislazione voluta dal Ministero in
sintonia con Regioni ed Associazioni di categoria, è il risultato di un
lungo lavoro che premia il più antico Consorzio vitivinicolo di tutela di
origine italiano, riconoscendone l'ampia rappresentatività e
professionalità.
"Si tratta di una sfida importante - ribadisce Liberatore - in cui i
Consorzi incaricati metteranno in gioco la loro credibilità ed
affidabilità. Ed è con grande piacere che ho appreso che il progetto ha
stimolato anche i nostri rivali francesi: la Confédération des Producteurs
de Vins, Eaux de Vie de Vin a Appellation d'Origin Controllées, in una
delle sessioni per la riforma dell'OCM, ha infatti espresso il proprio
compiacimento per il progetto sulla tracciabilità dei VQPRD italiani ed ha
auspicato che questo possa servire da modello anche per gli altri stati
membri."
Il Consorzio Vino Chianti Classico, fondato nel 1924, associa oggi circa
600 produttori che rappresentano oltre l'85% del
totale; i vigneti complessivi si estendono su
7.000 ettari fra Firenze e Siena; la
produzione media si aggira intorno ai 300.000
ettolitri l'anno.
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Silvia Fiorentini
Ufficio Stampa
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